Oggi vi racconto una storiella divertente …….. “ Due Piloti ciechi.”

Ho deciso di riprendere una storiella che ho letto questa settimana su LombardReport:

“All´aeroporto di Milano Malpensa, in una lunga fila di check-in di un volo MILANO – NEW YORK, durante l’attesa, un passeggero nota una persona, con uniforme da pilota e con il tipico bastone bianco usato dai non-vedenti, che entra nella cabina di pilotaggio.

Piuttosto stupito, il passeggero si guarda intorno quando vede un altro pilota, apparentemente cieco, salire a bordo.

Al ché, preoccupato, si dirige verso una hostess della compagnia aerea e domanda: “Scusi signorina, ma chi sono quei due ciechi vestiti da piloti?”

La hostess lo tranquillizza assicurandogli che, seppure ciechi, si tratta dei due più grandi piloti italiani che esistono, e che con le moderne tecnologie a disposizione, anche un cieco può pilotare un aereo.

La notizia si sparge rapidamente tra gli altri passeggeri, i quali, preoccupatissimi, si imbarcano.L’aereo si allinea e comincia la lunga corsa per il decollo, ma dopo svariati chilometri … l’aereo non si alza e continua ad accelerare … la pista sta quasi terminando ed i passeggeri, in preda al panico, cominciano a gridare sempre più forte quando, ad un metro dalla fine della pista, il velivolo finalmente si alza da terra.

I passeggeri tirano un sospiro di sollievo e, nella cabina di pilotaggio, il pilota commenta con il copilota: “Il giorno che non strillano siamo fottuti!!!”.

Morale ……… la tecnologia è importante ma non può sostituire completamente il fattore umano.
Per fattore umano intendo le capacità dell’uomo di relazionarsi con i suoi simili, a questo aggiungiamo anche il bagaglio di esperienze e di competenze acquisite dalle persone nel tempo che le rendono uniche.
Nella gestione dei vostri risparmi vi affidereste ciecamente di una macchina?
Come per l’aereo il pilota è complementare alla macchina perchè la sua sensibilità riesce a percepire cose che la tecnologia non percepisce, anche per gli investimenti vale lo stesso.
Come ho già detto altre volte, sempre più spesso incontriamo notizie di piattaforme di trading on line oppure di gestori virtuali e robot advisor, che pur essendo utili non hanno la capacità di percepire paure ed ansie dei sottoscrittori, emozioni che arrivano quando il vento degli investimenti cambia.
Quando si ha a che fare con certe tecnologie è importante conoscerle bene altrimenti al rischio dell’investimento si somma anche il rischio dell’incompetenza a formare una miscela esplosiva.
I miei clienti, che non hanno disinvestito nei mesi caldi della pandemia, non l’hanno fatto perché ho cercato di spiegare loro cosa sarebbe successo dopo la crisi, ed ho cercato di tranquillizzarli, una macchina non avrebbe fatto tutto ciò, ma avrebbe eseguito l’ordine di vendita che con molta probabilità avrebbe ricevuto, con danni enormi per l’investitore.
Mi viene in mente la pubblicità di un noto operatore telefonico con il dottore che in maniera virtuale operava dal balcone di una Villa il paziente a distanza, ecco a questo deve servire la tecnologia a far si che la persona esperta possa fare al meglio il suo lavoro per dare il servizio migliore possibile.
Quindi per tornare alla nostra storiella iniziale, prima di partire per un “viaggio” finanziario accertiamoci delle caratteristiche del pilota, ma anche della rotta e delle possibili difficoltà e imprevisti che potremmo incontrare durante il tragitto. Se il vostro pilota è all’altezza della situazione avrà già preparato oltre al piano di volo, anche dei possibili cambiamenti di rotta nel caso si presentino nuvole minacciose all’orizzonte.
Se vuoi conoscere il mio piano di volo per il tuo viaggio sai dove e come trovarmi.

Per ora in Germania …e quando da noi?

Leggevo l’altro giorno su un articolo di Wall Street Italia che 200 Banche tedesche hanno deciso di far pagare dei costi sui depositi bancari, cioè sui risparmi lasciati sul conto corrente.

