Il consulente masterizzato

La prima volta che entrai in università, un ragazzo mi passò di fianco e vedendomi in giacca, cravatta e più vecchio di lui mi apostrofò con un “Buongiorno, Professore!” La cosa mi divertì parecchio, specialmente quando me lo ritrovai in aula e si accorse che invece stavamo dalla stessa parte: dopo allora, abbiamo fatto insieme tutto il percorso di laurea in Economia e Management.

Ho sempre affermato che la formazione sia la base per poter dare il meglio di sé: il mondo cambia in maniera costante, e pensare di non cambiare con lui sarebbe da folli. Negli Anni Settanta Daniel Kahneman e Amos Tversky, con la loro Teoria del Prospetto, cambiarono per sempre il mondo della Finanza: le persone non erano più soggetti razionali che affrontavano con la logica gli investimenti, ma proprio in quanto persone erano viste con le loro paure e angosce. Dal primo giorno in cui ho intrapreso l’attività di consulente, ho visto nella Finanza Comportamentale lo strumento per guidare i miei clienti al loro obiettivo. Dopo aver studiato Kahneman e Tversky, ho seguito quello che in Italia possiamo considerare il massimo esperto in finanza comportamentale, il professor Paolo Legrenzi: molti suoi insegnamenti mi hanno permesso di aiutare i miei clienti specie nei momenti più difficili, come nel 2002, nel 2008, nel 2011 e così via. Ogni tanto riascolto i suoi interventi e rileggo i suoi libri e ogni volta imparo qualcosa. 

La Teoria del Bias Comportamentali, come ci muoviamo, come facciamo le nostre scelte, come affrontiamo le nostre paure sono parti fondamentali della finanza comportamentale: la psicologia entra sempre più in gioco nel mondo finanziario e studiare e comprendere queste dinamiche mi intriga molto perché so che con esse posso evitare ai miei clienti di fare parecchi errori anche pacchiani. La mia brama di sapere mi porta anche ad acquistare un sacco di libri: qualche giorno dovrò uscire di casa, perché si sarà completamente riempita di libri. Ecco perché lo scorso anno ho deciso di intraprendere un Master in Finanza Comportamentale: per migliorare le mie conoscenze in questo campo così da avere ancora più frecce nella mia faretra da usare per guidare i miei clienti alle scelte giuste. 

Il mondo che stiamo vivendo, sempre più interconnesso ci inonda letteralmente tutti i giorni di informazioni e notizie – come diceva il maestro Oogway in Kung Fu Panda: “Non esistono notizie buone o cattive, esistono solo notizie” – e purtroppo spesso queste notizie ci colpiscono nella parte più vulnerabile, le nostre emozioni. Le emozioni sono il motore della nostra vita, non si può vivere senza: amore, gioia, rabbia, soddisfazione, amarezza… sono tutte emozioni che però non possono essere le sole a influenzare le nostre scelte, specialmente quelle economiche. Decidere dove investire il proprio denaro dopo aver assistito alla finale di un torneo mondiale, con la dopamina che ci fa aumentare il battito cardiaco, mentre siamo al settimo cielo, non è la stessa cosa che investire dopo aver visto un servizio sui bambini ucraini che sono al freddo e al gelo (per non dire di peggio) per la guerra in atto. 

Il mio compito è fare in modo che né l’una né l’altra situazione possano influenzare le scelte di investimento: la Finanza Comportamentale mi aiuta a capire chi ho davanti e come posso evitare di fargli fare degli errori. Ecco a cosa è servito questo master: ad avere una visione più chiara del funzionamento dell’investitore e delle dinamiche per aiutarlo nelle scelte.  Oggi il Consulente, come ormai scrivono anche molte testate di settore, deve essere un po’ psicologo: lascerei questa definizione a chi la psicologia l’ha studiata veramente e definirei i consulenti finanziari buoni consiglieri che, come tutti i buoni consiglieri, devono conoscere a fondo la propria materia e le persone per far bene il loro mestiere.

