In questi giorni sulle principali testate giornalistiche di settore si parla dell’aumento della propensione al risparmio degli italiani arrivato al 20%, allo stesso tempo sottolineano che il denaro resta sui conti correnti con perdite dovute all’inflazione, infatti dal 2000 ad oggi la merce da mettere in un carrello spendendo 100,00 € si è quasi dimezzata.

Le stesse testate pongono l’accento su una possibile patrimoniale e qualcuno ipotizza un prelievo forzoso sui conti.

Stiamo arrivando alla fine del 2020 e c’è ancora tempo per chi lo vuole di evitare anche quest’anno un suicidio fiscale che si sommerebbe alla perdita di potere d’acquisto del denaro sui conti ed all’eventuale patrimoniale, sottoscrivendo o aggiungendo denaro sul fondo pensione.

Spesso quando parliamo di fondo pensione i risparmiatori storcono il naso, la perdita della possibilità di usare il denaro nell’immediato li blocca.

Se il “ costo “ di lasciare i soldi sul conto è alto, quello per la non sottoscrizione di un fondo pensione è molto più alto, ed addirittura per un dipendente potrebbe essere elevatissimo.

I numeri a volte possono rappresentare l’entità del problema, facciamo qualche esempio.

Esempio 1, dipendente senza fondo pensione

  • Dipendente che lavora da 40 anni in un’azienda 
  • Ipotesi di TFR accantonato 48.000,00 €  (1200,00 € per anno), con un 1% all’anno in capitalizzazione composta per 40 anni arriviamo a 61.000,00 €.
  • Capitale liquidato al netto dell’imposta 46.970,00 € (61.000,00 – 23% aliquota minima)

Esempio 2, dipendente con TFR versato nel fondo pensione

  • Dipendente che lavora da 40 anni in un’azienda
  • Ipotesi di TFR accantonato 48.000,00 €  (1200,00 € per anno), con un 1% all’anno in capitalizzazione composta per 40 arriviamo a 61.000,00 €
  • Capitale liquidato al netto dell’imposta  ipotesi peggiore 51.850,00 € (61.000,00 -15% aliquota peggiore per permanenza in fondi pensione da 0 a 15  anni)
  • Capitale liquidato al netto dell’imposta 55.510,00 € (61.000,00 -9% aliquota migliore per permanenza in fondi pensione da 35 anni in su)

Qualsiasi sia l’ipotesi, la migliore o la peggiore il risparmio fiscale è sicuramente importante cresce con il crescere della permanenza nel fondo dal quindicesimo anno sino al trentacinquesimo infatti l’incremento è di 0.3% all’anno.

Esempio 3 libero professionista / dipendente senza fondo pensione

  • accantonamento di € 2.000,00 all’anno per 40 anni 80.000,00
  • Ipotesi di rendimento 2%  capitale 127.000,00. €

Esempio 4 libero professionista / dipendente con fondo pensione

  • accantonamento di € 2.000,00 all’anno per 40 anni 80.000,00
  • Ipotesi di rendimento 2%  capitale 127.000,00. €
  • Risparmio fiscale annuo 600,00 € ( ipotesi aliquota 30%) per 40 anni 24.000,00
  • Tassazione a scadenza massima 19.050,00 €, minima 11.430,00. (Valgono le regole per il TFR)
  • Capitale finale ip peggiore 131.950,00 €, ip migliore 139.570,00€

Un dipendente può sommare il TFR all’accantonamento personale. 

La domanda che dobbiamo porci è se vale la pena di “spendere” tutti questi soldi.

Una quota parte del 20% del risparmio deve assolutamente essere dirottato nei fondi pensione per evitare un suicidio fiscale importante.

Solo pianificando il proprio futuro ed accantonando in previdenza possiamo evitare salassi fiscali e minor potere di spesa domani.

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