L’aumento vorticoso di denaro in liquidità ha indotto le banche tedesche a far pagare i depositi in conto corrente, una mossa che potrebbe avere una duplice valenza, la prima: aumentare i ricavi della banca, la seconda: invogliare le persone a tornare ad investire nell’economia reale per aiutare la ripresa.

Questi che vengono chiamati in Inghilterra “Pandemic Saving” cioè risparmi pandemici, nascono dall’incertezza del futuro e dalla paura, atteggiamento che l’uomo ha nel suo cervello limbico, cioè la parte di cervello dove sono depositate le informazioni per la conservazione della specie.

La paura di perdere il lavoro, quella che la pandemia continui, quella di ammalarsi e potrei andare avanti, sono sicuramente paure lecite che possono venir fugate solo da una politica Europea che possa ridare fiducia ad investitori spesso lasciati soli ed in preda al panico.

Oltre al danno poi dobbiamo aggiungere la beffa, infatti in un clima sempre più cupo i mercati infilano una settimana sprint facendosi beffa di tutte le notizie negative, dall’incertezza delle  elezioni USA all’aumento dei contagi, alle chiusure in tutta Europa.

In Italia l’amore per la liquidità è molto più ampio che in altri stati, insieme alla casa ed ai BTP. I 3 amori indiscussi degli italiani.

Visco pochi giorni fa ha posto l’accento sul problema depositi bancari che sono improduttivi e che nuocciono sui bilanci bancari.

Non possiamo pensare che le banche italiane, già di per sè in difficoltà, assorbano costi senza riversarli sui correntisti; se aggiungiamo poi che il non metterli nel circuito economico potrebbe ulteriormente indebolire i risparmiatori che oltre a non guadagnare avrebbero dei costi, minando quindi il tessuto sociale del paese capiamo perché anche il presidente della repubblica Mattarella si è detto preoccupato di questo fenomeno.

I risparmiatori sono completamente in balia degli eventi?

Assolutamente no, ci sono alcuni accorgimenti e correttivi che si possono mettere in campo e che mi sento di suggerire.

In primo luogo essere attenti ai costi, leggendo gli estratti conti con più attenzione.  Una ricerca del 2018 dimostra che gli italiani oltre a leggere poco gli estratti conto cartacei di fine anno, ritenuti troppo lunghi, si recano ancora in filiale per avere la lista movimenti. Nel 2018 l’80% utilizzava ancora la filiale come mezzo principale per informarsi, percentuale molto più alta che nel resto d’ Europa.

Gli italiani, già “poco amici” del sistema bancario negli estratti leggono i movimenti ma non entrano nello specifico dei costi dei servizi che danno per scontati, senza fare confronti che potrebbero mettere in evidenza costi eccessivi.

In secondo luogo, valutare la solidità di una banca. Una che ha problemi di liquidità sarà più propensa ad addebitare costi di una ben capitalizzata.

In terzo luogo, pensare che la pandemia passerà non è un’utopia e quindi approfittare delle oscillazioni di questo periodo per avvantaggiarsi nell’acquisto di pezzi di “Economia reale” potrebbe essere intelligente  e strategicamente azzeccato.

Il caro e amato PAC di cui parlo da tempo è il metodo migliore ed è ora di sfoderarlo dalla fondina.

Come?

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Chi vincerà è importante ?

Non importa che vinca Trump oppure Biden, l’importante è che qualcuno vinca.

E’ questa la frase che sembra non avere senso ma che però sta determinando in maniera chiara, oltre al ritorno del virus, la volatilità sui mercati.

La paura dei mercati non è se vinca uno o l’altro dei candidati, anche se la differenza di vedute dei due contendenti fa sì che la vittoria dell’uno dell’altro determini visioni differenti sulla crescita economica americana e di conseguenza sulla crescita o meno di determinati mercati piuttosto che di altri.

Anche i rapporti tra le due superpotenze Cina e USA saranno sicuramente influenzati dalla vittoria di uno dei due. Uno potrebbe continuare a fare la voce grossa mantenendo dazi che però per colpa delle restrizioni tra i paesi non hanno avuto grossi effetti e magari imponendone di nuovi, l’altro potrebbe intavolare nuovi trattati volti alla collaborazione e allo sviluppo.