Questo anno di studio l’ho trascorso ad ascoltare lezioni, ad approfondire i concetti e a fare questionari per verificare alcune teorie; è stato un anno di domeniche mattine o serate passate sui libri per la voglia di sapere e di essere un consulente migliore, un anno che oggi si chiude con l’ultimo atto, la discussione della mia tesi. Adesso trascorrerò qualche settimana di relax dallo studio per poi ripartire con una nuova sfida: due o tre idee le ho, e sono certo che l’anno venturo ne saprò ancora di più di quest’anno; perché, come diceva Albert Einstein, “Si comincia a morire quando si smette di imparare”.

PS. Se vuoi approfondire questi e altri temi iscriviti al mio gruppo Facebook e se già sei iscritto invita un tuo amico a farlo. E se vuoi leggere il mio libro “La Finanza dei Pomodori”

Ritorno al futuro I serata

Mercoledì 05 febbraio 2020 nella splendida location del ristorante “2 Lanterne” di Induno Olona si è svolto l‘incontro dal titolo “Ritorno al futuro”.

Dopo aver illustrato le novità della campagna “UN ANNO DA OSCAR”che caratterizzerà tutto il 2020 con una serie di appuntamenti in cui si parlerà di finanza, si è entrati nel vivo della serata.

Per prima cosa una scena del film che dà il titolo alla serata, che ci porta ad una riflessione:

quello che si ipotizzava nel 1985 anno del film, cioè di alimentare la gloriosa DeLorean con bucce di banana, birra e rifiuti vari, era considerato futuristico, invece ormai possiamo considerarlo realtà, infatti si sta testando il Biocarburante derivato dai rifiuti.

Siamo poi entrati nel viaggio virtuale, che si svolgerà in due serate, tra il 2010 ed il 2030 da dove siamo partiti, dove siamo e dove andremo.

Abbiamo iniziato con l’analizzare cosa è successo nell’ultimo decennio grazie ad un breve filmato, si è constatato che sono successe tantissime cose, ma che facciamo fatica a ricordarle tutte.

Negli avvenimenti dell‘ultimo decennio hanno avuto un ruolo fondamentale uomini e fatti che più di altri hanno contribuito a ciò che è successone abbiamo evidenziati quattro, due uomini e due eventi, Draghi, Monti, la Brexit e la guerra dei dazi tra Cina e USA.

E’ importante in un viaggio capire dove si era quando si è partiti, perciò rivedere le immagini e cosa è successo nel 2008,cioè crisi dei mutui SubPrime, ci ha aiutato a dare una base di partenza per l’analisi del periodo 2010/2020.

Il secondo concetto che si è voluto evidenziare è la logica macroeconomica che ha contraddistinto le politiche delle banche centrali per sostenere l’economia e le manovre che ancora si stanno mettendo in atto per dare ulteriore spinta ad economia e mercati.

Si è poi affrontato un argomento molto attuale, il Corona Virus.

Non mettendole in discussione, ma partendo dalle implicazioni sanitarie ed emotivesi è voluto fare un parallelismo tra queste e quelle economiche per capire come le altre pandemie simili a questa che abbiamo vissuto anche nello scorso decennio, abbiano influito sui mercati finanziari.

Sfruttando questa analisi è stato evidenziato come i mercati siano saliti nell’ultimo decennio malgrado 32 possibili momenti di panico dovuti sia a pandemie che ad altri eventi politici e non solo.

La riflessione successiva ci ha portato ad analizzare una ricerca “Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani, 2019” che ha evidenziato che dal 2009 ad oggi gli italiani hanno aumentato la richiesta di sicurezza investendo in titoli di stato, malgrado questi ultimi abbiano in Europa per la maggior parte rendimenti negativi.

Nel proseguire la nostra analisi ci siamo chiesti perchè gli italiani continuano ad evitare i mercati finanziari. 

Da unindagine IPSOS si è scoperto che gli italiani possono vantare un altro primato, cioè che hanno una percezione della realtà sbagliata, questo li porta ad avere paura e perciò ad investire solo in strumenti che ritengono “sicuri”.

Anche in sala, alcune domande poste ai presenti hanno evidenziato come la percezione di eventi, anche non di natura economica, ad esempio numero di mussulmani ogni 100 persone o ragazzi colpiti da diabete tra i 20 e i 29 anni ed altro, sia maggiore di quanto effettivamente in realtà, infatti le risposte discordavano dai dati statistici.

