Il MES o meglio conosciuto come “Fondo salva stati” entra in vigore nel 2012 con la funzione di contrastare gli choc del debito sovrano nell’eurozona, cioè deve servire ad aiutare i paesi in difficoltà.  Il fondo come detto ha la funzione di stabilizzare le economie in difficoltà attraverso risorse finanziarie garantite dagli altri Stati dell’Eurozona. La nazione che partecipa in maniera più cospicua è la Germania che garantisce il 27% del fondo, l’Italia partecipa per il 18%. Il denaro non viene fisicamente versato, è più che altro un impegno. Comunque questo impegno fa si che il fondo abbia molta più credibilità delle singole nazioni, e può perciò prendere a prestito il denaro a tassi più bassi da prestare alle nazioni in difficoltà.

L’accesso ai fondo salva stati è garantito alle nazioni che hanno comunque i parametri in ordine, come il rapporto tra debito e PIL ad esempio. Il fondo salva stati ha già erogato finanziamenti per Cipro, Grecia e Spagna e dobbiamo dire che ha funzionato perfettamente, tanto che queste nazioni sono quasi fuori dalla crisi. Allora perché tutta questa polemica in Italia? Presto detto. Sappiamo tutti che il nostro paese non ha i parametri solidi, rapporto debito/PIL e soprattutto la crescita negli ultimi anni ci vedono in difficoltà, e quindi non potrebbe in caso di bisognoaccedere al fondo se non a particolari condizioni che adesso vediamo. Negli accordi tra i vari stati si dice che l’accesso è concesso alle nazioni che non hanno procedure di infrazione, un deficit negli ultimi 3 anni inferiore al 3% e un rapporto debito/PIL inferiore al 60%.

Queste misure renderebbero molto difficoltoso per il nostro paese accedere agli aiuti del fondo, anche se potrebbero essere un buon motivo per mettere mano una volta per tutte ai nostri conti pubblici. Inoltre teniamo conto che abbiamo già versato 14  miliardi di euro. Solo in caso di difficoltà perciò, si prospetterebbe per l’Italia la possibilità di una ristrutturazione del debito.  In quel caso risparmiatori possessori di titoli di stato vedrebbero scendere il valore dei titoli che hanno in portafoglio. In questo modo si potrebbero reperire risorse per evitare il default, ma il costo da pagare per i risparmiatori sarebbe ingente. Altro punto nodale, è il timore che la banca centrale europea vedrebbe aumentare il suo potere, togliendo di fatto la possibilità di manovra alle banche nazionali, cosa che nei fatti è già attuale. Non mi voglio addentrare in riflessioni e considerazioni politiche che non mi competono, ma sicuramente l’approvazione di questi nuovi trattati potrebbero essere per il nostro paese un brutto colpo, ma anche uno sprone a cercare di modificare una spirale che da molto tempo, piano piano sta stritolando la nostra economia. Per evitare queste problematiche la diversificazione di portafoglio e l’investimento globale sono le uniche soluzioni. Condividi questo sorso con i tuoi amici, investire consapevolmente riduce i rischi.

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