Uno potrebbe continuare la politica di sviluppo economico migliorando ulteriormente la fiscalità nei confronti delle aziende e l’altro invece potrebbe voler sostenere proprio attraverso maggiori introiti fiscali sugli utili prodotti dalle società del WEB, le cosiddette FAANG, una più equa politica sociale.

Tutte queste variabile generano attese e tensioni. A questo ci dobbiamo aggiungere l’incertezza del voto.

L’incertezza che il mercato subisce, è legata soprattutto al fatto che buona parte delle scelte elettorali verranno  fatte  in maniera non  tradizionale, cioè meno persone alle urne e più tramite voti postali.  Questi ultimi proseguiranno ad arrivare  anche dopo la scadenza elettorale del 3 novembre. Tutto questo, soprattutto se non ci sarà subito un evidente vantaggio da parte di una delle parti, alimenterà il vento dell’ambiguità in un paese in bilico, già spaccato in due da motivazioni politiche e sociali da diversi mesi.

Il mercato ha paura che si verifichi una situazione similare a quella già vista all’inizio degli anni 2000 tra Gore e Bush, quando quest’ultimo alla fine vinse per una manciata di voti dopo alcune settimane di polemiche ed insicurezza dovuta alla mancanza di una guida definita.

In un momento difficile come questo avere vacante il “trono” più importante del globo lasciando la locomotiva economica mondiale senza conducente potrebbe essere motivo di ulteriore volatilità.

Per un piccolo risparmiatore sfruttare come strategia di investimento la vittoria di uno o dell’altro non ha molta importanza nel lungo periodo perché i mercati ritroveranno la loro stabilità e la loro crescita; diverso potrebbe essere lo scenario di breve periodo dove sfruttare l’oscillazione del mercato statunitense, nel caso di un’elezione contrastata, con entrate programmate potrebbe rivelarsi la strategia vincente.

Se vuoi il mio parere, ti dirò che in un portafoglio ben organizzato entrambe le strategie dovrebbero essere utilizzate, in maniera diversa, con obiettivi diversi e con modalità, tempi e disponibilità diverse. In ogni caso ogni portafoglio può essere gestito con strategie differenti.

Per organizzare il tuo in modo diversificato non hai che da chiamarmi.

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DUE FATTORI CHE RALLENTANO INVESTIMENTI E CONSUMI

Dal 2000 ad oggi il risparmio degli italiani è praticamente dimezzato passando da un 13,2% del 2000a poco meno del 7 di oggi.

Inoltre, rispetto alle famiglie europee il potere d’acquisto è diminuito, infatti fatto 100 il reddito delle persone nel 2000, oggi in Italia abbiamo una leggera regressione a 99 a fronte di un aumento che va dal 117 al 126 in Francia Spagna e Germania.

Malgrado questo, uno studio di Bankitalia sul risparmio italiano evidenzia che è aumentata in maniera notevole la giacenza sui conti correnti, lo scorso anno abbiamo raggiunto sui conti correnti l’equivalente del PIL.

Della poca lungimiranza di questo atteggiamento ne ho già abbondantemente parlato https://bit.ly/quantocicosta, ma il fatto di non spendere incide anche sui consumi che possono essere il volano per l’economia.

Il professor Vittorio Pelligra professore di politica economicapresso l’università di Cagliari ha sottolineato come uno degli elementi che impediscono i consumi, cioè che il denaro venga utilizzato per l’acquisto di beni e servizi, è l’incertezza.

Sempre il professor evidenziava come sapere di un Lockdown a dicembre, paradossalmente potrebbe far bene ai consumi in quanto le famiglie potrebbero orientare il risparmio per esempiosu prodotti di pay TV piuttosto che sulla palestra, il fatto di non avere certezza di nulla ci fa rimanere fermi.

Andando più a fondo alla nostra analisi si evidenzia il fatto che i risparmiatori italiani a differenza dei risparmiatori europei prediligono accantonare sui conti correnti il proprio denaro e non utilizzare strumenti di investimento che potrebbero servire in momenti di crisi come fonte di reddito.

