L’altro giorno un amico mi ha inviato questa foto ed io ironicamente gli ho risposto: “con gli alieni”.
Ma non ho smesso di pensarci anche perché ho letto alcuni articoli che lo hanno trattato in questi giorni.
Mi ha colpito un articolo di Lorenzo Raffo, che segnalava il debito dei singoli paesi rapportato al loro PIL, negli USA ad esempio il debito privato è passato dal 55% del 1950 al 168,5% del 2007 salvo poi scendere al 150% nel 2018. Se lo sommiamo a quello pubblico la situazione diventa esplosiva, la Francia ormai ha anch’essa superato il 100% e per l’Italia meglio non parlare, e non sono le sole nazioni.
Torniamo alla domanda, ma con chi?
Ogni stato emette titoli per pagare la spesa pubblica, e questi titoli vengono acquistati da altri stati, da cittadini, da operatori del sistema finanziario SGR, fondi, ETF ed a altro ancora.
Ogni titolo ha una sua cedola, un suo rendimento, che per l’Italia va da uno 0,5 al 9% ad esempio, per i titoli in circolazione.
Sta avanzando l’ipotesi che gli stati possano accordarsi per fissare una cedola univoca da pagare agli investitori intorno all’ 1%.
Inoltre si pensa di diminuire il debito pubblico degli stati per una percentuale che va dal 5% a 15% con un bel risparmio in termini economici per le casse delle varie nazioni, che vedranno un aumento del debito da corona virus intorno al 10%..
Ma come ogni medaglia anche questa ha il suo rovescio. Chi perderà da queste operazioni?
Se per le nazioni potrebbe essere facilmente bilanciabile, anche se la Germania ad esempio non vorrà vedere il suo debito paragonato a quello Greco, o a quello italiano ad esempio, discorso diverso potrebbe essere per i risparmiatori e gli investitori detti sopra.
Provate a pensare ad un risparmiatore che ha investito 100.000,00 euro in un BTP scadenza 1 marzo 2041 con cedola 4% che pensa di incassare da qui alla scadenza € 44.000,00 e che, se dovesse avverarsi questa ipotesi alla fine ne incasserà 11.000,00.
Discorso analogo può essere fatto per la gestione separata di un’assicurazione che per legge deve avere una percentuale importante di titoli di stato in portafoglio, sarà costretta ad abbassare le condizioni garantite che le compagnie pagano agli investitori, altrimenti avrebbe perdite ingenti.
In ultima analisi ai fondi comuni che ad esempio investono in titoli di stato USA o europei, potrebbero veder crollare il loro rendimento sia in caso di riduzione del tasso e anche nell’ipotesi di taglio dei debiti, in quanto anche in questo caso il valore scenderà.
Tutto questo, in ogni caso, si potrebbe ripercuotere sui risparmiatori che in un modo o nell’altro potrebbero avere meno soldi.
Chiaramente questa è solo un’ipotesi sul tavolo degli attori mondiali, momentaneamente non si sono certezze su quello che potrà accadere, ma bisogna chiedersi se si è disposti a correre questo rischio, se si è disposti ad aspettare per vedere se decideranno o meno di rendere operativa questa soluzione.
Analizzare la propria posizione potrebbe essere importante, per non correre rischi.

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2 Responses

  1. Mi faccio e faccio due domande
    1) Se c’e’ un debito pubblico, esiste anche una platea di creditori. Cosa succedera’ se un giorno una parte più o meno grande di essi decidera’ di non comprare più titoli di Stato?
    2) Da anni o da decenni il debito pubblico continua ad aumentare. Quando e soprattutto come comincera’ a diminuire?

    • Buongiorno Saverio,
      Domande lecite, più che chiederci cosa succede se nessuno compra è cosa potrebbe succedere se i creditori decidessero di passare alla cassa? Dove si trovano le risorse?
      Il debito si forma quando lo Stato spende in un anno più di quanto incassa (deficit) e diminuisce in caso contrario (surplus). Nel caso italiano abbiamo avuto in questi anni surplus e quindi in teoria il debito doveva scendere, peccato che questa cifra virtuosa non è bastata neanche per coprire gli interessi sul debito. Bisogna avere un surplus più alto e possiamo arrivarci secondo me solo con una maggior efficienza e riducendo gli sprechi, il solo aumento delle tasse o la caccia agli evasori non bastano da soli alla soluzione del problema.

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