Il signor De Porcellinis alla fine della seconda guerra mondiale aveva aperto una piccola azienda metalmeccanica che aveva gestito con oculatezza e grande acume per tutta la vita, una volta arrivato alla pensione decise di vendere la sua azienda poiché nessuno dei suoi tre figli aveva seguito le orme del padre ed avevano preso altre strade.

Quando il signor De Porcellinis morì, ormai quasi vent’anni fa, i suoi tre figli si trovarono un’ingente eredità da amministrare.

Il più piccolo dei figli del signor De Porcellinis, Tommaso era conosciuto per alcune frasi che amava ripetere “ Poca spesa massima resa” e “Perché devo fare oggi quello che potrei fare anche domani?”.

Tommaso non brillava certo per la grande voglia di lavorare o prendersi responsabilità, non si era mai sposato e viveva in affitto.

Tommaso diceva che nessuno capiva le sue capacità, non bene per questo motivo mai più di due anni lo stesso lavoro.

Ricevuta l’eredità del padre Tommaso, come nel suo stile, non si preoccupò più di tanto di gestirli preferendo sperperarli in festini e cene, e quelli che investii li mise tutti in un unico titolo, -perché perdere tempo, se va bene va bene se va male va male- soleva ripetere, dopo qualche lettura e due ricerche su Google e il titolo venne scelto in base alle presunte performance che questa azienda poteva generare.

Dopo poco tempo da quando aveva ricevuto l’eredità Tommaso si trovò quasi senza denaro e lavoro e riprese la sua vecchia vita, nessuno capisce il mio potenziale e ho avuto sfortuna negli investimenti ripeteva a se stesso.

Il secondo figlio Giovanni, persona perennemente insicura che ci pensava 30 volte prima di fare un passo prese l’eredità e la prima decisione fu di costruire una casa più grande, si confrontò con zio Carmelo che aveva fatto il muratore e il cugino Leopoldo che aveva studiato da geometra, ma che al momento faceva il barista nel bar del centro commerciale, fu così che ne uscì una casa squadrata in perfetto stile anni sessanta, un pò fuori tempo.

Per gli investimenti parlò con zia Petunia che aveva fatto la postina, la quale consigliò  Buoni postali e titoli di stato, lo zio Alfio che leggeva il Sole 24ore consigliò di stare lontano dalle assicurazioni e di puntare su obbligazioni  bancarie.

Oggi Giovanni non è contento della sua gestione del denaro sia per i risultati sia perché non ricorda che cosa l’ha spinto ad investirli in quel modo.

Il terzo figlio Giacomo come Giovanni decise di costruire una casa più grande.

Insieme alla moglie si recarono presso lo studio degli architetti Fabbris, due fratelli che erano conosciuti perché non proprio a buon mercato, ma sicuramente affidabili, Giacomo dopo aver discusso con loro e deciso che casa edificare lasciò loro la realizzazione, oggi Giacomo ha la casa più bella del paese.

Per quanto riguarda il denaro si rivolse ad un noto Consulente della zona che aveva la fama di essere uno che faceva mille domande.

Con la moglie si recò nel suo studio per ben tre volte prima che il consulente gli desse la proposta definitiva, oggi a distanza di anni Giacomo è ancora cliente e ormai amico del consulente, ha costruito un gruzzolo per la pensione e per lo studio dei figli, e si è tolto la soddisfazione di comprare una baita in montagna.

Non importa quanto ricevi in eredità o quanto guadagni, è importante invece come ti approcci al denaro. Un famoso detto cita “ Se voglio andare di corsa vado da solo, se voglio andare lontano mi trovo un compagno”.

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