In questo clima di incertezza abbiamo invece una certezza e cioè che primo poi questo virus verrà debellato e che l’economia continuerà nella sua fase di crescita, in questi mesi molti economisti infatti hanno sottolineato come sia più facile prevedere dove sarà l’economia fra 10 anni piuttosto che fra 10 mesi.

Dobbiamo però tener presente che i due fattori si sommano, cioè l’incertezza del domani Lockdown o no, e la poca conoscenza degli strumenti alternativi al conto, creano per i risparmiatori un circolo vizioso.

In questi momenti si cerca sicurezza e si pensa di trovarla sui vecchi e cari titoli di stato che presentano quotazioni da capogiro che mi evocano, concessi gli scongiuri, le quotazioni drogate dei titoli tecnologici della fine anni ‘90.

Per i risparmiatori italiani questo potrebbe essere un momento importante per fare una crescita culturale e cominciare a sfruttare attraverso un piano di accumulo quella che potrebbe essere la ripresa economica nei prossimi mesi e anni, orientare il proprio risparmio su strumenti come il conto corrente potrebbe rivelarsi strategicamente, uno degli errori peggiori che si potrebbero commettere.

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Un piano d’accumulo sbagliato??!!

Di mutui abbiamo già parlato diverse volte, ma oggi voglio affrontara il tema in senso opposto, considerando l’operazione di mutuo non come un debito, ma come un “PAC” a lungo termine, con obiettivo immediato e reale già acquisito.

Per anni gli italiani hanno ritenuto l’investimento nell’acquisto di una casa una delle cose più importanti da fare nella propria vita.

Negli ultimi anni abbiamo assistito a un nuovo scenario che ha visto la casa perdere di valore sul mercato. Aver lasciato sul piatto il 20 o 30% del valore a cui si era acquistata la vecchia casa non è poi  un’ipotesi così remota e nemmeno così piacevole.

Di solito nell’acquisto di una casa lo strumento maggiormente utilizzato è il mutuo che non è altro che un piano d’accumulo per acquistare un bene, cioè la casa stessa.

Dobbiamo perciò chiederci se un mutuo fatto vent’anni fa per l’acquisto di una casa sia stato un piano d’accumulo sbagliato?

La risposta è assolutamente no, non perché finanziariamente ci sia stato un guadagno, ma perché ci ha permesso di acquistare un bene che era per noi fondamentale. Se ci pensate anche oggi predichiamo l’accantonamento anche di piccole cifre con l’intento previdenziale per esempio,  perché la variabile essenziale è il tempo e non il capitale che utilizziamo. Quello del mutuo anche se un po’ azzardato è lo stesso esempio perché investendo una piccola cifra per lungo tempo ci ha permesso di raggiungere un obiettivo importante, cioè la casa dei nostri sogni.

Uno degli errori più comuni che si fa quando si acquista una casa è quello di non vedere il mutuo come uno strumento finanziario a tutti gli effetti e trattarlo come tale. Soprattutto in questa fase storica in cui le condizioni sono veramente vantaggiose.  Nel durante gli interventi che si possono fare sull’operazione originaria sono innumerevoli, una Surroga per modificare tipo di tasso o durata, oppure una volta stabilita la cifra massima che vogliamo destinare al mutuo, se la rata si abbassa per una variazione del tasso associare al mutuo un piano d’accumulo finanziario che ci possa permettere di accorciare la durata e la rata stessa dopo qualche anno, oppure ancora dei rimborsi parziali per abbassare la rata, insomma oggi il mutuo è un’operazione finanziaria vera e propria con tante variabili diverse che è necessario conoscere.

Se si guarda al mutuo solo ed unicamente prendendo in considerazione il tasso, e spesso quello nominale e non quello reale, senza tener conto di tutti gli aspetti accessori del mutuo stesso, si fa un’analisi parziale che molto spesso non rispecchia la completa realtà delle cose.

Oggi più che mai, troviamo una gamma di offerte di ogni genere e in ogni luogo sia fisico che virtuale, su finanziamenti e mutui e quant’ altro ed oggi più che mai è fondamentale avere un punto di riferimento per non incorrere nell’ errore di farsi attrarre solo del tasso civetta.