Le notizie ci portano ad avere una visione del mondo diversa da quello che i dati evidenziano, e in finanza questo si trasforma, come abbiamo visto, in ricerca di sicurezza.

Non potevamo poi non parlare del debito pubblico italiano, grazie al video di un “esperto (Enrico Brignano), che con la sua caratteristica simpatia ci ha ricordato il nostro debito. Partendo dalle considerazioni del filmato ho voluto evidenziare come gli italiani hanno una ricchezza individuale pari al debito pubblico, peccato che spesso sia rappresentata da soluzioni “illiquide” come gli immobili, questo perchè la nostra scarsa conoscenza di finanza ci tiene lontano dagli investimenti mobiliari, quindi gli altri europei, malgrado abbiano meno patrimonio abbiano avuto una rivalutazione maggiore dello stesso.

Prima di cominciare la proiezione nel futuro abbiamo analizzato le variabili che portano alla recessione, visto che oggi se ne fa un gran parlare.

Al momento gli indicatori macroeconomici tipici delle recessioni non sono così marcati da far pensare ad una imminente correzione dei mercati.

Infine siamo finalmente giunti a parlare del futuroanalizzando innanzi tutto il più prossimopartendo dagli indicatori sulle aspettative del 2020.

I parametri analizzati sono PIL, inflazione e tassi. I dati ci indiano una crescita del Pil mondiale intorno al 3%,l’inflazione bassa e tassi che, visto il momento economico, non cresceranno e resteranno perciò contenuti.

I dati degli indicatori dovrebbero sostenere una crescita nel 2020 al netto del Corona Virus, che dovrebbe secondo gli economisti erodere un punto del PIL Cinese.

Ultimo argomento l’accenno ai punti fermi e alle aspettative per il decennio 2020/2030.

L’analisi dei trend e le conseguenze sugli investimenti saranno argomento del prossimo incontro del 4 marzo 2020, a cui non si può mancare.

Investimenti 4.0 …….

Mercoledì 25 settembre, nella splendida cornice del Castello di Monteruzzo a Castiglione Olona,  è andato in scena il primo evento organizzato da  “iRO.BO.T”, il ROta BOrdignon Team, il primo Robot senza intelligenza artificiale. L’idea del team nasce per mettere a fattor comune le esperienze e le competenze  di entrambi a beneficio dei clienti, i quali da oggi potranno usufruire di un servizio migliorato dall’insieme delle sinergie e dal confronto continuo

La serata che prevedeva anche di rispondere alle domande del test rimaste in sospeso, è continuata mantenendo fede a quanto promesso grazie anche alla partecipazione attiva e dinamica dei presenti.  Trascorso  questo momento didattico, abbiamo analizzato  una nuova opportunità di investimento che prende spunto dall’iniziativa del  governo cinese di ricreare una “Via della Seta” sulla traccia di quella percorsa dal Marco Polo.  La nuova “Belt & Road” che punta a sviluppare le economie dei paesi che attraversa con nuovi accordi commerciali che li coinvolga attivamente. 

RO.BO.T ha poi posto in evidenza come per il secondo anno consecutivo il MEF Ministero Economia e Finanza, abbia dichiarato OTTOBRE il mese della Cultura Finanziaria, e proprio per dare risalto a questa iniziativa il Team ha deciso di organizzare un Corso Base , per consentire a tutti di conoscere i concetti primari della Finanza.  Prossimamente riceverete programma e contenuti del corso. Chiudo ricordando la frase di un grande fisico del passato che diceva :  “La conoscenza rende liberi”.

Evento 22 maggio

Mercoledì 22 maggio 2019 , nella splendida location del ristorante “2 lanterne” di Induno Olona, si è svolto l’incontro dal titolo “Diamo un nome ai soldi”

L’obiettivo era di individuare le ragioni per cui gli italiani risultano essere gli ultimi in termini di alfabetizzazione finanziaria nei paesi del G7, come emerge da un indagine di Standard & Poor’s ripresa da Pictet.

A suffragio di questa ricerca anche la Consob (Società per la borsa e i mercati) italiana lancia l’allarme, pianificazione finanziaria Italiani ancora poco evoluti.

Abbiamo cominciato cercando di trovare le ragioni del perché non siamo in grado di pianificare, ponendoci anche la domanda se “è vero che non siamo in grado di pianificare”.

