Un anno di Mercati e poco sembra essere cambiato. Cosa dobbiamo aspettarci ?

“ Cronaca Vs Storia “

Il 30 giugno 2018, poco più di un anno fa, leggendo qua e là sui siti finanziari, qualcuno evidenziava il fatto che il mercato azionario americano avrebbe continuato la sua corsa almeno fino alla fine dell’anno. Qualcun altro invece diceva che il mercato azionario europeo avrebbe resistito ai problemi di carattere politico provenienti dai movimenti populisti. Altri ancora che la Cina grazie alle manovre fatte dal governo cinese stava cominciando una fase di grande crescita.
Gli stessi soggetti alla fine del 2018, cioè sei mesi più tardi dichiaravano che l’economia americana era giunta a fine ciclo, i governi europei non stavano intervenendo a sostegno dell’economia, e che i dazi americani stavano comprimendo l’espansione cinese. Sappiamo bene come sono andate le cose. E oggi ? Quali sono i sentiments dei guru finanziari ? Le azioni europee tornano ad essere appetibili, il dollaro stabile favorirà la crescita degli emergenti, le politiche di Trump sosterranno l’economia a stelle strisce, le banche centrali favoriranno la crescita con politiche monetarie accomodanti. La domanda che ci dobbiamo porre è la seguente : <<“ Dove posso trovare una risposta logica in tutte queste contraddizioni ? >> La risposta sta nell’analizzare la situazione in maniera razionale e nello scindere la CRONACA dalla STORIA. La storia ci insegna a posteriori che le politiche economiche e i mercati hanno sempre creato gli anticorpi per far fronte ai virus anche i più virulenti della cronaca giornaliera. I due esempi più recenti ed eclatanti sono l’11 Settembre 2001 che ha cambiato la storia del mondo e che sembrava aver intaccato l’economia americana in modo violento e che invece si riprese in maniera altrettanto violenta. Nel mese di ottobre dello stesso anno un noto quotidiano finanziario italiano scrisse: << Wall Street batte Bin Laden >> . Il secondo esempio ancora più significativo perché maggiormente legato al mondo economico è quello dei Mutui Sub Prime. Anche in questo caso, nonostante la crisi sia stata ancora più grave, forse la più grave mai avvenuta, il mercato americano in poco tempo ha saputo reagire e ripartire con slancio, seguito da tutti gli altri. Dal 2000 al oggi, il premio Nobel per l’Economia è stato assegnato per tre volte a degli Psicologi che hanno studiato la reazione degli investitori ai fatti di cronaca finanziaria, evidenziandone gli errori comportamentali dovuti a scelte fatte sull’onda dell’emotività del momento e quindi poco razionali. Possiamo divertirci a fare “Previsioni” di ogni tipo, ma solo la Storia e quindi le scelte di lungo periodo ci possono dare tranquillità e stabilità.

