Incontrando il proprio consulente finanziario ci si aspetta di parlare di interessi, cedole e capitale. Nei discorsi ci dimentichiamo del capitale vero cioè il capitale umano. Recentemente un mio cliente ha avuto suo malgrado un sinistro di una certa entità, che ne ha compromesso l’attività lavorativa.

Nella disgrazia, la fortuna che ha una copertura assicurativa che lo tutela contro gli infortuni, con un capitale di invalidità permanente importante. Il capitale erogato dalla compagnia per la garanzia di invalidità gli permetterà di sostenere le cure di riabilitazione e di non toccare il capitale che faticosamente ha messo da parte.

“assicurazióne s. f. [der. di assicurare]. – 1. a. Il fatto di assicurare, di assicurarsi, cioè di rendere o rendersi certo, o sicuro, o protetto”. Queste sono le prime parole che trovate sulla Treccani per definire assicurazione. Ci sono due vocaboli sui quali mi soffermerei, “sicuro e protetto”, chiediamo a gran voce la protezione del capitale finanziario e non lo facciamo per il capitale che lo genera: l’uomo. Quando penso all’assicurazione mi viene in mente il concetto italiano di assicurazione: “mi ripago il cancello se si rompe”, “cambio la televisione se si fulmina”, “se cado in negozio prendo la diaria” concetti ripetuti da molti, come se il fine ultimo dell’assicurazione fosse recuperare i soldi del premio. Aggiungiamoci poi che vediamo l’assicurazione come un costo e spesso evitiamo di assicurarci perché “sono soldi buttati via, se non mi succede nulla?”. Mi capita spesso di sentire queste parole, ma se chiedete al mio cliente cosa pensa del premio assicurativo di 700,00 € annui pagato per 13 anni che oggi gli permette di curarsi in clinica e di non avere assilli finanziari non potrà far altro che dirvi, “I soldi meglio spesi nella mia vita”. Non basta pensare che le probabilità che succeda a me sono poche, fino a cinque secondi prima lo pensava anche lui.

Gli italiani sono un popolo fatalista, che preferisce accantonare risparmi in vista degli imprevisti ma esita a coprirsi dai rischi”, (Il sole 24 ore- Giorgio Gaia Fedi 25 maggio 2019). Nell’ articolo si fa riferimento ad un retaggio culturale ed alla poca informazione. Purtroppo ci collochiamo anche in campo assicurativo tra gli ultimi in Europa, dati ANIA (Associazione italiana imprese assicuratrici) solo il 45% delle case è assicurato malgrado l’80% della popolazione sia proprietario di casa, solo Portogallo e Grecia peggio di noi. Si scende poi al 24% sugli infortuni e ad un misero 6% per quanto riguarda la premorienza. Sempre nello stesso periodo il “Corriere della sera” evidenziava come la mancanza di cultura finanziaria portasse l’italiano a non assicurarsi, ma a preferire tenere i soldi in conto per tutelarsi. Anche questa settimana non bastano le corna a salvarci, bisogna assolutamente ripianificare la propria posizione assicurativa, ma non da soli, in quanto l’emotività potrebbe crearci brutti scherzi.

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