5g, Bitcoin, Blockchain rischio o opportunità?

Si parla sempre più spesso della nuova connettività 5G, di Bitcoin e di Blockchain tre argomenti che suscitano l’interesse di molti risparmiatori, ma cosa dobbiamo sapere innanzitutto?

Come sempre quando si approccia un investimento in un nuovo trend bisogna avere una buona conoscenza del prodotto ed un atteggiamento che non deve essere alla Braveheart, ma nemmeno alla “Attenti al lupo”.

#Connessione-5G

#I-Bitcoin

#La-blockchain

Facciamo alcune riflessioni insieme:

  • Sono mercati giovani
  • Nascondono opportunità, ma anche rischi
  • Hanno delle oscillazioni anche violente.

Andiamo con ordine, il 5G è sicuramente il mercato più giovane, ma paradossalmente quello che può essere più vicino a noi, infatti le connessioni dei prossimi anni saranno in 5G, un mercato in espansione dove tutti i maggiori player del mercato vogliono entrarci e quindi sicuramente nasconde delle opportunità di crescita importanti.

Probabilmente dei tre è quello che piace meno anche perché si è fatta un po’ di pubblicità negativa al 5G per via dell’impatto ambientale, credo che in un mondo che sta tentando di andare in direzione della sostenibilità qualche riflessione sull’impatto ambientale i governi se la siano fatta prima di concedere il via.

Nella mia visione romantica del mondo non penso che convenga a nessuno far morire il mondo,

Credo che avremo opportunità di investimento in questo settore con movimenti secondo me meno violenti rispetto al Bitcoin ad esempio, quello delle comunicazioni è un mercato più rodato ed anche regolamentato.

Il Bitcoin deve secondo me il suo fascino al mistero, questo alone che lo circonda lo rende sexy, è la stessa adrenalina che ci spinge a vedere un film horror e poi a non dormirci la notte.

Il Bitcoin è sicuramente un mercato di nicchia, non si approcciano tutti a questi strumenti, anche perché manca un fattore fondamentale per un risparmiatore consapevole, cioè la regolamentazione del mercato.

Le controparti, cioè coloro con cui negozio il Bitcoin non sono istituzionali, anche se le banche centrali stanno lavorando ad una loro criptovaluta, un rischio per i possessori di Bitcoin che potrebbero veder scendere in maniera violenta il loro investimento se sul mercato appaiono altre criptovalute e per di più regolamentate.

I risparmiatori per avere la scossa di adrenalina sono disposti a mettere sul piatto del denaro anche con il rischio di grandi oscillazioni, prima che una cosa succeda si pregusta il piacere del guadagno, ma per quel mercato bisogna essere investitori già sgambati e pronti a qualsiasi situazione, che siano disposti a vedere grandi guadagni, ma anche grandi perdite.

La Blockchain è la tecnologia su cui si poggia la digitalizzazione, viene definito registro digitale.

In un mondo dove i dati diventano sempre più importanti e commerciali un asset quello della Blockchain, molto appetibile, ed inoltre regolamentato, cosa che ne attenua le oscillazioni oltre naturalmente al numero di aziende coinvolte.

Importante come per il 5G non essere fuori da questo mercato che sicuramente è destinato a crescere nel tempo, non senza movimenti anche importanti comunque.

Ci sono due consigli che mi sento di dare nell’affrontare questi mercati, il primo è l’entrata nel mercato in maniera graduale proprio per avvantaggiarsi delle oscillazioni e in maniera scientifica appiattire i movimenti dei prezzi.

Il secondo consiglio è valutare esattamente il proprio rapporto rischio/rendimento, questo è il campo dove posso aiutarti, con il mio metodo S.F.I.D.E cerco di rendere semplice la finanza, di info/formarti e di renderti consapevole attraverso tutorial e guide di come affrontare il mercato.

Se vuoi approcciare in modo più sereno questi mercati….

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Quali rischi si corrono se salgono inflazione e tassi?

In questi giorni si è tornati a parlare di inflazione e tassi, come sempre si fanno analisi finanziarie di come queste due variabili impatteranno sugli investimenti. 

Sommando alle prime due la volatilità dei mercati abbiamo un quadro nel quale tre comportamenti degli investitori italiani diventano dei rischi veri e propri. 

Gli italiani popolo di risparmiatori hanno nel mantenere la liquidità sui conti correnti una delle abitudini che amano di più. 

Come sempre durante le crisi la giacenza sui conti correnti esplode, gli italiani ritengono in questo modo di difendere i loro risparmi. 