TEST INVALSI 2019

Mercoledì sera, mentre noi ci apprestavamo ad andare a dormire i mercati finanziari hanno brindato alla notizia che il Presidente della FED potrebbe a breve intervenire sui tassi americani. Il probabile prossimo ribasso, anche se conferma un piccolo rallentamento nell’economia globale è stato valutato in maniera molto positiva dai mercati che hanno reagito con dei rialzi importanti. Questa la prima notizia del TG24 di giovedì mattina.
La seconda notizia che personalmente giudico molto preoccupante e che mi ha lasciato senza parole, e stata quella relativa ai “Test Invalsi 2019”. Test ai quali si sono sottoposti non soltanto gli studenti della scuola primaria obbligatoria ma anche di quella secondaria. I risultati dicono che nella media, oltre il 30% degli studenti finisce il suo percorso formativo senza una conoscenza sufficiente della lingua italiana per non parlare di materie tecniche come la matematica di base o della comprensione di una conversazione in Inglese, dove le statistiche sono anche peggiori. Molti di questi ragazzi, che non vorranno proseguire con gli studi universitari, si avvicineranno al mondo del lavoro. Sono gli stessi ragazzi di cui parlavo la sorsa settimana, i famosi MILLENNIALS. Molto tecnologici ma evidentemente non altrettanto istruiti ed informati. Sono gli stessi che dovranno volenti o no, avvicinarsi anche al mondo della “Finanza”. Riusciranno a farlo senza problemi ? Dovranno diventare clienti di una banca per poter ricevere lo stipendio su un conto corrente, dovranno scegliere come gestire il loro TFR, potrebbero avere la necessità di un finanziamento per acquistare un’auto o una moto per recarsi al lavoro. Nei casi più complessi potrebbero essere costretti a sottoscrivere un mutuo per andare a vivere da soli o con la fidanzata. Dovranno imparare parole nuove tipo Tasso, Commissioni, Estratto conto, Fondo Pensione, Interessi, Rate, eccetera. Come puoi vedere i problemi della vita di tutti i giorni si incrociano quotidianamente con la Finanza e fare scelte come quelle che ho indicato non è per nulla semplice, soprattutto se conosci poco la materia. Molti di loro, giocoforza si rivolgeranno a parenti ed amici per avere del consigli. Qualcuno verrà indirizzato alla banca sotto casa qualcun altro ad un professionista di famiglia. Purtroppo anche in campo finanziario la cultura di base nel nostro paese non è molto alta tanto da spingere il MEF (Ministero Economia e Finanze) a scegliere un mese dell’anno cioè ottobre e dichiararlo “Mese della Cultura Finanziaria” (Seconda Edizione). Durante questo periodo molti addetti ai lavori organizzeranno eventi, seminari, serate tematiche per parlare di finanza e cercare di renderla più “amica” per tutti. Io sarò tra questi e ti comunicherò le date. Non si tratta di diventare “trader” o speculatori, oppure di scommettere su “valute o derivati” , si tratta solo di capire che i soldi sono un mezzo attraverso il quale dobbiamo gestire la nostra vita di tutti i giorni e quindi se ne conosciamo almeno l’ABC molte scelte anche se difficili ci sembreranno almeno più chiare.

http://www.quellocheconta.gov.it/it/news-eventi/mese_educazione_finanziaria/

“Welcome to the Future”

Da alcuni anni stiamo assistendo ad una frattura generazionale in campo , sociale, politico ed economico. Questa spaccatura è stata prodotta principalmente dalle nuove tecnologie che hanno visto le nuove generazioni, i cosiddetti “MILLENNIALS” , usufruirne in modo molto importante sfruttandone tutte le potenzialità, dinamismo e fruibilità prima di tutto.
Le nuove tecnologie che si sono sviluppate soprattutto nell’ambito della comunicazione (Facebook, Twitter, Istagram …..) oltre ad aver cambiato il livello di interconnessione tra gli individui, hanno creato anche una nuova realtà economica. Infatti pur non avendo un obiettivo produttivo in termini classici, queste società oggi rappresentano una realtà consolidata in campo economico e finanziario. Stiamo assistendo ad una nuova rivoluzione industriale. In passato abbiamo già visto cambiamenti epocali, il passaggio dal cavallo all’automobile grazie a John Ford , la nascita dei primi personal computer grazie al genio di Bill Gates. Oggi non potremmo vivere senza le loro invenzioni anche se nel momento del cambiamento ne eravamo terrorizzati. Quindi la domanda che dobbiamo porci è: “Da un punto di vista finanziario e degli investimenti, possiamo non tener conto di queste nuove realtà ? “ La risposta è sicuramente No. Chi non ha creduto in Ford o in Microsoft in passato è rimasto escluso dal mercato e chi non vuole accettare queste nuove realtà economiche e finanziarie , rimarrà solo a margine del mondo della finanza e dell’economia. << Tutti gli attori in campo dovranno adeguarsi >> . Gli addetti ai lavori della finanza dovranno tener conto non solo delle aziende e del cambiamento nelle loro modalità di business, ma anche e soprattutto degli “Investitori” e del loro diverso modo di approcciare il mondo degli investimenti. Anche i risparmiatori che fino ad ora ha avuto un rapporto con il mondo degli investimenti di tipo tradizionale dovranno in futuro tenere conto di un mondo che cambia, al quale dovranno adeguarsi per non subirne il vorticoso sviluppo e rischiare di rimanerne esclusi. I MILLENNIALS dal canto loro però, dovranno rendersi conto che comunque il mondo economico e finanziario non è solo digitale e virtuale ma un mix con quello che il passato è riuscito a produrre. Il Treno del Futuro sta passando e tutti noi dobbiamo riuscire a salire e a trovare la carrozza e la poltrona che più si addicono alle nostre esigenze.