La prima variabile analizzata è il tempo. La concezione del tempo è radicalmente cambiata nell’ultimo periodo in tutte le cose della vita, dalle cose più semplici come bere un caffè sino agli investimenti; Virgilio nelle sue Georgiche diceva “Tempus fugit” nella società moderna abbiamo la sensazione di averne sempre meno e che ci sfugga di mano, ecco perché siamo arrivati al “tutto e subito”, la paura che se non si prende subito poi il tutto svanisca.

La seconda variabile è “l’iperconnessione” cioè il fatto di avere tantissime notizie, essere sempre bombardati da informazioni crea ansia e stress, questo spesso porta a fare scelte sbagliate sull’onda dell’emotività. Le informazioni che abbiamo sono talmente tante che non riusciamo neppure a  decodificarle tutte, uno studio americano rivela che non vi è differenza tra  non avere notizie o averne troppe il risultato è lo stesso si agisce emotivamente.

L’ultima variabile presa in considerazione è quella degli obiettivi, per analizzarla ci siamo avvalsi della Psicologa Milena Rota che ha argomentato la costruzione di un obiettivo con tutte le sue sfaccettature, https://www.sergiorotaconsulenza.it/2019/06/04/la-strana-via-della-decisione/

Dopo l’analisi di tutte le variabili abbiamo ripreso la domanda “è vero che non siamo in grado di pianificare?”. A chi non è capitato da piccolo di accantonare le mance per un gelato, per un libro, per un giocattolo? Credo a tutti, questo è un esempio di pianificazione obiettivo (gelato) nel tempo (quando esco con gli amici), ma allora perché crescendo perdiamo questa capacità? Naturalmente non la perdiamo, ma le decisioni diventano di più e molto più complesse e a volte non riusciamo a mettere tutto nella giusta posizione.

Continuando il parallelismo con lo sport, se per pianificare un obiettivo sportivo ci vuole una persona che ti stia al fianco per superare i momenti difficili, per farti allenare nel modo giusto e con i tempi giusti, allo stesso modo per gli investimenti è giusto affidarsi a chi si occupa di pianificazione, che ti sta al fianco nei momenti difficili e che posiziona nel tempo i tuoi obiettivi.

Lo sportivo che ha un intoppo non smette di fare il suo sport, spesso l’investitore vorrebbe smettere di essere investitore solo perché c’è un intoppo, un esempio?, la guerra commerciale USA Cina porterà alla fine del mondo?, sicuramente no ci saranno momenti di volatilità, ma poi il mercato si assesterà, allora perché pensare di smettere di fare l’investitore?

Coloro che si sono già diagnosticati da soli tramite Google, ma desiderano un secondo parere, per cortesia controllino Yahoo.com.. Questa frase l’ho trovata davanti allo studio di un medico e mi sono chiesto, ma una volta fatta la diagnosi con Google poi ci si “ auto opera”? oppure ci si rivolge ad un medico?  Naturalmente la seconda ed accettiamo la diagnosi del medico, non si fa lo stesso con i soldi.

Si è chiusa la serata con un filmato di una nota pubblicità degli anni ’80 “Turista fai da te? No alpitour?……….” Allo stesso modo, come evidenziano molte ricerche fatte sugli investitori, spesso il Fai da te è molto dannoso.

A completamento della serata la presentazione dei prossimi eventi del 2019.

LA STRANA VIA DELLA DECISIONE

Ogni giorno ognuno di noi è chiamato a prendere delle decisioni, siano esse piccole e abitudinarie come la strada da percorrere per arrivare al lavoro, chi accompagna i figli a scuola, cosa preparare per pranzo e cena, organizzare la giornata, oppure più complicate e articolate come l’impostare un progetto di lavoro, prendere una decisione importante a livello famigliare o personale, decidere che scuola frequentare, sposarsi, cambiare macchina, ecc.

La decisione è parte della vita, base di tutte le azioni, e seppur sia  solo una delle componenti che determinano l’avvio del nostro agire, la sua modifica e le modalità intrapresa, è sicuramente importante nel proseguo dei nostri obiettivi e loro raggiungimento.