Non teniamo conto in queste scelte dell’inflazione, la quale erode il potere di acquisto del denaro lasciato sui conti correnti, con 50,00 € 10 anni fa si metteva nel carrello più merce rispetto ad oggi. 

Rischio liquidità, quella che è un’illusione di controllo non è altro che un modo per perdere denaro. 

Prendiamo il decennio 2010/2020 caratterizzato da un’inflazione bassa e in alcuni momenti negativa eppure 10.000,00 € del 2010 oggi hanno un potere d’acquisto di poco più di 9.000,00. 

Il secondo comportamento viene conosciuto in finanza comportamentale come Bias domestico, cioè il fatto di investire in strumenti che sentiamo vicini a noi quali i titoli di stato o obbligazioni bancarie anche se questo, bisogna dire per onestà, è un fenomeno in attenuazione. 

Lasciamo stare per i titoli di stato tutto il discorso legato al debito pubblico, se volete approfondire (Debito,ma con chi), e concentriamo l’attenzione sui tassi e sull’inflazione. 

Nelle due ultime aste i BTP sono andati a ruba malgrado un rendimento basso, avere 10.000,00 € in un titolo che rende l’1% (a volte meno) vuol dire portare a casa 1.000,00 € lordi in 10 anni, se compariamo il dato di prima sull’inflazione dell’ultimo decennio che ci dava una perdita di 1.000,00 € in potere d’acquisto, con il nostro BTP, al netto delle tasse ne usciamo in perdita. 

Molti investitori comprano BTP per venderli a prezzi più alti durante la vita del titolo, una specie di speculazione sulle oscillazioni politiche se così si può dire, ma questa cosa va bene se i tassi scendono, meno bene se i tassi salgono, perché? 

Un investitore di solito cerca di comprare titoli che gli danno buoni rendimenti, va sul mercato e vuole il tasso migliore. 

Un BTP con cedola all’1% sarà meno appetibile di un’obbligazione che rende il 2%, quindi se siete il possessore del BTP e lo volete vendere dovrete fare uno “sconto sul prezzo” e perdere, altrimenti l’investitore andrà su un titolo con cedola più alta dove guadagna di più.

Potete decidere, per non vendere in perdita, di tenere il titolo fino a scadenza dove però il vostro potere d’acquisto a causa dell’inflazione sarà più basso, quindi se i tassi salgono non voglio essere il possessore del BTP. 

Comprare un titolo a cedola bassa in questo momento mi dà due certezze, difficilmente potrò speculare sul prezzo e avrò una decurtazione del potere d’acquisto dovuto all’inflazione. 

La finanza è materia ostica, e malgrado faccia parte della quotidianità, dall’acquisto con la carta di credito al mutuo della casa ad esempio, non è argomento di cui gli investitori amano leggere, ecco un altro comportamento deleterio. 

La non conoscenza costa agli italiani. Rispetto ai risparmiatori europei hanno un rendimento inferiore dei loro risparmi, questo perché sbagliano l’approccio con gli investimenti, malgrado abbiano gli stessi strumenti a disposizione.

Solo il 30% degli italiani, da un indagine 2018 banca d’Italia, hanno una conoscenza base di finanza contro il 62% della media dei 37 paesi OCSE (https://it.wikipedia.org/wiki/Organizzazione_per_la_cooperazione_e_lo_sviluppo_economico).

Nei paesi anglosassoni dove la conoscenza di finanza è più alta i risparmiatori hanno un miglior rendimento degli investimenti. 

Non conoscere quello in cui si sta investendo potrebbe inoltre distorcere la realtà. 

Voglio riproporre una domanda di Ruggero Bertelli (università di Siena) proposta qualche anno fa ai lettori de Ilsole24ore, poi darò la mia interpretazione alle risposte. 

Immaginate di aver investito in un fondo bilanciato 100.000,00 €. A fine anno mi trovo con 115.000,00 €. Alla fine del primo trimestre dell’anno successivo mi accorgo che il valore è 105.000,00. In quale affermazione mi ritrovo di più? 

1.     Sto perdendo 10.000,00 € 

2.     Sto guadagnando 5.000,00 €, non sono soddisfatto 

3.     Sto guadagnando 5.000,00 €, sono soddisfatto 

4.     È passato troppo poco tempo per esprimere un giudizio sull’investimento. 

Se hai risposto 1 hai una visione distorta degli investimenti, cerco di dare la mia chiave di lettura. 

Provate a pensare di allungare una molla e di tenerla in tensione continuamente, otterrete il risultato di sfibrarla e quindi perderà elasticità.

Lasciare andare la molla ogni tanto e magari comprimerla leggermente questo le farà acquisire l’energia per andare ancora più in alto. 