Falsi miti: il mattone (29/06/19)

Buongiorno e benvenuto all’appuntamento settimanale con “Un Sorso di Finanza”. Questa settimana continuiamo con l’analisi dei “Falsi Miti” del nostro paese: IL MATTONE.

FALSI MITI: “IL MATTONE” Fin dal dopoguerra, con lo sviluppo economico e industriale, la ricchezza prodotta sotto forma di risparmio delle famiglie è stata indirizzata in grande quantità sull’asset Immobiliare. Tant’è che degli oltre 10.000,00 miliari di Euro di patrimonio accumulato negli anni, oltre il 60% e composto da immobili di vario genere.
L’Italia si colloca in Europa al primo posto nel rapporto tra case possedute e numero di abitanti, che è pari al 72%. Vorrei analizzare questo dato da un punto di vista esclusivamente economico e finanziario tralasciando l’aspetto culturale e sociale. Come dimostra il grafico della foto, elaborato da OECD in collaborazione con S&P, il mercato immobiliare italiano dal 1975 fino al 2006 è cresciuto in maniera esponenziale alimentato dalla continua domanda, subendo poi dall’inizio della crisi innescata dai mutui subprime americani una contrazione importante ( – 19% circa). Cerchiamo di capire meglio analizzando i numeri. Dal grafico in foto (scusate il colore della curva ma non è stato possibile cambiarlo) emerge che dal 1980 al 2016 il valore reale degli immobili è cresciuto del 25% che tenendo conto della capitalizzazione composta corrisponde a circa lo 0,50% annuo. Se poi consideriamo spese e tasse ………….. Se paragoniamo questo rendimento a quello di uno dei mercati azionari più bistrattati, cioè la borsa italiana vediamo che malgrado questa sia crescita meno degli altri mercati azionari il suo rendimento medio ha comunque superato il 5% annuo (Indice Comit 73/2017 + 5,7% annuo). Dal 1980 ad oggi in nessun paese al mondo l’asset immobiliare ha superato quello azionario, malgrado tutte le crisi passate, torri gemelle e mutui subprime comprese. Attenzione, lungi da me sostenere che l’investimento in azioni sia il migliore possibile. Per concludere torniamo al solito discorso della compente emotiva che accompagna il mondo egli investimenti e che se aggiunta alla scarsa conoscenza finanziaria porta spesso i risparmiatori a commettere errori importanti e a conseguenze in termini di rendimento altrettanto importanti. Oggi più che mai il risparmio deve essere accompagnato da scelte ponderate che non sempre si è in grado di compiere in autonomia …….. Un saluto.
SRCF

Valore della consulenza (Sorso 22/06/19)

Buongiorno, settimana decisamente positiva sui mercati, che hanno beneficiato delle dichiarazioni di Draghi e Powell relativamente alla possibilità di diminuire i tassi e ricominciare a sostenere le economie attraverso iniezioni di nuova liquidità. Ultimamente gli spunti di cui parlare si ripetono ………. Parliamo d’altro.