Quindi possiamo definire la decisione come il risultato di diversi processi che determinano la selezione e individuazione di una via possibile di azione, scelta tra altre disponibili, poiché risulta la più favorevole in quel momento preciso, per gli obiettivi da raggiungere, in relazione alle risorse disponibili e al tempo a disposizione. Come accennato precedentemente è un processo che può essere automatico e breve oppure lungo e complesso, ma in ogni caso la nostra mente opera una selezione tra possibilità.

A livello razionale e “ottimale” il processo decisionale dovrebbe includere varie fasi e passaggi: la definizione degli obiettivi e scopi da raggiungere, l’attuazione di un ragionamento probabilistico ovvero che permetta di stimare la possibilità che un determinato obiettivo sia raggiunto in presenza di alcune condizioni, quindi la valutazione di tutte lo possibili vie da percorrere e loro utilità al fine della soddisfazione desiderata e la scelta dell’opzione che appare più favorevole, e che comporti maggiore probabilità di successo, a seguito di un’applicazione precisa di regole statistiche e vagli di tutte le vie percorribili.

Tutto questo sembra un mondo incantato e a tratti utopistico, poiché anche nelle decisioni più importanti è difficile operare in modo totalmente razionale e in termini probabilistici, seguendo invece vie alternative, scorciatoie mentale, sotto l’influenza di innumerevoli fattori. Solo per citarne alcuni, le decisioni sono influenzate dalle proprie e altrui aspettative, dal contesto, dalla tendenza a “vedere”alcune possibilità e non altre, dalla paura del cambiamento e dall’avversione alle perdita. Ma questo non è tutto poiché andando ancora più nel profondo ci sono elementi apparentemente inesistenti e inconsapevoli ma che possono agire prepotentemente sul nostro processo razionale. Si parla di emozioni e di tutte le sensazioni che l’individuo vive durante il processo, in relazione all’obiettivo e alle opportunità, l’esperienza passata che influenza non solo le nostre azioni e percorso cognitivo ma si fa sentire anche a livello somatico, inviando segnali con quello che Damasio (1994) definì marcatore somatico, la massa e la tendenza al conformismo e l’inesorabile bisogno di certezze e risposte nell’immediato, che portano ad una difficoltà nel percorrere una via nuova, sconosciuta e incerta, in cui le risorse da attivare sono molte, seppur razionalmente essa sia la via migliore.

Ma siamo davvero in balia di tutto questo o possiamo migliorare il nostro processo decisionale, pur considerando tutti i fattori razionali, emotivi e di contesto?

Al fine di migliorare è importante conoscere e agire sulle diverse fasi della decisione, imparare a gestire e controllare l’emotività, aprirsi al cambiamento e acquisire buone abilità di resilienza e reazione alle novità prendendole come opportunità e motivo di crescita e messa in gioco, nonché uscire dal coro e ascoltare se stessi, il proprio volere e sensazione, identificandosi con il proprio scopo e sentendosi parte dello stesso.

Rispetto alle fasi è importante focalizzare il problema, ridefinirlo in termini di obiettivi, analizzare ovvero raccogliere informazioni, organizzarle e individuare gli elementi rilevanti, generare le possibili soluzioni e vie e selezionarne una e infine agire la scelta e osservarne gli effetti, mantenendo sempre un buon livello di flessibilità e apertura al cambiamento di rotta.

Uno degli aspetti fondanti del processo e base del successo è la definizione di un buon obiettivo: quello che si vuole raggiugere con il proprio agire, lo scopo, la meta per  cui attivo il mio percorso di decisione e azione.

Un buon goal setting deve tenere in considerazione l’esistenza di obiettivi oggettivi o ben misurabili, evidenti e tangibili e altri soggettivi che esprimono un’intenzionalità ma sono spesso di carattere qualitativo e meno identificabili da altri e da parametri condivisi, inoltre deve osservare il fattore tempo ovvero del breve, medio e lungo termine e dalla stretta implicazione e legame tra i diversi step, del livello di motivazione e coinvolgimento emotivo e razionale, nonché dal controllo percepito.

Nello specifico si parla di obiettivo S.M.A.R.T. ovvero:

  • Specifico: chiaro e ben definito
  • Misurabile: quantificabile e definibile in modo oggettivo
  • Accessibile: raggiungibile considerato il punto di partenza, le risorse e i limiti
  • Rilevante: deve avere valore per singolo, essere sfidante, né troppo semplice, né troppo complesso
  • Tempo: definizione del tempo a disposizione per raggiungerlo, il termine breve, medio o lungo.

