Qualche giorno fa, ascoltavo un’intervista del Professor Ruggero Bertelli, docente di Economia degli intermediari all’Università di Siena. Una sua frase mi ha fatto riflettere e quindi ho pensato di condividere queste riflessioni.

Che differenza passa tra esperienza e memoria?

Esperienza, nell’enciclopedia Treccani viene definita conoscenza diretta, personalmente acquisita con l’osservazione.

Esperienza, va associata con esperimento, specialmente in campo scientifico. Come si può ben capire l’esperienza ha un certo fondamento scientifico, a meno che, come in quella che stiamo vivendo non sia guidata da sentimenti, quali la paura, che ne alterano i risultati.

Ogni qual volta facciamo un’esperienza in campo finanziario, dalla crisi del 2000 2003, alla crisi 2008, a quella che stiamo vivendo oggi pensiamo che sia diversa, adducendo sempre motivazioni diverse.

Nel 2000/2003: “questa è una guerra adesso ci sarà la terza guerra mondiale, internet è finito etc ”, facevano sembrare quella crisi diversa da tutte le altre, con paura che finisse il mondo, l’estinzione come i dinosauri o che altro ancora.

Nel 2008: “questa volta è diverso, è una crisi di sistema, non ci si riprenderà più, il sistema bancario è finito e i mercati non si riprenderanno più”.

Oggi 2020: “questa volta è diverso, il mondo non aveva mai dovuto affrontare una pandemia come questa e non riuscirà a fermarla, l’economia mondiale esplode, moriremo tutti…”

E mi sono limitato alle ultime che ci ricordiamo meglio. Ma mentre le viviamo, tutte le situazioni sembrano nuove e subentra la paura del cambiamento, dell’impossibilità di gestirle, di capirle e chi più ne ha più ne metta.

Se guardiamo oggi la crisi del 2008 ci limitiamo a verificarne l’impatto economico, rapportiamo i dati con la crisi precedente e analizziamo drawdown e riprese, una volta che la pancia smette di interferire con il cervello, questo razionalizza ed analizza.

Cosa succederà per la crisi attuale? Tra qualche tempo analizzeremo drawdown e ripresa con raziocino e dolori di pancia sempre minori, più la crisi si sarà allontanata.

Questa è la memoria, ricordo di un evento, del suo impatto e delle conseguenze e cosa è successo subito dopo. Oggi possiamo pensare all’11 settembre 2001 in maniera più razionale, sentiamo un dolore completamente diverso da allora perché sappiamo come è finita.

In quel momento però mantenere la barra dritta è stato faticoso, l’esperienza non era ancora diventata memoria.

Chi è addetto a gestire l’esperienza in campo finanziario? La figura del consulente serve a questo, fare in modo che l’esperienza venga superata nel migliore dei modi e diventi memoria per i clienti.

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