La storia narra che Gene Hackman e Dustin Hoffman fossero amici ben prima di diventare famosi.
I due si frequentavano già quando erano squattrinati, non suoi direbbe, ma era così.
Un giorno Gene si recò a casa di Dustin, quest’ultimo chiese all’amico un prestito il quale glielo concesse.
Successivamente Gene si accorse che in cucina Dustin aveva una serie di vasi pieni di biglietti verdi e si chiese perciò a cosa gli servisse il prestito, alla domanda di Gene Dustin girò i vasi, su ognuno si trovava un’etichetta con scritto affitto, bollette etc, l’unico vuoto era quello del cibo.
Questo aneddoto ci deve far riflettere infatti rappresenta una rudimentale pianificazione, una cosa che le nostre nonne e mamme facevano regolarmente.
Si tratta di una pianificazione di breve termine, infatti affitto bollette e cibo rappresentano il contingente o per lo meno hanno tempi non troppo lunghi.
La cosa diventa più complicata nel momento in cui allunghiamo il tempo, pianificare un obiettivo di lungo periodo è complesso.
Matteo Motterlini, E.ON professor of Behavioural Change all’Università San Raffaele di Milano e autore di “Psicoeconomia di Charlie Brown” in un intervista del 9 novembre 2020 a WeWealth ha parlato del projection bias, cioè la tendenza a proiettare il presente nel futuro pensando che le cose non cambieranno mai.
Provate a pensare a voi 10/20 o più anni fa, la vostra posizione lavorativa, sentimentale e sociale era diametralmente diversa.
Prendere una decisione di investimento in quel momento avrebbe potuto cambiare il vostro futuro.
Purtroppo la situazione in cui ci troviamo può cambiare le scelte, prendere una decisione dopo una vacanza fantastica al mare può essere completamente diverso che prenderla dopo essere stati lasciati dal partner, così decidere in un momento in cui i mercati salgono è diverso rispetto ad un momento di crisi.
Peggio ancora viaggiare guardando lo specchietto retrovisore, Einstein diceva che: “Esisterà sempre una matita per scrivere il futuro, ma mai una gomma per cancellare il passato”, se il passato è fatto di investimenti riusciti proiettiamo nel futuro la stessa cosa viceversa faremo il contrario.
Ma razionalmente sappiamo che il futuro non sarà uguale al passato e quindi la proiezione non sarà mai veritiera sino a quando a dettarla saranno le esperienze passate.
Ma come si fa a fare una buona pianificazione?
Prendete tre foglietti sul primo scrivete i vostri valori così come vi vengono, sul secondo i vostri desideri sul terzo le vostre paure.
Adesso mettete tutto in ordine di importanza, avete fatto il primo passo verso una pianificazione corretta.
Il passo successivo è condividerli con qualcuno che vi possa aiutare a dare soluzioni ai problemi, seguito ai desideri e rispetto dei valori.
La contropartita? Accettare che qualcossa non si possa ottenere e per altro bisognerà fare fatica, come diceva Ovidio “Non si desidera ciò che è facile ottenere.”
Se bastasse questo per pianificare lo farebbero tutti, ma purtroppo non è così, ecco perché è necessario avere un consulente che con esperienza e mezzi adatti mi possa aiutare a fare e mantenere intatta la propria pianificazione.
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