In più deve essere formulato in positivo, emozionante, scritto, gerarchico o suddiviso in sotto-obiettivi con definizione delle priorità, fatto proprio e interiorizzato.

Fondamentale il ruolo delle risorse a diposizione, dei punti di forza e degli ostacoli, della pianificazione, dei feedback e specialmente della motivazione che agisce come spinta sull’origine, direzione, intensità e persistenza dell’azione.

La presa di decisione implica la messa in gioco di risorse e la considerazione di differenti fattori intervenienti, è fondamentale e importante considerare i diversi aspetti, ascoltare il proprio volere, vagliare le differenti opportunità in cui è richiesto in processo raccolta di informazione, in cui spesso il supporto e la consulenza di esperti del settore in cui si vuole operare la scelta (sia essa lavorativa, finanziaria, sportiva….) è importante per non perdere alcune possibilità e soprattutto assumere più consapevolezza di opportunità e rischi delle singole vie.

Ogni decisione comporta un cambiamento, sia esso piccolo o grande, esso va accolto ed affrontato con determinazione e consapevolezza che il percorso preso ha un obiettivo che deve essere ricordato, rinnovato ma soprattutto modificato se necessario.

MILENA ROTA

•Collaboratrice presso Centro Elpis come psicologa dell’eta’ evolutiva (training di potenziamento DSA, disagi emotivi….)

Psicologa •Psicologa dello sport in formazione

•Redattrice su www.Crescita-personale.It

.Collaboratrice in programmi educativi per il benessere del minore o dell’adulto

Previdenza integrativa

Mercoledì 14 marzo, nella splendida location del ristorante “2 lanterne” di Induno Olona, si è svolto l’evento dal titolo “Previdenza integrativa”.

Alla previdenza dedico un incontro ogni anno perché sicuramente è uno degli argomenti più importanti, ma meno conosciuti tra gli investitori.

L’obiettivo era di individuare le criticità del sistema previdenziale, le ragioni di questa situazione, quali sono i meccanismi che ci bloccano nell’affrontare questa questione ed analizzare il perché gli italiani sono poco attenti al loro previdenza, ed in ultima analisi previdenza per nipoti o figli .

Abbiamo cominciato con analizzare alcuni dati per avere un quadro chiaro del perché esiste un problema previdenziale.

Dai dati del bilancio INPS 2017 si evince un delta di 108 milioni di euro tra entrate ed uscite nell’anno 2016 e, tenendo conto delle uscite totali si evidenzia il rosso ad oltre 6 miliardi, non penso che queste cifre abbiano bisogno di commenti .

Il secondo problema affrontato è quello demografico.

Abbiamo analizzato i dati della natalità e della mortalità in Italia ed emerge che nel 2040 gli over 65 saranno il 30% della popolazione, a fronte di una natalità in diminuzione la domanda nasce spontanea, come verranno pagati i contributi?, ed inoltre“ con la vita media che si allunga e le pensioni che diminuiscono come potremo avere una vecchiaia dignitosa?”

Da questa ultima domanda siamo poi ripartiti per capire come lo stato tenta di arginare il problema, ed abbiamo a tal proposito analizzato il sistema contributivo diventato ormai l’unico sistema previdenziale in Italia, valutando l’impatto sulle pensioni.

A questo punto avvalendoci di un video si è passati ad analizzare la quota 100 evidenziando il rapporto costi benefici dell’andare in pensione con questa possibilità.

Logico andare poi a valutare quale potrebbe essere l’ammontare di una pensione media in base ai tagli dovuti dalla quota 100 e dai tassi di conversione che comunque continuano ad adeguarsi come ormai succede da anni.

Da questo conteggio si vede come tra coefficienti e tagli la pensione garantirà un reddito molto più basso che diminuirà il potere di acquisto una volta in pensione, dai dati emersi si capisce chiaramente che senza una previdenza integrativa la vecchiaia sarà meno serena.

Lo stato conscio del problema ci permette di avere dei benefici dal punto di vista fiscale nel sottoscrivere una previdenza integrativa, infatti la fiscalità dei fondi pensione è particolarmente interessante sia in fase di accumulo che di erogazione.

