Correva l’anno 1991 quando Gino Paoli cantava “Quattro amici”, raccontando una storia comune a tanti: quattro amici dai tempi della gioventù che si danno appuntamento al bar, anno dopo anno, trovandosi di fronte ai reciproci cambiamenti di età, ideali e prospettive. A tutti capita di entrare nei locali e trovare gruppi di persone che disquisiscono di sport e di politica, che parlano di fatti di cronaca e si animano sulla finanza. Ecco allora che da quei discorsi nascono splendide formazioni calcistiche, con tanto di indicazioni sul calciomercato (perché in fondo siamo tutti un po’ allenatori) e prendono vita più o meno sensati gruppi di governo; i fatti di cronaca sono commentati come da giornalisti affermati e si consigliano farmaci da banco o vecchi rimedi della nonna; si suggeriscono persino investimenti in questo o in quel titolo di mercato, da acquistare perché suggerito a sua volta dall’amico che fa il macellaio o il carrozziere o l’infermiere o lo psicologo… Il mestiere che l’amico dell’amico fa non è importante, ma è importante sapere che questi studia le notizie sulle aziende, definendo e individuando – lui e lui soltanto – il nuovo colpo del secolo. 

Per lo sport, la politica e la cronaca siamo portati a esprimere chiaramente i nostri pareri personali e questo in fondo va più che bene: si trattasse anche di semplici illazioni, non supportate da nessuna competenza specifica, la cosa non nuocerebbe a nessuno; per quanto riguarda la salute e anche la finanza purtroppo invece i sentito dire e le dicerie riportate dall’amico dell’amico o del parente di turno vanno per la maggiore e sono molto spesso deleterie: si riportano scelte e azioni altrui che si dice abbiano funzionato o abbiano garantito il successo ad altri. Perché usiamo questo approccio tanto differente e soprattutto in materia di investimenti siamo portati a credere e a puntare denaro sui sentito dire?

Una delle possibili cause è la scarsa conoscenza in ambito finanziario, proprio a livello di cultura generale: questo deficit genera la corsa alle notizie che sponsorizzano un minimo di guadagno, affidandosi ai primi rumor o a quanto trovato su Internet o sulle riviste della più disparata natura, che non solo sui titoli ma anche per le diagnosi mediche hanno sempre qualcosa da dire. Dobbiamo però chiederci: il social network di turno, il motore di ricerca, la pagina della rivista possono operarci dove serve? Fare un’anamnesi corretta e completa della nostra vera o presunta malattia? Prescriverci il farmaco adeguato? Ovviamente la risposta è no: tutto ciò non è possibile, in primo luogo perché ogni individuo e paziente è singolo e unico, con una storia clinica e non solo; in secondo luogo la conoscenza non è esaustiva e soprattutto va applicata adeguatamente da chi la possiede: nel caso specifico, il medico. 

Negli ultimi vent’anni questa abitudine ha portato molti investitori a dissipare i loro risparmi in aziende tecnologiche e in obbligazioni con cedole altissime date da Cirio o Parmalat, a subire oscillazioni pazzesche delle criptovalute e chi più ne ha più ne metta. Queste sono state scelte spesso derivanti da conoscenze poco approfondite del campo finanziario e dall’affidarsi a fonti spesso non adeguate. A complicare il tutto, oltre alla scarsa educazione finanziaria, c’è la percezione di poca stabilità dei risparmiatori italiani, i quali vivono con ansia le situazioni politiche del nostro Paese, dei mercati e delle economie mondiali, in cui l’arraffa e scappa sembra l’unica strada che possono percorrere gli investimenti, senza una riflessione accurata e consapevole. 

È da considerare infine la confidenza e la fiducia che i risparmiatori hanno verso ciò che conoscono e che ha sempre dato loro risultati, cioè i titoli di Stato e le obbligazioni bancarie. Purtroppo abbiamo ultimamente assistito al tradimento di queste ultime, abbiamo visto i titoli di Stato oscillare come e più delle azioni nonché avere rendimenti negativi, il tutto sommato alla bolla tecnologica e ai mutui subprime per arrivare al Covid e alla guerra Russo/Ucraina. Questo insieme di fattori ha creato nei risparmiatori la necessità di sicurezza, che ha come conseguenza stretta il non eseguire investimenti, come dimostra il fatto che i depositi sui conti correnti sono in grande aumento ormai da anni. 

Lasciare i risparmi sui conti fa tuttavia diminuire anno dopo anno il potere di acquisto; non investire nel mercato azionario ha fatto perdere occasioni, ma anche l’indirizzarsi su obbligazioni bancarie e titoli di Stato ha determinato spesso solo l’incremento di ansia e stress. Tutto questo ci porta a una riflessione: oggi più che mai i risparmiatori necessitano di un’anamnesi corretta dei loro bisogni, perché solo la conoscenza approfondita del paziente può fare la differenza nella cura. 

Anche le istituzioni dal canto loro si sono accorte di come una poca conoscenza finanziaria possa portare a rischi e a scelte disfunzionali: ormai da qualche anno ottobre è stato indetto Mese dell’Educazione Finanziaria, con lo scopo di offrire ai risparmiatori occasioni informative e formative per comprendere la necessità di una corretta conoscenza e pianificazione. Una maggiore cultura finanziaria può anche garantire una maggiore stabilità sociale: pensiamo al disastro che potrebbe creare un’errata pianificazione previdenziale, in un momento storico in cui lo Stato garantisce una pensione sempre più bassa. 

Avere un medico del risparmio potrebbe incrementare la possibilità di una vecchiaia tranquilla, consigliare la casa giusta per le nostre tasche, permetterci di mandare i figli all’università, fare investimenti giusti per i propri bisogni ma anche per le proprie risorse e così via. È importante imparare a non commettere errori, come cercare informazioni in Internet, affidarsi a persone poco competenti in materia, seguire la massa e via dicendo. Chiedetevi sempre: “Farei lo stesso per la mia salute?”

Anche i Consulenti finanziari dal canto loro non devono commettere lo sbaglio di applicare la stessa cura a tutti i propri pazienti, imparando ad analizzare i singoli bisogni, considerare limiti e risorse, scegliendo e costruendo il piano di azione migliore, personalizzato, rendendo il proprio interlocutore capace di discernere tra giusto e sbagliato, di comprendere e di arricchire la propria conoscenza in campo finanziario, cosa che permette di capire e superare momenti difficili per gli investimenti come quelli che stiamo vivendo..

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