Psicologia e finanza, da sempre viaggiano a braccetto e sono due facce della stessa medaglia. Gli ultimi due premi Nobel dell’Economia sono stati assegnati a due psicologi. In un mondo sempre più complesso dove lo stress la fa da padrone, la figura dello psicologo diventa fondamentale per affrontare le problematiche legate a questo fattore. Anche il mondo della finanza soprattutto negli ultimi anni ha subito cambiamenti epocali, se a questo sommiamo che alcune certezze del passato tipo la sicurezza dei titoli di stato e della pensione pubblica sono venuti meno ……. “ALTRO CHE STRESS”!
Questa nuova realtà ha costretto i consulenti finanziari a cambiare pelle, oggi non sono più responsabili solo di scelte finanziarie volte ai risultati, ma devono preoccuparsi che queste scelte siano anche in linea con gli obiettivi del ciclo di vita delle persone. Il valore della consulenza si misura nella capacità di fare emergere i reali bisogni, tant’è che questa capacità è diventata oggetto di studio da parte di accademici e professori. In settimana ho avuto il piacere di partecipare ad un convegno organizzato da ANASF (Associazione Nazionale Consulenti Finanziari) tenuto dal Prof. Bertelli docente di Economia all’Università di Siena che ha messo in evidenza l’importanza di una guida nelle scelte di investimento. In sostanza ha messo in risalto quanto più costosa possa essere una scelta finanziaria sbagliata in termini di pianificazione rispetto al costo effettivo della consulenza. La partita infatti non si gioca più sulla differenza di punti percentuali di rendimento, ma sul raggiungimento dei propri scopi attraverso lo strumento più adeguato. Di seguito un test facile facile. Io la risposta più vantaggiosa la conosco, tu mandami la tua che potremo confrontare nel mio prossimo evento . Ciao e buon sabato.

illusione e sicurezza (Sorso 15/06/19)

Buongiorno, settimana piuttosto tranquilla sui mercati. Gli alti e bassi del petrolio legati agli scontri tra USA e Iran, e alle vicende terroristiche delle due petroliere. Le vicende Italia vs Europa che, come sapete, mi astengo dal commentare per non sbilanciarmi politicamente ma che indirettamente riguardano l’argomento di cui vi parlerò oggi. Questi in sostanza gli avvenimenti più eclatanti. Quindi parlerò di CDP…. cosa significa questo acronimo ?

“ Illusione di sicurezza “ CDP = Cassa Depositi e Prestiti, questa Spa di cui il Ministero del Tesoro italiano è il principale azionista, è il soggetto che raccoglie il risparmio postale degli italiani e lo investe per lo sviluppo del territorio, delle infrastrutture e delle aziende. Questa settimana ha proposto ai risparmiatori un prestito obbligazionario con durata 7 anni, cioè scadenza 2026, con cedole fisse per due anni al 2.70% e poi variabili calcolate sommando l’euribor a 3 mesi + 1,94%. Sicuramente delle condizioni molto interessanti, tanto che l’offerta che originariamente doveva durare fino al 21 di giugno ieri si è chiusa anticipatamente, quindi la richiesta è stata molto alta da parte dei risparmiatori.

Ragionando su questa situazione mi sono posto una domanda, che poi è la domanda che tutti coloro che investono dovrebbero porsi prima di fare delle scelte e cioè, “quanto è alto il rischio che mi sto assumendo ?”. In generale per fare una valutazione della variabile “Rischio” dovrei confrontare il rendimento di due attività simili per durata e cedola, e mi accorgerei che quella con il rendimento più alto è anche quella con il livello qualitativo più basso. Quindi torniamo alla nostra obbligazione CDP, se la confrontiamo ad un titolo di stato tripla A (massima sicurezza), per esempio austrico, notiamo che quest’ultimo con scadenza 2027 ha attualmente un rendimento negativo dello 0,15%. Pertanto tutta la differenza sta in quello che ti ho spiegato qui sopra, cioè in questo momento CDP è costretta ad offrire un rendimento più alto (non per colpe sue) per compensare un “Rischio Paese” (Tecnicamente Rischio Emittente)più alto. I mercati in questo momento pesano l’Italia più rischiosa dell’Austria e quindi pretendono un interesse più alto come ti avevo spiegato in un Sorso precedente (Duration-Rischio Tassi 13/4). Nei prossimi appuntamenti ti spiegherò le altre tipologie di “Rischio” che incontriamo quando andiamo ad investire i nostri risparmi. Spero che questo mio Sorso possa aiutarti in futuro nelle scelte, che farai o che faremo insieme, e ti auguro una buona domenica.
Sergio

Economie in rallentamento (Sorso 8/6/19)

Buongiorno, le notizie che ci hanno accompagnato durante la settimana sono sostanzialmente quattro : La procedura di infrazione nei confronti dell’ Italia, lo spread Greco che ha raggiunto quello italiano, la mancata fusione Renault/FCA, e in ultimo il rallentamento dell’economia Tedesca e statunitense. Nei primi tre casi andrei ad invadere un terreno politico che voglio evitare, perciò mi concentrerò sull’ultima notizia….