PIL …… Progresso, Istruzione, Lavoro

Veniamo da decenni di scandali finanziari in tutto il mondo. In Italia le crisi bancarie negli ultimi anni si sono susseguite senza limiti, portando addirittura al fallimento di molte di esse.

La poca conoscenza finanziaria dei clienti sommata alla complessità degli strumenti, spesso inadeguati alle esigenze della clientela, hanno messo le banche in posizione privilegiata rispetto ai clienti e in alcuni casi si sono approfittate di questa posizione.

Ma come tutto, anche questo sistema sta cambiando e la conferma ormai arriva da ogni parte: lo Stato che attraverso il MEF ha istituito il mese della cultura finanziaria è il primo esempio, ma non certamente l’unico. Le  iniziative private per accrescere l’istruzione finanziaria delle persone non si contano, anche io nel mio piccolo anche con questa piccola rubrica settimanale punto a questo, e addirittura oggi una società internazionale ha deciso di creare un fondo che destina gli investimenti alle società che puntano sull’istruzione e sulla crescita delle persone.

Ebbene si. Tutto il mondo della finanza ormai è sempre più consapevole che avere clienti informati e formati è essenziale per poter sviluppare questo mondo in modo sempre più sostenibile ed indirizzato a soddisfare i bisogni delle persone.

Il mondo della finanza ha capito che per poter sopravvivere deve lasciare la sua posizione predominante rispetto ai clienti, non perché siano diventati matti a perdere un’egemonia, ma perché se non lo facessero l’unica alternativa sarebbe sperire.

L’istruzione non è solo la condivisione delle conoscenze ma è anche un fattore essenziale di crescita per le persone, le imprese e  gli stati che le  governano, tant’è che l’ONU l’ha inserita tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile per cercare di migliorare il la povertà a livello mondiale, ridurre le disuguaglianze e vivere in maniera sempre più sana.

Perciò direi che il passo perché si vada ad investire anche su questo tema è breve. Nasce infatti il primo fondo che investe su tutte quelle aziende e società e mondo produttivo che hanno come scopo quello di migliorare l’istruzione altrui.

Gli esperti di questo fondo perciò puntano su tre assi portanti cioè le strutture adibite all’istruzione, i contenuti e infine i servizi collegati a questa materia che nei paesi in via di sviluppo potrebbero avere percentuali di crescita importanti. I comparti collegati sono illimitati, dalla tecnologia allo sviluppo di contenuti, dai campus alle società immobiliari tutti coinvolti in quello che possiamo considerare la nuova rivoluzione culturale del nuovo millennio.

Questo è il primo esempio ma certamente verrà imitato da tutto il resto del sistema finanziario come è successo per altre tematiche come la tecnologia, la sostenibilità, la genetica ecc. ecc.

Qualche anno fa quando sono partito con l’idea di aiutare le persone che mi danno fiducia a migliorare le loro conoscenze finanziarie ero un po’ timoroso, ma ora che vedo che l’etica e la voglia crescere stanno prendendo il sopravvento, sono orgoglioso di portare avanti ogni giorno la mia piccola missione.

Se vuoi far parte del club degli Informati, contattami.

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Quanto ci costa?!

throwing away dollar in trashcan

Un’indagine di Money Advice, periodico finanziario, sui risparmiatori inglesi ha stimato che non conoscere i termini finanziari costa ad un risparmiatore circa 530,00 € all’anno.

Questi termini risultano ostici da capire alla maggior parte delle persone le quali preferiscono non affrontarli.

Da ormai 3 anni il nostro ministero delle finanze ha messo l’accento su educare i risparmiatori alla finanza, anche perché se gli inglesi, che ne sanno più di noi perdono 530,00 € a noi cosa costa?

Un articolo di alcuni mesi fa diceva che non conoscere la borsa ha fatto perdere agli italiani dal 2000 ad oggi molte occasioni, a fronte di un risparmio più alto rispetto ad altre realtà il ritorno finanziario sui risparmi è stato inferiore.

Questo fenomeno non perché gli strumenti italiani siano peggiori, con la globalizzazione tra l’altro si può investire nel mondo, ma perché gli italiani non investono con le logiche corrette.

