Ho scritto un libro. Si tratta di una raccolta di aneddoti legati soprattutto alla mia infanziapassata a osservare il lavoro di mio padre e di mio nonno, entrambi contadini. Questo libro, che nasce dalla considerazione che il mondo contadino e il mondo della finanza non siano poi così distanti, a dicembre è stato pubblicato per EC Edizioni Biella. La prima volta che l’ho detto a qualcuno, quasi non mi sembrava possibile potesse essere vero.

Quando ho cominciato a scrivere “La Finanza dei Pomodori”, l’idea che mi ha guidato nella sua stesura è stata quella che gli uomini sono uomini e che le emozioni, le abitudini e i valori sono sempre gli stessi, per tutti noi. Non ho mai visto differenze tra lo scegliere un viaggio, un investimento, una casa: tutto ciò che scegliamo, lo scegliamo molto spesso in base alle emozioni prima che con la razionalità.

La Finanza ai più di noi sembra una cosa astrusa: ne è la riprova il fatto che il popolo italiano è tra i meno acculturati dal punto di vista finanziario. Mi sono sempre chiesto se la colpa non fosse anche di chi fa la mia professione, ecco perché ho sempre usato l’espressione “Parla di Finanza come mangi”: smettiamola cioè di fare i fenomeni e iniziamo a utilizzare un linguaggio che tutti possano comprendere. Lo diceva sempre anche mio padre, ed è così che ho voluto scrivere questo libro, in maniera semplice e comprensibile per tutti. 

Bisogna comunque ricordare che semplice non vuol dir banale. Ho sempre pensato che sapere una cosa, ma non saperla trasmettere agli altri è come non saperla e che anche le cose più difficili possono essere trasferite in maniera semplice. Il mio professore di italiano delle scuole superiori, al secolo Cecilio Scalabrini, camminava per la nostra aula con i suoi calzoni di velluto sostenuti da una corda, la sua camicia a scacchi e le sue dita gialle di nicotina. Ci declamava la Divina Commedia, che sapeva a memoria, e ce la spiegava come un amico che racconta della sua gita al mare e lo fa talmente bene, ma talmente bene, che ti sembra di essere stato in gita assieme a lui. Io grazie a lui mi vedevo al fianco di Dante procedere nei gironi. La spiegazione del Prof. Scalabrini era così semplice, così coinvolgente, che anche la Divina Commedia diventava facile da comprendere e da ricordare. 

Parlare in modo troppo complicato allontana le persone. Un medico è bravo non solo perché riconosce la malattia dai sintomi, ma anche perché riesce a spiegare le cose in modo semplice ai propri pazienti, in modo che essi possano comprendere la malattia e anche la cura. La semplicità è una dote tipica del mondo contadino: perché usare venti parole quando ne bastano tre? “La terra l’è basa” è una frase semplice, ma su questa frase sola si potrebbe scrivere un altro libro. Sentire che “la terra è bassa” ci fa immaginare tutto: un uomo curvo dopo aver lavorato tutto il giorno nell’orto, il movimento via via più faticoso che deve fare per raccogliere i frutti della terra, l’ineluttabilità dell’ovvio e insieme il sudore della fronte, perché per raggiungere la terra un uomo si deve sempre piegare verso il basso.

I contadini hanno le stesse reazioni degli investitori. Una grandinata è paragonabile a un calo di mercato: entrambi generano paura. Allora perché non cercare di capire come ha fatto il contadino a essere meno ansioso per rendere meno ansioso anche l’investitore? Un contadino mette la rete antigrandine, l’investitore diversifica: in entrambi i casi il raccolto potrà subire dei danni, ma non andrà completamente perduto. Il contadino poco avveduto continua a fare quello che ha sempre fatto e perde occasioni di migliorare il raccolto: le tradizioni vanno rispettate, ma si deve vivere il presente e fare i giusti cambiamenti. L’investitore poco avveduto continua a investire dove ha sempre investito e non si accorge che il mondo sta cambiando perdendo così occasioni.

Un’altra caratteristica del mondo contadino è il rispetto: per i valori, che sono gli stessi che mio nonno e mio padre mi hanno trasmesso, per le persone che ci circondano e per tutto ciò che ci viene donato dalla vita. Nella mia vita professionale ho sempre tenuto presente questi insegnamenti: perché poco importa che si tratti del mondo contadino o del mondo degli affari, bisogna sempre trattare gli altri come vorresti essere trattato, con rispetto e onestà. 

Bisogna fare il proprio lavoro nel migliore dei modi e con correttezza: “Se entro in un bosco appena pulito e camminando un ramo mi fa cadere il cappello chi ha fatto il lavoro non l’ha fatto bene”, soleva dire mio nonno, perché all’epoca i boschi erano sempre puliti, le foglie erano raccolte per le bestie e i rami tagliati per permettere il passaggio nel sentiero.  Se un investitore riesce a gestire bene le sue emozioni grazie a ciò che gli trasmetto, ho fatto bene il mio lavoro e ho fatto il bene del mio cliente.

Buona lettura!

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