I protagonisti involontari della settimana economica sono ancora loro, Draghi e Powell rispettivamente numeri uno di FED e BCE. Se andiamo a riprendere quello che avevo commentato in diversi sorsi riguardo alla crescita economica generale, pareva che dopo un fine 2018 in affanno per l’inizio della guerra commerciale legata ai dazi messa in atto da Trump dei confronti di diversi partner, si fosse giunti ad un accordo che aveva calmato la volatilità dei mercati. Abbiamo così assistito ad una prima parte dell’anno scoppiettante, salvo poi vedere la ripresa della volatilità al ricomparire delle ostilità (vedi sorso del 11 maggio scorso).

Se all’inizio sembrava che queste continue liti avessero solo intaccato la stabilità dei mercati, oggi vediamo che anche le economie dei principali attori economici cominciano a risentirne. Gli ultimi dati macro Stati Uniti e Germania denotano un rallentamento del ciclo economico, dobbiamo iniziare a preoccuparci ? A questo punto i due protagonisti nella foto, rientrano in gioco infatti hanno già paventato l’ipotesi di intervenire sui tassi. E si ritorna addirittura a sentire il termine “quantitative easing”. Queste due modalità di intervento sono le uniche a disposizione delle banche centrali per evitare che il rallentamento diventi una recessione, e sembra che Draghi e Powell vogliano continuare ad utilizzarle, il primo senza interruzione di continuità e il secondo con tre nuove riduzioni significative da qui alla fine del 2019. Se queste voci si dovessero effettivamente concretizzare, certamente i mercati festeggeranno una nuova fasi di espansione economica, le nuove iniezioni di liquidità insieme alla riduzione dei tassi farebbero ripartire la corsa delle economie e di conseguenza dei mercati finanziari. Tutto questo per il momento è solo una possibile eventualità, quindi aspettiamo gli sviluppi per verificarne la realizzazione. Buon sabato. Ciao.

Italiani ed educazione finanziaria

Buongiorno, anche questa settimana i mercati hanno continuato il trend delle settimane precedenti con una spiccata volatilità. Per non ripetermi  ho pensato di commentare due articoli apparsi  il primo maggio sul quotidiano finanziario Wall Street Italia.

Da uno studio  di Black Rock investiments, il primo gestore mondiale ,   fatto su 13 nazioni europee e  su 27.000 soggetti  intervistati è emerso che gli italiani  sono un popolo di risparmiatori, ma non di investitori. Ci collochiamo al vertice per quanto riguarda il risparmio e in coda alla classifica per gli investimenti.

Dai risultati emerge infatti che gli italiani hanno una visione degli investimenti  di breve termine, privilegiando conti correnti e  depositi a discapito di altre soluzioni, ad aprile 2019 la  Banca d’Italia  evidenziava come 1/3 del risparmio degli Italiani è parcheggiata sui conti correnti,  subendo pertanto l’erosione dovuta all’inflazione, sommata alla reddittività prossima allo 0%. Di contro gli italiani  hanno una scarsa considerazione di quello che viene ritenuto a livello globale l’investimento necessario per un futuro tranquillo, cioè quello previdenziale, solo il 43% ci sta pensando o ha iniziato un accantonamento in tal senso, il dato più basso a livello globale.

Un’ulteriore recente  ricerca di Invesco investiments  conferma quello che ha evidenziato  il precedente studio, la scarsa pianificazione finanziaria degli italiani è legata al loro orizzonte temporale molto breve quando si parla di investimenti. Nel nostro paese siamo abituati a parlare e ragionare in termini di prodotti finanziari e non di obiettivi di investimento, che sono nient’altro che gli obiettivi di vita.