Questo concetto è stato ripreso all’inizio dell’anno durante l’emergenza Covid quando si evidenziava che gli italiani hanno preferito i conti agli investimenti, tanto che i depositi in conto sono aumentati del 9%, ennesima occasione persa oserei dire.

Dal marzo 2019 l’obiettivo dei sorsi di finanza è quello di parlare in modo semplice senza usare l”l’economichese”.

L’idea è quella di avvicinare le persone al mondo degli investimenti, cercando di far capir loro che la finanza fa parte della nostra quotidianità e saperne di più ci può aiutare.

La stampa americana riportava un articolo di un consulente finanziario statunitense dal titolo “Why Clients hate their Financial Advisor” ossia “Perché i clienti odiano i loro consulenti finanziari” il quale evidenziava che la prima ragione è la comunicazione troppo complicata e troppo distante dal parlare comune.

Stamattina aprendo il pc mi sono imbattuto in un articolo dell’anno scorso dove si evidenziava come un investitore vecchio stile, solo obbligazioni e titoli di stato, sia in balia dei movimenti dei tassi.

Specialmente se ha investito a lungo potrebbe avere delle ripercussioni negative, viceversa con lo stesso orizzonte temporale un investitore che ha scelto la modalità del PAC ne potrebbe trovare giovamento.

Due approcci differenti con differenti strategie e risultati.

Se uniamo i puntini come nel famoso gioco:

  • Gli investitori non hanno una grande cultura finanziaria
  • I consulenti parlano un linguaggio poco comprensibile
  • Il non sapere ha un costo
  • Investire solo in ciò che si conosce perché è poco complesso può avere ripercussioni negative

Qual è la soluzione?

Mi viene un, “seguire i sorsi”.

Comunque leggere ed affidarsi a chi conosce meglio i concetti e li trasmette in modo chiaro.

Vuoi smettere di spendere?

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INDICI E PANDEMIE 2. LA CONFERMA.

Si sta avvicinando a lunghe falcate il mese di ottobre che per il terzo anno consecutivo è stato dichiarato “Mese dell’educazione Finanziaria”, perciò ho pensato di riproporre un sorso di inizio anno, che aveva come logica la Finanza Comportamentale, che è uno dei pilastri dell’Educazione Finanziaria.

Dal primo di febbraio quando questo articolo è stato pubblicato ad oggi ne abbiamo viste di ogni, cali a due cifre dei mercati e riprese altrettanto veloci degli stessi. Più volte avevo parlato di ripresa a V, nel grafico qui sotto vediamo che la ripresa c’è stata anche se non è ancora conclusa, complice anche il fatto che l’indice è in dollari.

Chi ha seguito i consigli e non si è fatto prendere dal panico, mantenendo le posizioni, oggi ha praticamente azzerato le oscillazioni mentre chi ha lasciato che l’emotività prendesse il comando oggi si lecca ancora le ferite.

Oggi sentiamo parlare ancora di lockdown, ma non dobbiamo dimenticarci che non sono ancora entrati in azione gli aiuti, perciò non è il momento di far ripartire la paura, ma è il momento di ragionare, vedremo volatilità nel breve, ma crescita nel lungo termine, perciò manteniamo la barra dritta.

Rileggi quello che ho scritto qualche mese fa e vedrai che i miei pensieri non erano campati per aria, una volta trovato il vaccino si ridurrà la volatilità e tornerà il sereno.

Se pensi che ti possa essere utile per governare meglio le tue emozioni contattami.

INDICI E PANDEMIE

Questo 2020 era iniziato in maniera troppo tranquilla con gli accordi firmati tra Trump e Xi Jinping e la ritrovata stabilità del nostro governo governo. Quindi ci voleva qualcosa per scuotere un po’ i mercati.

Potevamo farci mancare una bella pandemia, una epidemia virale a livello globale? Basta dirlo ed eccoci serviti.

