Sabato ero anch’io davanti al televisore a guardare la partita Danimarca-Finlandia, quando il giocatore danese Christian Eriksen si è accasciato al suolo, colpito da un malore improvviso. È stato un momento emotivamente difficile e quello che è successo nel giro di una manciata di minuti al campione che milita nel campionato italiano mi ha fatto riflettere: i giocatori della sua squadra hanno tenuto un comportamento esemplare, prima facendo in modo che fosse in sicurezza e non soffocasse durante gli interminabili attimi che hanno preceduto l’arrivo dei medici sul campo; poi stringendosi attorno al proprio compagno e facendogli da scudo in quei momenti così difficili per lui, letteralmente a cavallo tra la vita e la morte. Anche per questo, nelle ore e nei giorni successivi, si è fatto un grande parlare di valori come l’amicizia e il senso di appartenenza.

I valori sono i mattoni che i nostri genitori ci danno quando siamo piccoli e che ci portiamo dentro per tutta la vita. Violare o non mantenere i propri valori è una cosa che emotivamente ci pesa: essi sono i simboli che animano le persone, tanto è vero che al mondo ci sono molte più persone disposte a morire per un’idea e un valore che per una cassa piena zeppa di denaro.

Mentre riflettevo ancora su tutto questo, mi è capitata tra le mani un’indagine di Schroders nella quale si affermava che il 77 per cento dei risparmiatori italiani non è disposto ad andare contro i propri principi negli investimenti: tre nostri connazionali su quattro, insomma, non sono disposti a fare investimenti contro la propria etica, anche a costo di guadagnare di meno. Sicuramente qualcuno potrebbe obiettare che uno su quattro lo farebbe: è vero, ma preferisco concentrarmi sulle cose positive. Credo che, come sempre è successo, un movimento positivo vince sempre su uno negativo e del resto la Storia ce lo insegna: negli investimenti vale e deve valere lo stesso. Un investitore che è contro la guerra non può pensare di dare il proprio denaro a un fondo che investe nell’industria bellica: lo stesso vale per una persona che vuole liberare il mondo dagli idrocarburi enon può eticamente investire in un fondo petrolifero.

Affermo da tempo che il denaro non può mai essere il fine. È dimostrato che, anche se nel breve periodo, uno può averla vinta: ma nel lungo periodo non riuscirà a reggere. Per chi storce il naso poco convinto, avete mai visto il film Wall Street? Il senso di quasi completa onnipotenza contraddistingue molti passaggi della pellicola, ma alla fine i valori hanno sempre la meglio. Persino il più avido dei protagonisti, davanti al nipote, si redime. La morale? Dobbiamo ricordare che non lasciamo il ricordo per quanto denaro abbiamo, ma per come lo abbiamo usato.

La scelta del proprio consulente deve partire anche da queste basi, cioè dai valori che ci contraddistinguono. Ad esempio io non investirei mai nell’industria bellica, perché sono contro la violenza: quindi se voleste speculare in quel settore, io non sono il consulente che fa per voi. Credo invece sia un nostro dovere lasciare ai nostri figli un mondo migliore e più vivibile: ecco perché da tempo professo che gli investimenti sull’ambiente, il riciclo e tutto ciò che può migliorare il mondo siano la base per un Pianeta meglio gestito in termini di clima e ambiente. Credo soprattutto nel rispetto nei confronti dei miei clienti e nel lavorare con competenza e passione per raggiungere con loro gli obiettivi che di volta in volta si prefissano.

Se anche tu pensi che i valori siano la cosa più importante e che il denaro sia il mezzo per arrivare ad un fine più alto – l’istruzione dei nostri figli, una vecchiaia serena senza pesare su nessuno o anche, perché no, una casa per le vacanze; se hai il tuo sogno, la tua aspirazione, allora chiamami: scoprirai che investire nell’industria Green, oltre a essere etico, è anche remunerativo.

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