Tra le cose che stanno succedendo in questo periodo ci sono sicuramente tre fattori che fanno sperare in un 2021 con buone prospettive di crescita.

Andiamo con ordine, Pfizer ha dichiarato questa settimana che il suo vaccino è sicuro al 95%, una notizia che si accoda a quella di altri vaccini e a quella data la scorsa settimana dalla stessa azienda che dava una sicurezza al 90%.

Che l’industria farmaceutica sarà sugli scudi nel 2021 lo testimonia anche il fatto che Warren Buffet guru della finanza mondiale ha implementato i suoi investimenti in questo settore, di solito “L’Oracolo di Omaha” anticipa i mercati con la sua nota lungimiranza.

Se l’industria farmaceutica crescerà lo farà grazie al vaccini che una volta iniettati ci permetteranno di tornare verso la normalità e quindi ad una ripresa della produttività con la conseguente crescita del PIL mondiale e quindi del benessere.

La seconda notizia che dobbiamo guardare è la politica fiscale e monetaria che le autorità e le banche centrali stanno continuando ad attuare.

La spinta fiscale sommata ai tassi bassi dovrebbe spingere la produzione e di conseguenza le materie prime che trarranno giovamento della ripresa industriale.

La crescita della produzione e l’aumento di domanda delle materie prime darà al settore sicuramente una spinta che potrebbe, nel breve, portare ad un aumento dei prezzi delle stesse, ma i tassi bassi e la liquidità sul mercato dovrebbero favorire la crescita della produzione nel lungo periodo.

Quindi se ci dobbiamo attendere un aumento dei prezzi delle materie prime per l’aumento della domanda, ci dobbiamo attendere una crescita strutturale e lunga per le politiche fiscali e monetarie.

Terzo motivo per essere ottimisti è l’accordo commerciale stipulato tra Cina Giappone Corea ed altre nazioni asiatiche più Australia e Nuova Zelanda, che prevede una serie di ottimizzazioni nei rapporti commerciali che vanno dalla riduzione delle tariffe per il 92% delle merci sino alla protezione dei dati e all’ottimizzazione del trading.

Il RECP, questo l’acronimo di Regional Comprehensive Economic Partnership, interessa un terzo della popolazione mondiale.

Da non sottovalutare in questo accordo la presenza di due antagonisti storici Cina e Corea ed il fatto che non si sia chiusa la porta all’entrata in un secondo momento dell’India, questo testimonia la volontà di far sì che questo accordo porti vantaggi a tutti.

Un accordo di questa portata potrebbe essere deflagrante nel momento in cui Biden, una volta salito alla Casa Bianca, allentasse le pressioni commerciali con la Cina.

Per l’Italia ci potrebbero essere ottimi spiragli per l’export, infatti dopo l’accordo con il Giappone che porterà ad un incremento stimato del 13% del nostro export verso il paese del sol levante, l’aumento degli scambi porterà beneficio a tutti quei paesi che fanno parte della nuova via della seta lanciata dal governo cinese nel 2015 e durerà sino al 2046 di cui noi facciamo parte.

Dobbiamo aspettarci comunque un po’ di volatilità.

Come sempre giusti orizzonti temporali e giusti strumenti ci possono aiutare nell’affrontare il mercato.

Materie prime, industria 4.0, commercio, consumi e farmaceutici una serie di settori ed idee di investimento per chi vuole avvantaggiarsi della ripresa post pandemica.

Sergio

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