In questi giorni si è tornati a parlare di inflazione e tassi, come sempre si fanno analisi finanziarie di come queste due variabili impatteranno sugli investimenti.
Sommando alle prime due la volatilità dei mercati abbiamo un quadro nel quale tre comportamenti degli investitori italiani diventano dei rischi veri e propri.
Gli italiani popolo di risparmiatori hanno nel mantenere la liquidità sui conti correnti una delle abitudini che amano di più.
Come sempre durante le crisi la giacenza sui conti correnti esplode, gli italiani ritengono in questo modo di difendere i loro risparmi.
Non teniamo conto in queste scelte dell’inflazione, la quale erode il potere di acquisto del denaro lasciato sui conti correnti, con 50,00 € 10 anni fa si metteva nel carrello più merce rispetto ad oggi.
Rischio liquidità, quella che è un’illusione di controllo non è altro che un modo per perdere denaro.
Prendiamo il decennio 2010/2020 caratterizzato da un’inflazione bassa e in alcuni momenti negativa eppure 10.000,00 € del 2010 oggi hanno un potere d’acquisto di poco più di 9.000,00.
Il secondo comportamento viene conosciuto in finanza comportamentale come Bias domestico, cioè il fatto di investire in strumenti che sentiamo vicini a noi quali i titoli di stato o obbligazioni bancarie anche se questo, bisogna dire per onestà, è un fenomeno in attenuazione.
Lasciamo stare per i titoli di stato tutto il discorso legato al debito pubblico, se volete approfondire (Debito,ma con chi), e concentriamo l’attenzione sui tassi e sull’inflazione.
Nelle due ultime aste i BTP sono andati a ruba malgrado un rendimento basso, avere 10.000,00 € in un titolo che rende l’1% (a volte meno) vuol dire portare a casa 1.000,00 € lordi in 10 anni, se compariamo il dato di prima sull’inflazione dell’ultimo decennio che ci dava una perdita di 1.000,00 € in potere d’acquisto, con il nostro BTP, al netto delle tasse ne usciamo in perdita.
Molti investitori comprano BTP per venderli a prezzi più alti durante la vita del titolo, una specie di speculazione sulle oscillazioni politiche se così si può dire, ma questa cosa va bene se i tassi scendono, meno bene se i tassi salgono, perché?
Un investitore di solito cerca di comprare titoli che gli danno buoni rendimenti, va sul mercato e vuole il tasso migliore.
Un BTP con cedola all’1% sarà meno appetibile di un’obbligazione che rende il 2%, quindi se siete il possessore del BTP e lo volete vendere dovrete fare uno “sconto sul prezzo” e perdere, altrimenti l’investitore andrà su un titolo con cedola più alta dove guadagna di più.
Potete decidere, per non vendere in perdita, di tenere il titolo fino a scadenza dove però il vostro potere d’acquisto a causa dell’inflazione sarà più basso, quindi se i tassi salgono non voglio essere il possessore del BTP.
Comprare un titolo a cedola bassa in questo momento mi dà due certezze, difficilmente potrò speculare sul prezzo e avrò una decurtazione del potere d’acquisto dovuto all’inflazione.
La finanza è materia ostica, e malgrado faccia parte della quotidianità, dall’acquisto con la carta di credito al mutuo della casa ad esempio, non è argomento di cui gli investitori amano leggere, ecco un altro comportamento deleterio.
La non conoscenza costa agli italiani. Rispetto ai risparmiatori europei hanno un rendimento inferiore dei loro risparmi, questo perché sbagliano l’approccio con gli investimenti, malgrado abbiano gli stessi strumenti a disposizione.
Solo il 30% degli italiani, da un indagine 2018 banca d’Italia, hanno una conoscenza base di finanza contro il 62% della media dei 37 paesi OCSE (https://it.wikipedia.org/wiki/Organizzazione_per_la_cooperazione_e_lo_sviluppo_economico).
Nei paesi anglosassoni dove la conoscenza di finanza è più alta i risparmiatori hanno un miglior rendimento degli investimenti.
Non conoscere quello in cui si sta investendo potrebbe inoltre distorcere la realtà.
Voglio riproporre una domanda di Ruggero Bertelli (università di Siena) proposta qualche anno fa ai lettori de Ilsole24ore, poi darò la mia interpretazione alle risposte.
Immaginate di aver investito in un fondo bilanciato 100.000,00 €. A fine anno mi trovo con 115.000,00 €. Alla fine del primo trimestre dell’anno successivo mi accorgo che il valore è 105.000,00. In quale affermazione mi ritrovo di più?
1. Sto perdendo 10.000,00 €
2. Sto guadagnando 5.000,00 €, non sono soddisfatto
3. Sto guadagnando 5.000,00 €, sono soddisfatto
4. È passato troppo poco tempo per esprimere un giudizio sull’investimento.
Se hai risposto 1 hai una visione distorta degli investimenti, cerco di dare la mia chiave di lettura.
Provate a pensare di allungare una molla e di tenerla in tensione continuamente, otterrete il risultato di sfibrarla e quindi perderà elasticità.
Lasciare andare la molla ogni tanto e magari comprimerla leggermente questo le farà acquisire l’energia per andare ancora più in alto.
Immaginare i mercati finanziari come una molla, ci può aiutare a pensare che i momenti di contrazione siano importanti per prendere nuova energia, ci può inoltre far vivere con meno angoscia quelle situazioni di volatilità che sono inevitabili sul mercato.
Se hai risposto 2 la tua è una questione di aspettative, forse bisogna tarare meglio il rapporto rischio/investimento.
Se hai risposto 3 con molta probabilità hai investito senza aspettative.
Se hai risposto 4 probabilmente hai investito per obiettivi cosa che ti permette di avere una visione analitica del denaro, questa strada, e cioè quella della pianificazione è quella che porta i risparmiatori europei ad avere maggiori risultati.
In Europa l’uso di consulenti nelle scelte di investimento e pianificazione finanziaria è molto più alta che in Italia.
Un articolo di Advisor (https://www.advisoronline.it/consulenti-finanziari/carriere-e-professione/43431-consulenza-finanziaria-ecco-quanto-fa-guadagnare-ai-clienti.action) ci fa vedere come la presenza di un consulente fa guadagnare di più il cliente.
Avere una figura di riferimento fa stare inoltre più tranquilli durante le crisi e più informati sulle opportunità.
-Se voglio andare di corsa vado da solo, se voglio andare lontano trovo un amico-
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