Ieri sera è venuto a trovarmi mio nipote: sono anni che non lo vedo perché abita all’estero e tra pandemia e altro era da tempo che non ci sedevamo alla stessa tavola. Durante la cena mi ha fatto la fatidica domanda: “Zio, ma tu cosa ne pensi delle Criptovalute?” D’istinto mi è venuto da rispondere: ne penso tutto il bene e tutto il male possibile. E poi naturalmente ho argomentato la mia risposta. Una volta che mio nipote se n’è andato e mi sono messo a letto, il mio cervello, che di star fermo non ne vuole sapere, ha cominciato una serie di riflessioni che voglio condividere anche con voi.

Mi sono venute in mente molte delle persone con cui ho parlato di criptovalute e ho notato che possono essere divise in categorie. La prima categoria è quella dei cripto-investitori giovani: si avvicinano alle criptovalute perché le vedono come un modo semplice di investire (basta un click, come per acquistare un libro su Amazon oppure mettere in vendita un abito usato) e perché pensano di poter ottenere e raddoppiare il denaro in fretta; sono figli del loro tempo, del tutto e subito. La seconda categoria è quella degli investitori delusi, ovvero coloro che hanno provato a investire nel mondo azionario, non è andata bene, e pensano allora di rifarsi con le criptovalute, che ritengono più stabili e nelle quali è possibile guadagnare; peccato che così commettono lo stesso errore fatto con il mercato azionario: nessuna strategia uguale nessun risultato, alla prima correzione vera salteranno fuori nuovamente delusi e si diranno incapaci di investire, quando invece hanno solo sbagliato strategia. Queste due categorie sono accomunate dalla mancanza completa di strategia: investono tanto per farlo, e così facendo, senza un fine, raramente giungono a un risultato duraturo nel tempo. La terza categoria è composta da coloro che hanno una strategia di investimento più o meno espressa e usano le criptovalute come un gioco: il rosso e il nero del casinò, se va bene ottimo, altrimenti ci ho provato.

Perché allora piacciono così tanto le Criptovalute? Come zio Paperone e tanti altri nel Klondike cercavano l’oro, anche gli investitori di criptovalute fanno lo stesso: nel Klondike ci andavano i giovani in cerca di guadagni veloci, spesso poi scontrandosi con una dura realtà, chi aveva perso le speranze e si aggrappava all’oro e chi invece voleva provare un brivido; cambiano le epoche, ma non gli uomini.

Veniamo alle mie argomentazioni della risposta data a mio nipote. Non amo particolarmente le Criptovalute, e questo credo si sia capito, perché vanno contro ad alcune cose che io professo da tempo. Le criptovalute ad esempio non sono per nulla ecosostenibili: infatti una delle critiche mosse a questo asset è che l’energia consumata per far stare in piedi tutto il sistema sia talmente elevata che spesso rende quasi controproducente l’investimento. Leggevo un articolo specializzato, scritto da un docente della Bocconi: una serie di server di piccole/medie dimensioni consuma come una cittadina di media grandezza in termini di energia. La seconda cosa che non apprezzo nelle criptovalute è la non regolamentazione: spesso questo asset è stato accusato di essere un veicolo di riciclaggio di denaro illecito proprio per la mancanza di regolamentazione, e il fatto che le contrattazioni avvengano one to one a distanza: pensate a quello che è successo con la truffa a danno dei risparmiatori perpetrata con la presunta criptovaluta legata a una nota serie televisiva, nata e sparita a stretto giro di posta.

Le Criptovalute hanno al loro interno una contraddizione: sono dai più considerate come moneta, in quanto servono per trattare beni e servizi, anche se non hanno la connotazione classica della moneta. Questo fatto crea una serie di discussioni, che hanno portato anche alcuni Stati a metterle al bando e altri invece a utilizzarle. Quando le Banche Centrali ci metteranno mano, anche questo mondo avrà uno scossone.

Al netto di queste riflessioni, le criptovalute sono un asset interessante se ci si vuole investire, ma come sempre all’interno di una logica. Cerco di fare un esempio. Immaginiamo una piramide: per stare in piedi deve poggiare su una base solida. Se la piramide della mia vita finanziaria ha alla base una criptovaluta, con tutte le sue variazioni, non sarà una piramide solida; viceversa se la punta della mia piramide è in criptovalute, la sua oscillazione mi creerà meno scossoni. Quindi dobbiamo pensare alla nostra pianificazione finanziaria così, con una base solida e una punta ballerina: spesso l’investitore in Cripto poggia però la sua piramide sulla punta.

In ultima analisi, la responsabilità degli operatori è quella da un lato di non demonizzare a prescindere le criptovalute, perché sono comunque un asset di investimento; dall’altra quella di non enfatizzarle troppo come strumenti di speculazione. Come dico sempre il denaro è un mezzo e la persona il fine, perciò lo scopo delle criptovalute deve essere, come per tutti gli asset, quello di portare il cliente a stare domani meglio di oggi.

Prima di investire in Criptovalute conviene valutare come è messa la propria piramide.

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