“E se comprassimo oro?” Questo è il leitmotiv di un mio cliente, che ogni tanto azzarda l’idea di comprare un lingotto come investimento. L’altro giorno ha affermato sospirando: “… Se avessimo comprato oro all’inizio dell’anno!” È bastato mostrargli il grafico con l’andamento del 2022, per fargli notare come questo metallo prezioso abbia subìto un passaggio del valore dai 2000,00 $ di gennaio ai 1600,00 $ di oggi. L’oro, considerato il bene rifugio per eccellenza, da inizio anno ha perso infatti il 20 per cento.
L’opinione del mio cliente riflette quello che in genere tutti gli investitori si aspettano, cioè che determinati beni non perdano mai il loro valore e che siano sempre da considerare dei beni rifugio. Dopo i BTP di cui ho parlato la settimana scorsa, anche l’oro ha dunque riservato una poco gradita sorpresa agli investitori. Perché gli investitori non mettono in discussione alcuni strumenti?
Chi investe si aspetta che l’oro, che per antonomasia rappresenta la ricchezza, non perda mai valore, che il BTP, siccome è emesso dallo Stato, non oscilli, che un’obbligazione, in quanto obbligazione, sia sicura e che, al contrario, un’azione sia rischiosa; e questo a causa della poca conoscenza del mercato e delle sue regole.
Il mercato finanziario ha le stesse regole del mercato di quartiere: se tutti vogliono le uova del contadino, ma le uova sono poche, il prezzo salirà; se al contrario il contadino ha molte uova e nessuno le vuole, le svenderà. Se tutti vogliono l’oro, allora il prezzo salirà; se nessuno lo vuole, scenderà.
Se l’estate è stata abbondante di acqua e scarsa di sole, ci si aspetta un vino con una gradazione bassa e probabilmente di poco pregio: pochi lo vorranno e il prezzo scenderà; viceversa un’estate calda e acqua quanto basta significherà gradazione alta e grande qualità: tutti vorranno il vino e il prezzo aumenterà. Allo stesso modo, se aumenta il costo dell’energia ci si aspetta un calo della produzione, quindi degli utili, e si venderà; in caso di calo del costo dell’energia e delle materie prime, la produzione sarà in crescita e di conseguenza anche gli utili: tutti compreranno.
Il mercato in quanto tale segue le sue regole, che non sono così esatte come si può pensare: chi pensa che il mercato finanziario sia un ambiente razionale è in errore. Le notizie influenzano le quotazioni, specialmente nel breve periodo, per poi perdere influenza nel lungo periodo, dove i valori reali dell’azienda vengono a galla.
L’uva piena d’acqua è uguale per tutti, ma la lavorazione, la pigiatura più o meno profonda e la conservazione del vino in botti trattate in modi diversi determinano una qualità di vino diversa.
Differenze? Nessuna: le logiche sono le stesse. Come posso allora investire?
Torniamo al vino: bere un vino vecchio di un anno e uno vecchio di dieci anni non è la stessa cosa: il gusto non sarà lo stesso, così come gli aromi, il colore, il bouquet e così via. Il tempo del vino è uguale a quello degli investimenti: e una bottiglia di Barolo sicuramente costerà molto di più di una di Novello. Allo stesso modo, il tempo vale per gli investimenti.
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