Nei giorni scorsi stavo analizzando un fondo che si occupa di nutrizione, e che quindi ha al suo interno azioni di aziende che si occupano di nutrizione. Come sempre succede, il driver che mi spinge nella scelta dei comparti da dare ai miei clienti è la sostenibilità. Oggi non è più ammissibile avere nel proprio portafoglio aziende che non abbiano un fondamento etico e che quindi rispettino quelle che sono le regole dell’Agenda 2030 sulla Sostenibilità.

Le regole che muovono le aziende sostenibili nel campo alimentare sono l’impatto ambientale zero o positivo, il miglioramento climatico, l’accessibilità al cibo, la perdita di biodiversità. Per quanto riguarda gli argomenti che interessano gli investimenti, si guarda a cosa mangiamo, come lo acquistiamo e come lo produciamo, cioè tutta la filiera è sotto la lente di ingrandimento.

Il risparmiatore cosa può fare? Investire in fondi che si occupano di nutrizione è un primo passo per fare del bene al Pianeta, il secondo è alimentarsi in modo corretto e sostenibile: la tanto vituperata dieta mediterranea, che qualcuno cerca di spacciare come non sostenibile, ne è un classico esempio. Prediligere un alimento nostrano, il pomodoro per esempio, a discapito di uno che per arrivare sulle nostre tavole debba fare migliaia di chilometri è un classico esempio di sostenibilità.

Quando pensiamo ad aziende sostenibili pensiamo a piccole realtà, ma dobbiamo sapere che anche grandi realtà, magari non molto amate dai campioni di calcio che le criticano durante le conferenze stampa, fanno la loro parte nella sostenibilità. La ben nota azienda cui faccio riferimento ha per esempio dichiarato che entro il prossimo decennio diminuirà l’emissione di CO2 nell’aria attraverso il riciclo della plastica e che più del 50 per cento delle bottiglie saranno di plastica riciclata: il modo migliore di parlare di economia circolare. L’economia circolare va a braccetto con l’alimentazione, infatti il packaging riciclato è uno degli argomenti principe quando si parla di economia sostenibile.

Torniamo per un attimo al concetto della nutrizione: mentre studiavo il fondo e pensavo al concetto di nutrizione in sé mi sono venute in mente una serie di modi di dire: da “Il sacco vuoto non sta in piedi”, che usava spesso mio nonno, dove la logica è metti qualcosa in pancia, non importa cosa, sino alla più moderna “Il nostro corpo è un motore perfetto e necessita di un carburante perfetto” che usa spesso un mio caro amico.

La nostra automobile, per logica, la dovremmo portare dal meccanico specializzato in quella marca, ma spesso la portiamo dall’amico che la ripara nel garage del palazzo magari come hobby. Pur bravo che sia, magari il nostro amico non ha tutti gli strumenti che servono ad aggiustarla. Per la nostra nutrizione e per il nostro benessere dovremmo per logica rivolgerci a professionisti che lo fanno di mestiere, invece spesso ci rivolgiamo ad esperti improvvisati che ci consigliano in base a semplici abitudini o convinzioni personali o magari ancor peggio per mero guadagno. Tanti prodotti disponibili sul mercato sono sicuramente buoni, ma dobbiamo sapere come usarli: quando parliamo di denaro per logica dovremmo rivolgerci a persone che lo fanno di mestiere, magari con strumenti di analisi all’avanguardia, ma anche qui spesso ci rivolgiamo all’amico che ne sa, magari perché per puro diletto legge qualcosa di finanza o ama i grafici dell’analisi fondamentale. Come scrivevo nel mio gruppo Facebook qualche tempo fa: “OGNI OFELÈ FA EL SO MESTÈ”. Questo proverbio milanese sottolinea che ogni pasticciere, estendendolo ogni artigiano, deve fare ciò che gli compete e non fare lavori di cui non sa. 

Se è vero che la salute passa anche dall’alimentazione e che la salute e il denaro sono le cose più importanti, perché prima di ingerire un alimento o di comprare uno strumento finanziario non ci rivolgiamo a chi ne sa più di noi? Volete fare del bene a voi e al Pianeta? Investite e nutritevi bene, magari chiedendo prima ad un esperto.

Buon appetito!

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