I mercati questa volta si sono dimostrati meno originali del passato, infatti come puoi vedere dalla foto, gli avvenimenti come quello in corso legato ad un’infezione virale del ormai famoso “Corona Virus” nell’ultimo secolo sono stati diversi. Alcuni di questi avvenimenti, diverse decine di anni fa, ma altri decisamente più recenti, la famosa SARS del 2002 2003, l’influenza Aviaria e la Mucca Pazza.  Tutti quanti sono passati con un po’ di apprensione generale, qualche bistecca e qualche coscia di pollo in meno sulle nostre tavole, e ormai non ce ne ricordiamo quasi più, anche se nel momento topico sembrava, come dalle notizie di questi giorni, che il mondo fosse destinato ad una fine imminente, figlia di una emotività legata più alla vicinanza con le vittime che ad un rischio vero e proprio.

Certamente, anche i mercati in quei momenti se ne erano accorti, eccome. E’ sufficiente guardare il grafico in corrispondenza dei fatti citati e vedere i cali anche repentini.

Come in passato tra qualche mese quando i ricercatori avranno individuato l’antidoto per questo nuovo virus e i malati saranno guariti, anche i mercati si rimetteranno in carreggiata e ricominceranno a correre. Se ti ricordi del Sorso del 25 maggio scorso (https://www.sergiorotaconsulenza.it/2019/05/25/montagne-russe-dei-mercati-che-fare/), aperto con l’immagine di un ottovolante, ti proponevo una ricetta per azzerare o quanto meno smussare le montagne russe dei mercati. Ecco, la ricetta non è cambiata. Anzi proprio l’immagine che hai di fronte che mette in evidenza un percorso di montagne russe di quasi un secolo dimostra la bontà della mia ricetta. Con questo non voglio dire né che dobbiamo snobbare quello che sta succedendo a livello sanitario né che dobbiamo incominciare a fare speculazione finanziaria. Dico soltanto che ogni momento è buono per investire, senza temere che gli avvenimenti del momento possano stravolgere i nostri piani e i nostri obiettivi, ma consapevoli che comprare a prezzi più bassi e quindi più convenienti ci consentirà risultati migliori e più in fretta.

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La Fine di un Amore

Che il mondo stia cambiando è chiaro, stanno venendo meno  alcune delle certezze che hanno contraddistinto la nostra storia. Anche una certezza come la “Posta” sta cambiando, perché?

Fino a qualche anno fa lasciare vincolati i propri risparmi per lungo tempo, sotto forma di obbligazioni bancarie o ancora meglio di buoni postali voleva dire portarsi a casa rendimenti decisamente interessanti. 

I nostri “vecchi” dicevano: porta i dané in Posta e vedrai che dopo tot anni, raddoppiano o addirittura triplicano di valore. In effetti era così. Ma purtroppo o per fortuna, dipende dai punti di vista, le condizioni sono cambiate anche per la Posta. Innanzi tutto la cosiddetta Posta è ormai una SPA a tutti gli effetti anche se a maggioranza statale, le regole e le condizioni del mercato valgono per lei allo stesso modo degli altri istituti.  “Il Sole 24 Ore” qualche settimana pubblicava questa tabella sui rendimenti dei titoli postali dove si vede un crollo dei rendimenti. Se ci pensate bene, perché una società quotata in borsa che non ha problemi di di debiti, dovrebbe offrire re rendimenti diversi dal mercato ?L’altro giorno un signore dichiarava che lui in Posta guadagnava di più,peccato che il prodotto che sventolava non fosse un buono, ma uno strumento un po’ più rischioso, altro dato che fa capire che la posta colloca strumenti simili agli altri istituti.

Non più tardi di qualche giorno fa, sentivo per radio uno spot pubblicitario che evidenziava il fatto che Poste Spa ha stipulato un accordo con una delle prime è più serie società indipendenti di Consulenza Finanziaria cioè Money Farm, per offrire ai suoi clienti la possibilità di operare online su prodotti e strumenti di risparmio gestito. Fondi, gestione patrimoniali, ETF. Ne più nemeno di quello che si fa in qualsiasi banca o rete italiana oggi.