Immaginare i mercati finanziari come una molla, ci può aiutare a pensare che i momenti di contrazione siano importanti per prendere nuova energia, ci può inoltre far vivere con meno angoscia quelle situazioni di volatilità che sono inevitabili sul mercato. 

Se hai risposto 2 la tua è una questione di aspettative, forse bisogna tarare meglio il rapporto rischio/investimento.

Se hai risposto 3 con molta probabilità hai investito senza aspettative.

Se hai risposto 4 probabilmente hai investito per obiettivi cosa che ti permette di avere una visione analitica del denaro, questa strada, e cioè quella della pianificazione è quella che porta i risparmiatori europei ad avere maggiori risultati.

In Europa l’uso di consulenti nelle scelte di investimento e pianificazione finanziaria è molto più alta che in Italia.

Un articolo di Advisor (https://www.advisoronline.it/consulenti-finanziari/carriere-e-professione/43431-consulenza-finanziaria-ecco-quanto-fa-guadagnare-ai-clienti.action) ci fa vedere come la presenza di un consulente fa guadagnare di più il cliente.

Avere una figura di riferimento fa stare inoltre più tranquilli durante le crisi e più informati sulle opportunità.      

-Se voglio andare di corsa vado da solo, se voglio andare lontano trovo un amico-

Viviamo in eterno o….

In un regno lontano viveva un Maraja che aveva due figli.
Una volta cresciuti i due ragazzi decisero di partire dalla casa paterna per cercar fortuna altrove.
La mattina della loro partenza il padre diede loro due otri in pelle di capretto e disse -Figlioli queste due otri sono magiche, avrete da loro acqua in abbondanza tutti i giorni, ma attenzione un giorno senza preavviso queste smetteranno-.
I figli annuirono e, dopo aver ringraziato il vecchio padre, presero i cavalli e partirono.
L’otre come aveva predetto il padre dava acqua in abbondanza.

Il primo fratello beveva senza curarsi di nulla, mentre il secondo decise di metterne ogni giorno un bicchiere d’acqua all’ interno di un’anfora.
-Perché metti un bicchiere di acqua ogni giorno in quell’anfora?- chiese il primo fratello, -Perché nostro padre ha detto che prima o poi l’acqua finirà ed io non voglio farmi trovare impreparato- rispose il secondo.
Il primo fratello non comprendeva, pensava che tanto di acqua ne avrebbero trovata in abbondanza là dove stavano andando e che era perciò assurdo rinunciare ad un bicchiere oggi.
Passò molto tempo, le strade dei due fratelli si erano ormai divise, il primo dei due ad un certo punto del suo cammino si trovò senz’acqua, cercò per giorni e giorni un pozzo dove attingere l’acqua, ma non lo trovò.
Ormai esausto e incapace di qualsiasi cosa venne soccorso da una signora caritatevole, la donna diede al viandante un goccio d’acqua dicendogli di farsela bastare perché il suo pozzo era quasi vuoto.
Il secondo fratello aveva camminato in un’altra direzione, anche la sua otre smise di dare acqua, cominciò così a bere dall’anfora di scorta che aveva riempito con un bicchiere al giorno per tutto il tempo che l’otre donata dal padre ebbe fornito acqua, e poté continuare il suo viaggio e vide altri posti meravigliosi.
Questa metafora della vita ci insegna che, rinunciare a qualcosa in gioventù quando abbiamo energia per lavorare e produrre ricchezza a favore di una vecchiaia migliore, è la strada da perseguire.
Come dice lo psicologo Luca Mazzucchelli, “l’energia è più importante del tempo” forse perché, aggiungo io, viviamo di più e quindi il rischio di restare senza energia è più alto.
Purtroppo viviamo come se la forza non ci dovesse abbandonare mai e usiamo tutte le risorse nel momento in cui le creiamo.
“Viviamo come se non dovessimo mai morire, ma investiamo come se dovessimo morire domani”.
Alcuni sociologi hanno definito questo atteggiamento negli investimenti come la ricerca costante della felicità attraverso la soddisfazione materiale dei bisogni del momento.

Un altro fattore che ci porta ad investire con durate brevi è l’incertezza nel futuro, come diceva Lorenzo de’ Medici nella “Canzona di Bacco”, ” Del doman non v’è certezza” perciò meglio vivere e pensare all’ oggi.
Di certezza invece una l’abbiamo, e cioè che l’età media si è allungata e che abbiamo sempre più bisogno di accantonare per il futuro, per mantenere il tenore di vita dobbiamo avere qualcosa da parte perché la garanzia statale di una pensione adeguata è venuta meno.
Accantonare in un fondo pensione ad esempio, può risolvere il problema del mantenimento del tenore di vita e quando avremo meno energia e non saremo più in grado di produrre reddito potremo godere di quanto accumulato.
La mancanza di un’adeguata conoscenza della finanza e della pianificazione per obiettivi potrebbe essere la rovina di molti investitori che hanno fatto del Carpe diem il loro motto principale.
Se vuoi arrivare lontano devi assolutamente pensare alla terza e magari quarta età.

