Lo scorso anno scrivevo: “Andare contro corrente a volte può sembrare un atteggiamento da pazzi, ma spesso e volentieri chi si comporta in questo modo lo fa per una ragione, uno scopo o un sogno ben preciso. Avete mai pensato agli uccelli migratori? Ci sono specie come le oche selvatiche, che volano anche mesi e per distanze incredibili sino a 70.000 km, sembrerebbe da pazzi farlo, ma lo scopo del volatile è arrivare a destinazione e anche se la logica dice il contrario ce la fanno. Non senza difficoltà, sfidando pericoli e situazioni metereologiche di ogni tipo”.

Scrivevo questo quando i Mercati crollavano e io consigliavo di star tranquilli, perché ci sarebbe stata una fine del tunnel-pandemia. Nello stesso periodo facevo notare, sempre andando controcorrente, che i Bitcoin erano rischiosi, e che solo una parte marginale del proprio patrimonio andava investito in questo strumento. Alcuni clienti, malgrado i miei consigli, hanno voluto investire un po’ del loro denaro in bitcoin. Ho sempre detto loro di stare attenti perché, nel momento in cui le Banche Centrali si fossero mosse sulle monete virtuali, ci sarebbe stato uno scossone sul Mercato delle Criptovalute.

Ho sempre affermato di non essere un consulente speculativo e lo ribadisco oggi. Non investire in Bitcoin è una scelta protettiva verso i clienti. Non voglio farli cadere in due degli errori che ho spiegato nella mia nuova Guida sugli investimenti (puoi scaricarla gratuitamente qui) e cioè: uno, tutti scrivono della bontà dell’investimento in bitcoin senza tener conto dell’investitore, del suo orizzonte temporale e della capacità di accettare le oscillazioni; due, il cosiddetto Effetto Gregge, la logica che, se lo fanno tutti, è sicuramente corretto: non sempre il sentimento comune è giusto, e la storia è colma di “effetti gregge” e non solo in campo finanziario.

È di questa ultima settimana la notizia che la prima Banca Centrale, nella fattispecie quella cinese, si sta muovendo anche sulle criptovalute. Il solo parlarne ha creato uno scossone ai bitcoin, che a oggi sono la criptovaluta più nota e che hanno avuto una contrazione del 20 per cento nell’arco di appena sette giorni.

Quando assisto un cliente e parlo con lui, la prima cosa che voglio capire è la sua capacità di accettare una correzione così importante in così poco tempo. Questa mia prudenza – la diversificazione e l’attenzione alla capacità di sopportazione del rischio da parte del mio cliente e la sua fiducia nelle scelte che ho fatto per lui – ha spesso permesso di subire meno le oscillazioni di mercato.

Non voglio demonizzare i bitcoin, ma voglio affermare che non sono per tutti, come spesso invece potrebbe sembrare dalle varie pubblicità che compaiono qua e là sui siti Internet e sui social. Si potrebbe obiettare che basta entrare e uscire quando si è raggiunto un certo guadagno, ma purtroppo spesso in questo caso subentra un altro errore di cui ho parlato nella mia nuova Guida sugli investimenti (puoi scaricarla gratuitamente qui): l’Overconfidence, cioè il credere di sapere dove andrà il Mercato; un errore, questo, che porta inevitabilmente a sottoppesare o sovrappesare le posizioni di investimento.

La storia del Fondo Magellan degli Anni ’90 ci insegna che l’investimento è una questione di pazienza. Il fondo, nel giro di dieci anni, guadagnò sempre, ma la maggior parte degli investitori perse: come è stato possibile? Semplicemente sbagliando i momenti di entrata e di uscita: gli investitori che entravano perché tutti parlavano del Fondo, spesso compravano con alte valutazioni e uscivano con basse valutazioni.

Per ottenere un risultato, quindi, l’importante è valutare quanto sono confidente al rischio e che orizzonte di investimento posseggo. Sembra facile, vero? La risposta è: NO!

 Ecco perché avere un consulente al proprio fianco può farci volare controcorrente, ma non rischiare di perdere la rotta.

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