Una cosa di cui forse un investitore dovrebbe tenere conto è la professionalità di chi assiste il cliente nell’offerta di strumenti finanziari. Non voglio dire che in Posta manchi la professionalità, anzi, ma da questo punto di vista penso che in Posta l’esperienza sia ancora un tantino da testare, perché se le banche è le reti da decenni propongono investimenti strutturati e sofisticati, in Posta solo da pochi anni vengono trattati certi argomenti, e quindi l’esperienza al riguardo sarà sicuramente inferiore ad altre realtà. Dopotutto in un mercato a tassi zero era normale che anche il soggetto che veniva ritenuto tra i più sicuri in assoluto dovesse orientarsi verso strumenti che gli consentono di diversificare maggiormente la sua offerta a favore dei clienti, a scapito perciò della sicurezza.

Per concludere mi viene da dire come dico spesso, che in finanza non ci sono pasti gratis pertanto rivolgiamoci all’operatore che prediligiamo, ma non facciamoci abbindolare da risultati e numeri fuori dagli schemi.

Se vuoi evitare sorprese spiacevoli sai a chi devi rivolgerti.

Sprint o grande giro?

Il Marketing telefonico è diventato sempre più ossessivo e ormai si è spinto anche su servizi non propriamente indirizzati a tutti. Ma forse lo scopo è proprio questo …

Con la pandemia sono tornati di moda il Gatto e la Volpe di Pinocchio.

Ogni volta che ci sono delle crisi economiche che spesso diventano anche finanziarie, le persone perdono la loro sicurezza e le paure prendono il sopravvento sulla ragione.  In questi contesti si inseriscono puntualmente quelle persone che approfittando della situazione, pubblicizzano facili rendimenti a due cifre attraverso l’ormai famoso “Trading on Line”.

Cominciamo col ricordare, che non si tratta ti un titolo o di uno strumento, ma di un metodo di una modalità per effettuare compravendita di strumenti finanziari. Quindi oltre a conoscere quello che si dovrebbe comprare e vendere, bisognerebbe essere pratici anche di come si fa.

Queste persone sanno perfettamente che dopo le crisi i mercati hanno dei momenti di ripresa, in quel frangente hanno l’obiettivo di far salire sul loro carro più persone possibile per poi convincerle della bontà di quello che offrono. Gente che vende fumo.

Le persone attratte dai facili guadagni, in difficoltà, in un momento dove non vedono futuro, sono facilmente influenzabili da questa possibilità di guadagno “semplice”.

Però come dico spesso, “In finanza non ci sono pasti gratis”, per cui il metodo ha dei costi, e non intendo quelli legati all’operatività che già non sono da trascurare  o quello di affiliazione, ma quelli legati al fatto che sino a quando il mercato va bene tutto ok, ma nel momento che il mercato corregge o addirittura storna in modo repentino come è successo spesso negli ultimi decenni, la poca conoscenza delle dinamiche del metodo e dei mercati, porta a continuare gli investimenti in maniera inconsapevole con il risultato di ottenere perdite ingenti.

Il gatto e la volpe sanno che durante la crescita dei mercati post crisi i rendimenti saranno interessanti e quindi il cliente sarà invogliato ad investire e ad aumentare le transazioni e li esortano ad investire, ogni transazione un guadagno per loro.

Molti studi a livello statistico hanno evidenziato che l’80% delle persone non giungono a 2 anni di attività nel Trading con perdite non solo economiche, ma anche di stima in sé stessi.  Questo perché fare trading non è così facile e chi lo fa per lavoro, come mi ha confessato un trader professionista, rischia l’esaurimento nervoso, dovendo stare attaccato al PC praticamente 24 h su 24 perché i mercati sono sempre aperti.

Queste persone non so come vengano chiamate in termini finanziari, ma in italiano si chiamano Speculatori.

Un investitore con la “I” maiuscola ha come strada maestra, solo la pianificazione basata sul valore e il tempo e gli obiettivi, per avere soddisfazioni dal proprio denaro.

La differenza tra un trader ed un investitore è la stessa che c’è tra uno sprinter ed un atleta in grado di correre su ogni terreno e su qualsiasi distanza.

Lo sprinter potrà vincere qualche tappa di un grande giro, ma è l’atleta completo che vince la corsa del tempo, cioè a classifica finale.

Puoi decidere se vincere uno sprint o un grande giro, è sufficiente rivolgersi al Coatch giusto.

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