Nel giorno in cui la Russia decide di non rifornire più la Polonia e la Bulgaria di gas mi è stato segnalato un articolo dove si parla di un’industria sarda che sta progettando la produzione di gas attraverso l’utilizzo della parte secca della produzione di birra, nello specifico lo scarto di produzione di birre Pilsen e Weizer. La trebbia di birra, cioè la parte insolubile e non degradata del malto, è trasformata – attraverso appunto un processo di “gassificazione” – in gas che può essere utilizzato per produrre piccole quantità di energia elettrica e calore e una quantità più cospicua di metano e idrogeno. Siamo sicuramente in una fase embrionale della ricerca, che comunque ha incuriosito gli studiosi di tutto il mondo, ma come sempre quando le menti si mettono in moto generano delle idee che nel lungo periodo potrebbero cambiare il mondo, e magari migliorare anche le condizioni climatiche.

L’esempio della società di Carbonia non è il solo che possiamo trovare in Italia. Un esempio per tutti. Una delle società energetiche più importanti, se non la più importante, e cioè ENI già nel 2018 ha aperto a Gela una bioraffineria gestita da ENI Rewind, sfruttando un brevetto del Centro Ricerche per le Energie Rinnovabili e l’Ambiente di Novara. Nello stabilimento di Gela si usa la tecnologia Waste to Fuel e si utilizzano i rifiuti urbani “umidi” (FORSU) per produrre oli combustibili da utilizzare direttamente come carburante – a basso contenuto di zolfo per il trasporto marittimo oppure raffinato per carburanti di maggior qualità.

Sarò probabilmente un inguaribile romantico, ma mi immagino un futuro dove oltre ai raccoglitori di plastica nei supermercati avremo raccoglitori di bucce di mela o scarti di carciofi che saranno usati per creare energia. Anche la tanto vituperata plastica può essere riciclata per produrre nuovi prodotti, energia e calore. La plastica può subire un riciclo meccanico (triturazione) per creare nuovi prodotti (ad esempio i cordoli delle strade o le panchine), termovalorizzazione per recuperare energia e chimica per riportare alla materia prima base.

La raccolta differenziata, che a molte persone sembra solo una incombenza noiosa, può in effetti servire per salvare il Pianeta, abbassare le emissioni, creare energia e – perché no – far rendere i nostri risparmi. Non è la prima volta che sottolineo come la gestione dei rifiuti, siano essi organici o inorganici, possa essere un asset importante dei nostri investimenti: un settore, quello del riciclo, che sta dando lavoro a tante persone e a molte aziende, che vedranno crescere gli utili e le valorizzazioni nei prossimi anni.

Come sempre, il tutto deve essere inserito all’interno del proprio progetto di investimento: comunque è giusto ricercare i trend che caratterizzeranno i prossimi anni, e le aziende che trarranno beneficio da questo mercato. Attenzione però a non commettere gli stessi errori di quegli investitori che, alla fine degli Anni ’90, si sono fatti ingolosire dai titoli tecnologici e hanno deciso di puntare tutto su questi ultimi, subendo poi delle perdite quando il settore ha avuto una contrazione e scappando da esso. In questo modo hanno commesso due errori fondamentali: non diversificare e scappare quando il mercato crolla,.

I rifiuti e le energie rinnovabili sono sicuramente un trend del futuro, ma non è detto che tutte le aziende di questo settore avranno fortuna; anche se molte aziende che hanno vissuto ad esempio la bolla delle dot-com all’inizio del secolo sono sparite, non è sparito il settore. Il Nasdaq, indice dei titoli tecnologici americani, non è andato a zero, ma anzi ha fatto più di quattro volte il suo valore di allora. Ecco perché un approccio di lungo periodo – magari con un piano d’accumulo non su un singolo titolo, ma in un fondo che comprenda molte aziende del settore – può essere una scelta intelligente. Provate a pensare di aver fatto un piano d’accumulo sul Nasdaq nel 2000 e averlo strutturato per gli studi di vostro figlio: probabilmente avreste sopportato senza patemi la possibilità che vostro figlio avesse scelto di fare l’università negli States.

Pensi sia ora di pensare agli studi di tuo figlio/nipote o alla tua vecchiaia? Parliamone davanti a una birra, aumentiamo i nostri guadagni e il nostro spirito e quindi… cin cin!

PS. Se vuoi approfondire questi e altri temi iscriviti al mio gruppo Facebook e se già sei iscritto invita un tuo amico a farlo. E se vuoi leggere il mio libro “La Finanza dei Pomodori”

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