Procediamo con ordine, in fase di accumulo, cioè quando versiamo abbiamo la possibilità di portare in deduzione su Unico/ 730 le somme versate con risparmio fiscale che varia al variare delle aliquote.

Facciamo un esempio semplice per capirne la dinamica, una persona con un reddito di 20.000,00 euro e una aliquota del 23% avrà per ogni 1.000,00 euro versati sul fondo pensione un risparmio di 230,00 euro, che per chi fa il 730 darà origine ad un rimborso nella busta di Luglio.

A questo plus aggiungiamo che i guadagni finanziari sono tassati al 20% a differenza di molti investimenti che sono tassati al 26%, anche qui un piccolo esempio, a scadenza il mio piano avrà generato 5.000,00 euro di guadagni, con il fondo pensione avrò una tassazione di € 10.00,00 con la maggior parte degli investimenti avrò un esborso di € 1.300,00.

In ultima analisi la tassazione delle somme versate una volta arrivati alla pensione.

Se ho versato in un fondo pensione avrò tassazione massima del 15% con un minimo del 9%, vi ricordo che nel durante abbiamo avuto una deduzione, cioè fiscalmente un fondo pensione mi crea un guadagno, rifacendomi all’esempio di prima ogni anno recupero 230,00€ e a scadenza ne pago 150,00 con un guadagno di 80,00€ ogni 1.000,00 un 8%.

La cosa diventa molto interessante se si prende in considerazione il TFR, infatti se lascio in azienda il mio trattamento di fine rapporto sarà tassato minimo al 23%.

Facciamo ordine: prendiamo due dipendenti che hanno fatto due scelte differenti il primo ha lasciato il TFR in azienda il secondo l’ha messo in un fondo pensione, entrambi hanno 20.000,00 euro il primo percepirà al massimo 15.400,00 euro (20.000 – 23%) il secondo percepirà come somma minima 17.000,00 (20.000 – 15%).

Abbiamo evidenziato che questi plus sono utilizzabili anche da un genitore che voglia versare in un fondo pensione per il figlio, infatti se un figlio risulta a carico, il genitore avrà il recupero fiscale ogni anno fin quando il figlio non sarà economicamente autonomo.

Davanti a dei dati oggettivi non esiste ragione per cui una persona non debba fare un investimento in pensione, eppure non è così per una serie di fattori:

  • la tendenza a procrastinare alcune decisioni, psicologicamente quando una cosa non la vediamo vicina non ne percepiamo la paura e neanche la necessità di pensarci, salvo poi farci prendere dal panico in prossimità della scadenza.
  • L’illusione del controllo, se li metto in un fondo non so cosa succede.
  • la poca conoscenza del prodotto e delle possibilità di utilizzo.

A questo punto si sono evidenziati i costi che si devono sostenere in termini di minor guadagno generati dal ritardare la decisione nel sottoscrivere la previdenza integrativa.

Abbiamo inoltre analizzato le caratteristiche degli strumenti previdenziali entrando in alcuni tecnicismi, si è evidenziata la possibilità di avere durante la vita del fondo somme di denaro senza aspettare la scadenza, cioè la pensione.

Ultimi argomenti l’Ape sociale e la R.I.T.A rendita generata dal fondo pensione che posso usare per uscire prima dal mondo del lavoro.

Mentre l’APE nasce da un prestito che chiedo alle banche, la R.I.T.A viene erogata dal mio fondo pensione senza doverla rendere come faccio invece con l’Ape, credo che questa sia la ciliegina sulla torta: non è più possibile nascondere la testa sotto la sabbia, è il momento di prendere in mano il proprio futuro.

Abbiamo chiuso parlando di un caso reale, un investimento di 49 anni di € 4080,00 € oggi sono quasi 160.000,00 e sono passati attraverso una serie di crisi, ma l’economia è sempre cresciuta ed il denaro con lei, questo perché, come diceva Einstein “ L’interesse composto è l’ottava meraviglia del mondo”.

La mia campagna “io non ci sto” contro la mancanza di educazione finanziaria continua con l’obiettivo di avere ad ogni serata una persona nuova che voglia uscire dal buio dell’ignoranza finanziaria.