“Sai che non amo molto l’azionario e temo che la Cina mi faccia prendere una cantonata, eppure tu continui a dirmi che il Mercato Cinese è un investimento che, se fatto in modo graduale nella mia pianificazione, ci può stare. Perché lo fai?”
“Perché ti voglio bene”.
Questa la sintesi del discorso intercorso tra me e un mio cliente l’altro giorno. A parte esprimere il mio affetto nei confronti di chi seguo con soddisfazione e dedizione lavorativa da tanti anni, ho cercato anche di argomentare sul perché insisto col Mercato Cinese, e in particolare con quello dei consumi.
Il motivo di partenza è molto semplice. Nel 2023 si aggiungeranno un altro miliardo di persone al ceto medio e di questi il 90 per cento sarà collocato nell’area Asia-Pacifico. Si presume che il reddito pro-capite cinese salirà da 10.000,00 $ odierni a 15.000,00 $ nel 2030. Il denaro in più nelle tasche dei Cinesi sarà speso per aumentare i consumi: un po’ come successe nel nostro Paese nel dopoguerra, quando con l’aumento del reddito pro-capite si arrivò ad avere un televisore e un frigorifero in ciascuna casa italiana e da lì molti altri beni di consumo.
Il governo cinese ha inoltre stanziato moltissimo denaro per incentivare i consumi interni, in modo da creare un mercato nazionale che possa quindi viaggiare in autonomia, senza bisogno necessariamente delle esportazioni. Il miglioramento dello stile di vita porta inevitabilmente, oltre che a un aumento dei consumi, anche al risparmio: e di questo ne trarrà naturale giovamento il settore bancario.
Il movimento demografico dalle campagne alla città porterà a un’incentivazione del mercato immobiliare: è emblematica, a questo proposito, la fotografia di Shanghai, che mostra come la città sia radicalmente cambiata in poco più di trent’anni. Un altro settore che in Cina sta letteralmente esplodendo è quello alimentare: si pensi che i soli condimenti per il cibo, in questi ultimi anni, hanno triplicato la domanda. Del resto, ho già affrontato la questione del Mercato Cinese molte altre volte: l’ultima parlando delle opportunità obbligazionarie, che oggi apre una finestra importante sui consumi.
Per chiudere la quadratura del cerchio, vi racconto che, nello stesso giorno in cui ho parlato di Cina con il mio cliente, ho incontrato anche un advisor che si occupa di obbligazioni, che mi ha parlato di un mercato che al momento ha poche opportunità.
Il mercato obbligazionario è infatti appetibile perché ha il capitale garantito e perché dà cedole: queste ultime però sono al momento basse, purtroppo, e per avere rendimento bisogna alzare il rischio. Unendo le due cose possiamo affermare che la sicurezza dell’investimento oggi è dato dal potere di crescita del mercato, il quale allo stesso tempo regala rendimenti interessanti.
Un esempio? Un ragazzo che lavora e che ha un orizzonte in espansione, oltre alla pensione, potrebbe pensare di accumulare risparmio su un fondo che investe nei consumi cinesi. Otterrebbe così ottimi risultati su entrambi i fronti.
Noi Italiani abbiamo fatto la fortuna del nostro Paese facendo accantonamenti da 100.000,00 £ e diventando per antonomasia il Paese dei navigatori, dei santi e dei risparmiatori. Rispolverare il vecchio “Metti via 100,00 € al mese” potrebbe far bene anche al futuro dei Millenials.
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