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“Che faccio lascio?”

Uno dei ricordi di quando da piccolo andavo al mercato è quello del salumiere.

Stando vicino al suo camion ed osservando potevi notare che regolarmente metteva qualche grammo in più di prosciutto o formaggio e diceva -Che faccio lascio?-.

In questi giorni penso che i clienti di molte banche italiane si potrebbero sentire come il  prosciutto o il formaggio, venduti sul mercato a peso.

Abbiamo appena archiviato l’acquisto di UBI da parte di Intesa, la relativa cessione di un numero consistente di filiali a Bper e già si parla di nuove manovre e acquisizioni UniCredit e MPS e di BPM con Bper , o di manovre già in corso come l’acquisizione da parte di Credit Agricole del Credito Valtellinese.

In tutto questo i clienti non hanno voce in capitolo vengono venduti alla stessa stregua delle filiali.

In un reportage di Plus, l’inserto del sabato de “Ilsole24ore” del 13/02, si parla dei disagi per i clienti delle banche interessate al risiko bancario, disagi che vanno dall’impossibilità di usare i propri denari, infatti spesso e volentieri la migrazione da una banca all’altra che dovrebbe avvenire nel “migration weekend” ha problemi e ritardi, al cambio di IBAN, carte, procedure e chi più ne ha più ne metta.

Purtroppo molto frequentemente i disagi si protraggono per lungo tempo, in questo periodo poi alle difficoltà usuali dobbiamo sommare il fatto che il personale è poco causa Covid.

Poca presenza in filiale cambio di sistemi operativi, poco tempo per la formazione, gli stessi operatori delle banche si dichiarano disorientati.

L’altro giorno parlavo con un professionista, correntista UBI, e mi dichiarava il suo disagio non solo dal punto di vista lavorativo, ma soprattutto da quello umano.

La perdita dell’identità dovuta alle continue mutazioni di proprietà e la perdita del contatto con operatori storici, hanno fatto sparire una componente fondamentale nel rapporto banca/cliente, la fiducia.

Questa affermazione mi ha fatto riflettere, in passato si apriva il conto nella banca sotto casa, perché portava il nome della città o perché si conosceva il direttore, oppure perché era la banca storica della famiglia, un legame forte, quasi affettivo.

I fatti degli ultimi anni, da Veneto banca in giù sino ad essere trattati come merce dq collocare, ha completamente minato questo legame.

Oggi più che mai si ha bisogno di ritrovare valori e rapporti umani in un mondo, quello bancario, che sembra averli smarriti.

Valori, vicinanza e condivisione sono tre propulsori che devono spingere i consulenti nei rapporti con la clientela per ridare al risparmiatore smarrito un po’ di certezze, ecco perché essere consulente non lo ritengo un lavoro, ma una missione.

Una missione difficile in un paese dove la prima cosa da fare è creare risparmiatori consapevoli, che possano vivere in un mondo che negli ultimi 20 anni è cambiato.

Se non vuoi essere solo un numero devi fare la tua parte aumentando la tua conoscenza finanziaria e trovando il consulente giusto per te, mi rendo conto che è difficile uscire dalla propria zona di confort, ma è l’unico modo per non sentir dire -Che faccio, lascio?-


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Draghi? Ne parliamo al bar.

One man, handsome gentleman, sitting in cafe, reading newspaper.

Tornare al bar seduti a bere un caffè è stata una bella sensazione, con la riapertura dei bar sono tornati anche in voga i commissari tecnici, quelli che fanno le formazioni degustando un vinello frizzante, e con loro anche i “geni della finanza”, coloro che al bar sciorinano cultura dopo aver letto il titolo di un articolo di finanza.

Mentre degustavo il caffè due persone dietro di me disquisivano in questo modo: “Adesso che è salito Draghi e lo spread è sceso è il caso di rinegoziare il mutuo, sto andando in banca a chiedere di pagare meno, meno spread meno rata”.

Non ci sono dubbi che ci sia ancora da fare sull’educazione finanziaria degli italiani.

Lo spread di cui si sente parlare tutti i giorni in TV e i tassi dei mutui non hanno una relazione diretta, lo spread che paghiamo nella rata infatti rappresenta un costo che il sottoscrittore subisce perché la banca gli ha prestato il denaro.

Lo spread sui mutui concorre con i tassi ufficiali europei ,Euribor per i mutui a tasso variabile e Eurirs per quelli a tasso fisso a determinare il tasso che verrà applicato ai mutui.

I parametri economici si influenzano l’un l’altro in qualche modo, ma non sempre in maniera diretta, rata del mutuo e spread sul debito non hanno una relazione lineare.

Lo spread di cui sentiamo parlare regolarmente in ogni TG o trasmissione di approfondimento, rappresenta il costo che l’Italia paga in più rispetto alla Germania per il suo debito, ed è la cartina di tornasole della credibilità del nostro paese.

Per capire come incide lo spread facciamo due esempi numerici.

Esempio 1: il tasso del Bund tedesco è 0 e lo spread a 100.

La Germania emette Bund per 100.000.000,00 di € che vengono comprati dai risparmiatori, a scadenza restituirà 100.000.000,00 € , l’Italia per lo stesso prestito deve restituire 101.000.000,00 €.

Esempio 2: tasso del Bund tedesco 0 spread a 500.

Stesse emissioni alla fine la Germania restituisce 100.000.000,00 € e l’Italia 105.000.000,00 €.

Il costo che l’Italia sostiene è superiore. Ma perché il Bund tedesco come parametro?

Se guardiamo con attenzione il grafico una risposta l’abbiamo 3 governi in 30 anni per loro una ventina per noi.

La stabilità politica è sinonimo di riforme, lavoro, infrastrutture, cultura…..e questo per il mercato è una garanzia, i risparmiatori preferiscono prendere meno, ma essere sicuri di riavere il denaro.

L’Italia con la sua instabilità garantisce meno la restituzione del denaro, o la stabilità del valore del titolo stesso e quindi per poterli collocare deve ingolosire gli investitori con una cedola più alta.

Instabilità politica=costi.

L’avvento di Draghi avrà effetto sulle nuove emissioni, gli ultimi BTP a 10 anni hanno un rendimento dello 0,5%, sicuramente una cosa positiva per il debito che formeremo da oggi in avanti, magari meno per gli investitori/speculatori in titoli di stato.

Purtroppo abbiamo un grosso fardello alle spalle rappresentato dal debito formato sino ad oggi,  non prendere il Recovery fund potrebbe rappresentare non salire su un treno e poi pentirsene tutta la vita.

Un investitore informato non va in banca a chiedere di pagar meno il mutuo, può invece pensare di valutare la vendita di BTP in portafoglio visto gli alti prezzi, può pensare che il Recovery fund farà ripartire l’economia, quella europea sicuro, quella italiana speriamo cosa che renderebbe interessante investire nell’economia reale. 

Come diceva Socrate “Esiste un solo bene, la conoscenza, ed un solo male, l’ignoranza.”

Un investitore consapevole sbaglia meno, e se affiancato può scegliere ancora meglio.

Ti piacerebbe approfondire un argomento? Scrivi nei commenti cosa ti piacerebbe parlare potrebbe essere l’argomento della prossima pubblicazione.

Game stop..perché si, perché no

I barbari così li ha definiti Baricco in un suo libro, hanno cercato di attaccare il sistema.

Un gruppo di Millennial utenti di Reddit un forum americano ricco di contenuti e di discussioni interessanti, ha deciso di attaccare gli Hedge fund (fondi speculativi) che hanno individuato come i responsabili delle perdite finanziarie dei loro genitori durante la crisi dei mutui sub prime del 2008.

La questione riguarda il gruppo GameStop una leggenda tra i videogiochi, azienda che ha negozi in tutto il mondo.

I fatti:

  • Gli hedge fund (fondi speculativi) vendono titoli GameStop allo scoperto ( Una poltrona per due) perché non vedono molto futuro per l’azienda, vendono a 3$ con la prospettiva ribassista di ricomprare a 1$ cosa che gli creerebbe ingenti guadagni.
  • Su reddit parte l’invito a comprare invertendo la rotta del titolo, gli utenti facendo acquisti a mani basse portano la valutazione da 3$ a 370$, legge della domanda e dell’offerta, molta domanda e poca merce, il prezzo si alza.
  • Davide sconfigge Golia, sembra questa la fine della storia, ma non è proprio così semplice.
  • Alcuni fondi vendono e consolidano delle perdite, altri decidono di incassare la sconfitta temporanea, ma non mollano, il titolo passa a 59 $ in poco tempo e chiude la settimana a 63,77 $.
  • Il nuovo segretario delTesoro americano la signora Yellen, ex governatore della banca centrale americana, convoca i vertici della SEC la società che regola il mercato, per parlare dei movimenti che i Millennial di Reddit hanno messo in atto.
  • La paura che i traders dilettanti di Reddit possano scontrarsi con una dura realtà preoccupa i vertici del tesoro.
  • GameStop in tutto questo incassa ingenti somme dai nuovi azionisti e ripiana i debiti, assume tre nuove figure manageriali per uscire dalla crisi che il proliferare di giochi online le ha creato.

Quale potrebbe essere la fine di questa storia?

Partiamo con il dire che si tratta di speculazione e come sempre un terreno difficile da percorrere.

Una cosa si può già intuire, nel passaggio da 3 a 370 $ qualcuno ci ha guadagnato, nel passaggio da 370 a 59 $ qualcuno ci ha perso.

La mia paura che a perderci saranno i piccoli investitori che non hanno compreso che quella di GameStop era una bolla creata da un movimento emotivo e che la società non valeva e non vale quella cifra, quando il mercato prezzerà il valore reale del titolo molti piccoli investitori che hanno comprato a prezzi alti subiranno ingenti perdite.

Fare acquisti in borsa dettati dalle emozioni porta sempre a pessimi risultati, strategia tempo e soprattutto esperienza fanno la differenza.

Una corretta pianificazione libera risorse che si possono utilizzare per fare anche qualche “colpo” in borsa.

Quando si costruisce una casa prima di mettere l’Home theatre si mettono gli infissi, gli impianti………..

Se vuoi liberare risorse  

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La storia di Gene e Dustin

La storia narra che Gene Hackman e Dustin Hoffman fossero amici ben prima di diventare famosi.

I due si frequentavano già quando erano squattrinati, non suoi direbbe, ma era così.

Un giorno Gene si recò a casa di Dustin, quest’ultimo chiese all’amico un prestito il quale glielo concesse. 

Successivamente Gene si accorse che in cucina Dustin aveva una serie di vasi pieni di biglietti verdi  e si chiese perciò a cosa gli servisse il prestito, alla domanda di Gene  Dustin girò i vasi, su ognuno si trovava un’etichetta con scritto affitto, bollette etc, l’unico vuoto era quello del cibo.

Questo aneddoto ci deve far riflettere infatti rappresenta una rudimentale pianificazione, una cosa che le nostre nonne e mamme facevano regolarmente.

Si tratta di una pianificazione di breve termine, infatti affitto bollette e cibo rappresentano il contingente o per lo meno hanno tempi non troppo lunghi.

La cosa diventa più complicata nel momento in cui allunghiamo il tempo, pianificare un obiettivo di lungo periodo è complesso.

Matteo Motterlini, E.ON professor of Behavioural Change all’Università San Raffaele di Milano e autore di “Psicoeconomia di Charlie Brown” in un intervista del 9 novembre 2020 a WeWealth ha parlato del projection bias, cioè la tendenza a proiettare il presente nel futuro pensando che le cose non cambieranno mai.

Provate a pensare a voi 10/20 o più anni fa, la vostra posizione lavorativa, sentimentale e sociale era diametralmente diversa.

Prendere una decisione di investimento in quel momento avrebbe potuto cambiare il vostro futuro.

Purtroppo la situazione in cui ci troviamo può cambiare le scelte, prendere una decisione dopo una vacanza fantastica al mare può essere completamente diverso che prenderla dopo essere stati lasciati dal partner, così decidere in un momento in cui i mercati salgono è diverso rispetto ad un momento di crisi.

Peggio ancora viaggiare guardando lo specchietto retrovisore, Einstein diceva che: “Esisterà sempre una matita per scrivere il futuro, ma mai una gomma per cancellare il passato”, se il passato è fatto di investimenti riusciti proiettiamo nel futuro la stessa cosa viceversa faremo il contrario.

Ma razionalmente sappiamo che il futuro non sarà uguale al passato e quindi la proiezione non sarà mai veritiera sino a quando a dettarla saranno le esperienze passate.

Ma come si fa a fare una buona pianificazione?

Prendete tre foglietti sul primo scrivete i vostri valori così come vi vengono, sul secondo i vostri desideri sul terzo le vostre paure.

Adesso mettete tutto in ordine di importanza, avete fatto il primo passo verso una pianificazione corretta.

Il passo successivo è condividerli con qualcuno che vi possa aiutare a dare soluzioni ai problemi, seguito ai desideri e rispetto dei valori.

La contropartita? Accettare che qualcossa non si possa ottenere e per altro bisognerà fare fatica, come diceva Ovidio “Non si desidera ciò che è facile ottenere.”

Se bastasse questo per pianificare lo farebbero tutti, ma purtroppo non è così, ecco perché è necessario avere un consulente che con esperienza e mezzi adatti mi possa aiutare a fare e mantenere intatta la propria pianificazione.

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Carpe diem…… o se l’avessi fatto?

Hope vs desperation. White two street signs with arrow on metal pole with word. Directional road. Crossroads Road Sign, Two Arrow. Blue sky background. Two way road sign with text. Two arrows on a pole pointing in different directions

Due atteggiamenti diametralmente diversi, ma che hanno una matrice comune.

Probabilmente uno dei film più belli mai realizzato è l’attimo fuggente, un professore interpretato magistralmente da Robin Williams  sprona i suoi studenti a cogliere l’attimo.

L’attimo fuggente, quell’istante che potrebbe fare la differenza nella vita, proprio nel film “L’attimo fuggente” il concetto del Carpe diem trova la sua massima espressione.

Assaporare la vita attraverso la sublimazione delle proprie emozioni è probabilmente nel mondo artistico il modo migliore, ma sicuramente non è l’atteggiamento giusto nel mondo finanziario.

Per molti investitori la ricerca dell’attimo fuggente diventa l’unico drive che li guida nelle scelte di investimento, l’adrenalina che si sprigiona quando si pensa di avvicinarsi al colpo vincente rende la loro vita elettrizzante.

Gli investitori Carpe diem approcciano il mercato di petto,  il loro atteggiamento verso gli investimenti può prendere la direzione della rabbia e rivalsa quando un paio di colpi vanno male, oppure di onnipotenza quando un paio di colpi vanno bene.

In entrambi i casi il concetto di investimento è falsato.

Un altro capolavoro “Non ci resta che piangere” dove due giganti Benigni e Troisi tornano alla fine del 1400 per fermare Colombo e impedirgli di scoprire l’America che ritengono responsabile delle loro odierne angosce.

Chi non vorrebbe poter intervenire sui fatti accaduti per modificarli o per modellare le proprie scelte?

Sappiamo tutti che non è possibile tornare indietro.

Gli investitori “Se l’avessi fatto” in attesa del viaggio nel tempo restano bloccati e dopo un paio di rimpianti per investimenti non fatti se ne restano lontani.

Molti studi evidenziano come le emozioni siano nemiche giurate degli investimenti siano esse esaltanti piuttosto che bloccanti.

Un approccio corretto verso gli investimenti presuppone che le emozioni non guidino le scelte, ma sicuramente non è facile anzi probabilmente impossibile.

Come possiamo bypassare le emozioni? 

Ci sono due cose che ci possono aiutare, un metodo e qualcuno che ci aiuti a restare fedele al metodo stesso.

Se non avesse un metodo d’allenamento un corretto piano di gara e un allenatore al proprio fianco un maratoneta non arriverebbe mai a percorrere i 42,6 km di una maratona, allo stesso modo uno studente senza metodo un piano di studi e un buon relatore difficilmente arriverebbe a laurearsi con 110.

Se un investitore vuole arrivare a raggiungere i suoi obiettivi, deve avere un metodo di investimento, un piano di gara ed un allenatore al proprio fianco che prepara e modella metodo e piano.

Metodo S.F.I.D.E

Se vuoi andare di corsa vai da solo, se vuoi andare lontano trova un compagno.

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Un vecchio e un bambino………

Un vecchio e un bambino si preser per mano

E andarono insieme incontro alla sera….

Comincia così una delle poesie in musica di Francesco Guccini, la canzone parla di un vecchio che racconta al bambino che la pianura coperta oggi da torri di fumo una volta era coperta di alberi e fiori.

L’inquinamento ambientale e la cementificazione hanno portato negli ultimi 50 anni  la riduzione sostanziale del verde.

Oltre al verde negli anni del boom economico abbiamo infestato l’aria di pesticidi e veleni, ricordo che si usava il DDT come oggi si usa l’acqua.

L’inquinamento procapite negli ultimi anni è diminuito anche se globalmente è aumentato visto che la popolazione mondiale è cresciuta di numero.

La sensibilizzazione sempre maggiore sta gradatamente portando il mondo verso un minor inquinamento.

A fine del 2020 si è chiuso il buco dell’ozono in Antartide, mi piace pensare che l’aver sempre di più rispettato il protocollo di Montreal sulle sostanze inquinanti abbia aiutato alla chiusura del buco stesso.

Il mondo finanziario da parte sua sta contribuendo in maniera rilevante nel cambiare il paradigma relativo all’inquinamento. 

