La prima volta che entrai in università, un ragazzo mi passò di fianco e vedendomi in giacca, cravatta e più vecchio di lui mi apostrofò con un “Buongiorno, Professore!” La cosa mi divertì parecchio, specialmente quando me lo ritrovai in aula e si accorse che invece stavamo dalla stessa parte: dopo allora, abbiamo fatto insieme tutto il percorso di laurea in Economia e Management.
Ho sempre affermato che la formazione sia la base per poter dare il meglio di sé: il mondo cambia in maniera costante, e pensare di non cambiare con lui sarebbe da folli. Negli Anni Settanta Daniel Kahneman e Amos Tversky, con la loro Teoria del Prospetto, cambiarono per sempre il mondo della Finanza: le persone non erano più soggetti razionali che affrontavano con la logica gli investimenti, ma proprio in quanto persone erano viste con le loro paure e angosce. Dal primo giorno in cui ho intrapreso l’attività di consulente, ho visto nella Finanza Comportamentale lo strumento per guidare i miei clienti al loro obiettivo. Dopo aver studiato Kahneman e Tversky, ho seguito quello che in Italia possiamo considerare il massimo esperto in finanza comportamentale, il professor Paolo Legrenzi: molti suoi insegnamenti mi hanno permesso di aiutare i miei clienti specie nei momenti più difficili, come nel 2002, nel 2008, nel 2011 e così via. Ogni tanto riascolto i suoi interventi e rileggo i suoi libri e ogni volta imparo qualcosa.
La Teoria del Bias Comportamentali, come ci muoviamo, come facciamo le nostre scelte, come affrontiamo le nostre paure sono parti fondamentali della finanza comportamentale: la psicologia entra sempre più in gioco nel mondo finanziario e studiare e comprendere queste dinamiche mi intriga molto perché so che con esse posso evitare ai miei clienti di fare parecchi errori anche pacchiani. La mia brama di sapere mi porta anche ad acquistare un sacco di libri: qualche giorno dovrò uscire di casa, perché si sarà completamente riempita di libri. Ecco perché lo scorso anno ho deciso di intraprendere un Master in Finanza Comportamentale: per migliorare le mie conoscenze in questo campo così da avere ancora più frecce nella mia faretra da usare per guidare i miei clienti alle scelte giuste.
Il mondo che stiamo vivendo, sempre più interconnesso ci inonda letteralmente tutti i giorni di informazioni e notizie – come diceva il maestro Oogway in Kung Fu Panda: “Non esistono notizie buone o cattive, esistono solo notizie” – e purtroppo spesso queste notizie ci colpiscono nella parte più vulnerabile, le nostre emozioni. Le emozioni sono il motore della nostra vita, non si può vivere senza: amore, gioia, rabbia, soddisfazione, amarezza… sono tutte emozioni che però non possono essere le sole a influenzare le nostre scelte, specialmente quelle economiche. Decidere dove investire il proprio denaro dopo aver assistito alla finale di un torneo mondiale, con la dopamina che ci fa aumentare il battito cardiaco, mentre siamo al settimo cielo, non è la stessa cosa che investire dopo aver visto un servizio sui bambini ucraini che sono al freddo e al gelo (per non dire di peggio) per la guerra in atto.
Il mio compito è fare in modo che né l’una né l’altra situazione possano influenzare le scelte di investimento: la Finanza Comportamentale mi aiuta a capire chi ho davanti e come posso evitare di fargli fare degli errori. Ecco a cosa è servito questo master: ad avere una visione più chiara del funzionamento dell’investitore e delle dinamiche per aiutarlo nelle scelte. Oggi il Consulente, come ormai scrivono anche molte testate di settore, deve essere un po’ psicologo: lascerei questa definizione a chi la psicologia l’ha studiata veramente e definirei i consulenti finanziari buoni consiglieri che, come tutti i buoni consiglieri, devono conoscere a fondo la propria materia e le persone per far bene il loro mestiere.
Questo anno di studio l’ho trascorso ad ascoltare lezioni, ad approfondire i concetti e a fare questionari per verificare alcune teorie; è stato un anno di domeniche mattine o serate passate sui libri per la voglia di sapere e di essere un consulente migliore, un anno che oggi si chiude con l’ultimo atto, la discussione della mia tesi. Adesso trascorrerò qualche settimana di relax dallo studio per poi ripartire con una nuova sfida: due o tre idee le ho, e sono certo che l’anno venturo ne saprò ancora di più di quest’anno; perché, come diceva Albert Einstein, “Si comincia a morire quando si smette di imparare”.
PS. Se vuoi approfondire questi e altri temi iscriviti al mio gruppo Facebook e se già sei iscritto invita un tuo amico a farlo. E se vuoi leggere il mio libro “La Finanza dei Pomodori”…