Un cambio di mentalità in questo senso, può essere stimolato e nello stesso tempo  accompagnato da figure professionali che oltre a migliorare il grado di cultura finanziaria possano assistere e guidare i risparmiatori nelle loro scelte.

Buon weekend

Fonte:

https://www.wallstreetitalia.com/italiani-insoddisfatti-delle-proprie-finanze/

https://www.wallstreetitalia.com/dannata-liquidita/

Montagne russe dei mercati, che fare?

Buongiorno, rieccomi per l’appuntamento settimanale. La settimana dei mercati è stata molto ballerina, influenzata da Brexit, Dazi Usa e Cina, Huawei, Elezioni Europee e chi più ne ha più ne metta ……… rischio o opportunità? Vediamo di capirne un po’ di più.

L’immagine ci evoca forti emozioni legate a repentine discese e altrettanto violente risalite, così come la settimana dei mercati finanziari. La storia e l’esperienza ci insegnano però, che, come il carrello sui binari anche i mercati ritroveranno certamente la propria stabilità e chi non scende in corsa, con il rischio fra l’altro di farsi molto male, si gode tutto il tragitto. A differenza delle montagne russe, sui mercati c’è la possibilità di migliore il risultato finale approfittando dei momenti di ribasso per aumentare i propri investimenti. Per evitare che l’emozione ci impedisca di cogliere le opportunità di acquisto è consigliabile usare uno strumento di cui ti avevo già parlato nel “Sorso” del 4 maggio scorso (https://www.sergiorotaconsulenza.it/2019/05/04/investimento-anti-stress-4-5-2019/), cioè il piano di accumulo che ci aiuta a mediare i valori dei mercati nel tempo. L’ennesima conferma che il momento esatto per investire è …….. SEMPRE. Come sempre ti auguro un fine settimana sereno. Ciao.

Cina VS USA

Buongiorno, la fine della scorsa settimana e quella che si sta chiudendo sono state piuttosto movimentate sui mercati finanziari, cerchiamo di capire perché dopo un iniziale accordo,  U.S.A. e Cina hanno ricominciato a farsi la guerra commerciale ………

Il primo trimestre del 2019 e stato per i mercati mondiali uno dei periodi più favorevoli della storia, spinto soprattutto da quello che sembrava un potenziale accordo commerciale  tra le due super potenze economiche Stati Uniti e Cina. Negli ultimi giorni questo accordo è sembrato venire meno, con la minaccia americana di nuovi dazi sui prodotti cinesi, creando nervosismo  e volatilità soprattutto sui mercati azionari. In questo momento gli operatori di mercato, anche volutamente, stanno pesando  le “informazioni social” in modo più importante rispetto ai dati derivanti dalle economie dei due contendenti. Gli Stati Uniti hanno appena comunicato una disoccupazione inferiore al 4%, minimo dal 1969 e un PIL  in crescita del 3,5% e la Cina cresce oltre il 6,5% su base annua. Se confrontiamo questi dati con l’Europa e l’Italia abbiamo di che preoccuparci, ma non è argomento di oggi. Tornando ai due litiganti, entrambi hanno ragioni e torti da tenere in evidenza. Da una parte gli States rimproverano alla Cina di utilizzare politiche e regole più da paese in via di sviluppo che da un paese che invece ormai è la prima economia del mondo, dall’altra il governo cinese da anni si sta impegnando in riforme strutturali, che però implicano tempi di realizzazione lunghi, e forzare i tempi vorrebbe dire creare problematiche interne come successe nel dopoguerra in Europa e negli Stati Uniti, dove un eccessivo sviluppo aveva innescato conflitti sociali e politici . Certamente entrambe le parti in causa vogliano arrivare ad un accordo cercando di ottenere il massimo senza perdere la faccia nei confronti dell’avversario, pertanto quando l’accordo sarà stipulato  si tornerà a ragionare in termini economici e non “Social”, questo poterà certamente il sereno sui mercati. Speriamo che questo avvenga presto. Ti tengo informato sugli sviluppi e ti saluto. Buon sabato.