Nei prossimi anni le industrie del riciclo e del riutilizzo delle materie prime avranno un notevole sviluppo sul mercato.

Siamo di fronte ad una stagione in cui la finanza sostenibile e la “Finanza del riciclo” uniranno il bene dell’umanità al guadagno economico, un’idea diversa dal concetto “speculare ad ogni costo”.

Le società del recupero, quelle di riciclaggio, quelle dell’energia pulita, il Green dell’economia sono un asset per il futuro.

Rispetto ad altri asset il Green è comunque abbastanza maturo per avere approcci sia di tipo obbligazionario che di tipo azionario.

Come per tutti gli investimenti bisogna prima di avvicinarsi porsi la domanda: “qual’è lo scopo per cui investo in questo settore?”.

Se la risposta è solo il guadagno a breve allora parliamo speculazione, se invece le motivazioni sono altre si può parlare di investimenti ed obiettivi personali nei quali inserire investimenti in Green economy.

Avremo tutti in portafoglio a breve obbligazioni di aziende che purificano l’acqua o che riciclano la plastica oppure azioni di aziende che fanno bio carburante o un fondo che le comprenda tutte, perché il mondo va avanti e se lo fa in modo sostenibile meglio ancora.

Un bel Pac azionario o un fondo in obbligazioni Green possono essere il primo passo.

Investiamo in green per permettere che:

E il vecchio diceva, guardando lontano:

“Immagina questo coperto di grano,

Immagina i frutti e immagina i fiori

E pensa alle voci e pensa ai colori

Perchè nostro nipote non debba dire relativamente al mondo:

“Mi piaccion le fiabe, raccontane altre!”

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Ed Tech e digitalizzazione. Opportunità d’investimento?

digital transformation concept in business, disruption

Il concetto di tecnologia legata all’educazione è apparso a metà del 1900, viene attribuito a Skinner con la sua pubblicazione  “The science of Learning and the art of the teaching” del 1954, anche se alcune scuole di pensiero lo attribuiscono a James Finn (1960) la paternità della “Educatiolal Technology”.

Come si lega il settore dell’educazione alla finanza?

L’educazione a distanza rappresentava nel preCovid un asset che era già in crescita, ma la pandemia ha accelerato di 5-10 anni rispetto alle previsioni il periodo di maturità come si vede nel grafico che viene comunemente usato per il ciclo di vita di prodotti e servizi, la pandemia ha creato una rottura che ha cambiato lo sviluppo del settore.

Durante la pandemia in Cina sono state scaricate 127 milioni di App per l’educazione a distanza, quasi il doppio di quelle scaricate nel pre-pandemia.

La diffusione delle app non si è avuta solo in Cina, ma in tutti i paesi dal Brasile all’India, questo perché il 98% degli studenti mondiali ha dovuto affrontare la didattica da casa sono state perciò coinvolte tutte le nazioni.

Pensiamo all’ EdTech solo per la didattica per le scuole, ma dobbiamo tenere conto anche dei corsi per la formazione aziendale e anche per quelli di crescita personale.

Coursera società statunitense che si occupa di corsi di crescita personale ha visto quintuplicare le proprie iscrizioni a causa della pandemia.

Durante la crisi abbiamo visto didattica a distanza, non solo lezioni, ma anche la possibilità di interazione insegnante genitori alunni Seesaw che permette di creare agli alunni portafogli digitali da condividere con insegnanti e genitori ha decuplicato le iscrizioni a marzo 2020.

Google classrooms che dà la possibilità di condividere materiale didattico nel mese di marzo 2020 ha raggiunto 100 milioni di utenti.

Numeri impressionanti per le app di formazione, lo stesso trend di crescita che sta avendo la digitalizzazione.

Il 23 dicembre un’azienda che ha 500 anni come Beretta affermava per voce del suo presidente che il futuro è possibile solo attraverso la diogitalizzazione e la rivisitazione dei processi basata sui dati.

Se questo vale per una società come Beretta deve valere ancor di più per le nuove aziende.

Gli articoli finanziari evidenziano sempre di più che i gestori di fondi e di patrimoni sono molto attenti all’evoluzione digitale delle aziende, una bassa digitalizzazione può significare bassa crescita e quindi non è appetibile comprarla.

Non digitalizzare vuol dire accettare di essere accantonati gradualmente dal mercato ie quindi dagli investitori.

Tecnologia come idea di investimento per il 2021, ma attenzione come tutti i veicoli prima di guidarli bisogna conoscerne le caratteristiche, settore giovane e volatile, quindi grandi opportunità, ma anche qualche rischio, affrontare magari con il caro e vecchio PAC questo mercato potrebbe amplificarne la potenzialità.

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