Perché il petrolio è così importante e quali sono le dinamiche legate a questa materia prima che in questi giorni sta infuocando i mercati finanziari?

Il petrolio impatta sulla vita degli italiani per svariati motivi, il primo, di cui preferisco non parlare, il prezzo alla pompa, dove per assurdo il costo della materia prima conta poco, il secondo, il 90% degli italiani che investono in azioni hanno un titolo energetico, terzo il prezzo del petrolio impatta anche su altri settori, purtroppo il mondo attuale è ancora troppo interconnesso con questa materia prima, più del 80% dell’energia prodotta deriva ancora dal petrolio e quindi per molti anni saremo vincolati alle sue vicende.

Per quanto riguarda i titoli energetici dobbiamo aspettarci come logico un po’ di tensione, la domanda potrebbe essere dobbiamo vendere? Assolutamente no per due motivi, molte società come ENI ad esempio ha una spiccata parte di Green Energy e trarrà vantaggio dalle tensioni sull’oro nero, secondo appena il mercato riprende i titoli torneranno a prezzi adeguati.

Innanzi tutto cominciamo col dire che il petrolio viene estratto in zone diverse del mondo e con metodi diversi, e queste differenze ne caratterizzano il nome WTI o BRENT, i mercati su cui vengono scambiati, i costi di estrazione e quindi di conseguenza i prezzi di vendita.

Ad incidere poi sul valore del cosiddetto Barile, come per qualsiasi bene di consumo, sono le leggi della domanda e dell’offerta.

In una situazione come quella attuale, dove il mondo produttivo si è praticamente fermato, e quindi la domanda di energia si è quasi azzerata, è normale che l’offerta di prodotto non può essere soddisfatta dalla domanda che si è quasi azzerata, pertanto il prezzo del petrolio è sceso in maniera verticale.

Il primo problema che si innesca in questo modo, è che i paesi produttori, che basano buona parte delle loro economie sul petrolio, vadano in difficoltà sia a livello statale sia a livello privato.

Gli stati non introitano più perché le aziende non vendono, le aziende che non vendono devono chiudere e anche i lavoratori vanno in difficoltà. Come vedi il cerchio si è chiuso.  

Bloccare la produzione, che sarebbe in questo momento una soluzione logica è molto difficile e molto costoso, quindi si innesca il secondo problema importante di cui tenere conto cioè quello dello stoccaggio. Se il petrolio viene estratto ma non viene venduto, deve per forza essere immagazzinato, ma anche questo aspetto ha costi esorbitanti e necessità di spazi e di siti specifici.  A fine marzo di stimava che oltre il 75% degli spazi disponibili si fosse già esaurito e il costo per tenere in porto una petroliera carica è decuplicato.

A buttare benzina sul fuoco però, mai una citazione ha calzato così bene, ci sono anche gli speculatori che hanno cominciato a creare tensione sui contratti futures a breve termine dell’oro nero, di futures e di cosa sono ho parlato nel sorso del 14 dicembre  https://www.giorgiobordignonconsulenza.it/2019/12/14/una-poltrona-per-due/  , qualche investitore sta pensando di entrare e speculare sul petrolio, ma come qualche testata giornalistica ha dichiarato, potrebbe essere questa pubblicità sugli ETF del petrolio, una trappola per i piccoli investitori.

Nell’immediato non si prevede un rialzo dei consumi perciò nessuno è disposto a comprare e chi ha a disposizione tanta materia prima pur di vendere è propenso a farlo a prezzi negativi in modo da liberare gli spazi e quindi continuare a produrre.

Un’ultima riflessione sugli altri settori, alla ripresa il costo energetico sarà basso per cui le aziende è presumibile che avranno costi di produzione inferiori, questo potrebbe essere un bene.

Questo virus così piccolo, tanto da essere invisibile, ha messo in evidenza tante delle controversie di questo mondo, ma ne sta valorizzando anche le cose positive. Se da un lato i problemi legati al petrolio stanno mettendo in difficoltà l’economia mondiale, dall’altro il nostro pianeta ne sta beneficiando in termini di inquinamento. L’aria e l’acqua sono tornate ai loro colori naturali, e la vita si sta riappropriando di aree dimenticate da tempo, i delfini a Venezia, scoiattoli a Milano etc. etc.

Per far fronte a questa ed alle altre crisi bisogna avere una pianificazione dei propri risparmi adeguata che diminuisca ansie e che ci permetta di approfittare delle oscillazioni, vuoi sapere come? Non esitare a contattarmi.


Ti lascio con l’ultima chicca.

Siamo davvero sicuri che la mancanza di petrolio sia una cosa negativa? O forse dovremmo ripensare il nostro futuro in modo più sostenibile e più verde?

Come diceva il più grande scrittore italiano in una delle sue poesie più famose …… “ai posteri l’ardua sentenza”.

Tags:

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *