Un analisi stabilisce che solo 1/3 delle aziende sopravvive alla seconda generazione.
Come possiamo trasferire il frutto del nostro sudore ai nostri eredi senza incorrere nel rischio di vederlo svanire come neve al sole?
Una delle caratteristiche delle piccole imprese è la forte connotazione emotiva che lega il proprietario alla sua azienda, spesso il rapporto è molto simile a quello che un genitore può avere con un figlio.
Questo è sicuramente un punto di forza dell’imprenditoria italiana, ma allo stesso tempo rappresenta anche il primo problema, spesso, questo rapporto così profondo impedisce all’imprenditore di accettare che qualcuno, un figlio o un genero o una nuora, possano prendere decisioni al suo posto perché, “ solo io so cosa è bene per la mia azienda”.
Passare il testimone non è facile, ma chiunque voglia dare continuità alla propria azienda deve prendere in considerazione questa opportunità.
Vediamo come è possibile pianificare un passaggio aziendale nel migliore dei modi.
La prima cosa da fare è analizzare il patrimonio, personale ed aziendale.
Una volta che si è fatta un’accurata analisi di tutto, molto meglio farsi aiutare da qualcuno esterno all’azienda, è utile andare ad identificare la persona, o le persone più adatte e cominciare a dar loro sempre più responsabilità, questo contribuirà a dare linfa, idee nuove e nuova spinta, e inoltre garantirà continuità all’azienda.
Fatto questo abbiamo garantito la continuità all’azienda, ma si devono anche tenere in considerazione le altre persone che fanno parte della famiglia e garantire loro la legittima.
Analizziamo un caso per cercare di chiarire.
Giovanni 68 anni ha un’azienda con 20 operai nella quale lavora il figlio minore Fabio. Di anni 34.
Giovanni è sposato con Anna 64 anni, in comunione dei beni, ed ha altri 2 figli Giorgio di 38 anni e Laura di 35, che sono rispettivamente un insegnante ed un medico.
Rientra quindi nella casistica, 1/3 al coniuge e 2/3 ai figli.
La famiglia ha un patrimonio mobiliare investito in vari strumenti di 1.000.000,00 di euro, una casa al mare del valore di 300.000,00 € l’abitazione principale del valore di 700.000,00 € più 1/3 della casa dei nonni materni che ha un valore complessivo di € 370.000,00.
L’azienda ha un valore di € 3.000.000,00 tra avviamento e immobili.
Se i due coniugi non fanno nulla alla loro dipartita il patrimonio di più di 5 mln di euro verrà diviso tra i 3 figli, con due criticità, la prima l’azienda sarà indivisa e quindi Fabio dovrà liquidare i fratelli, e non è detto che al momento in cui questo avviene possa avere le risorse disponibili, la seconda è l’aumento della possibilità di discussione tra i fratelli.
Come possiamo salvare l’azienda e non ledere la legittima?
Cominciamo con il dire che ci sono vari strumenti per risolvere il problema, patti di famiglia trust e soprattutto il testamento.
Con un testamento Giovanni e Anna potranno liberare una parte del loro patrimonio da destinare a chi vogliono, pari al 25% quindi 1.250.000,00, quota disponibile, come possiamo vedere dalla tabella.
Soluzione: scorporiamo il valore dell’azienda (avviamento) dall’immobile, facciamo 2mln e 1 mln. Giovanni e Anna creano un immobiliare dove inseriscono tutti gli immobili per un valore di 2 mln ( capannone 1 mln, casa famiglia 700.000,00 e casa al mare 300.000,00) più la partecipazione di € 123.000,00 della casa materna.
L’azienda comincerà a pagare l’affitto all’immobiliare che lo accantonerà in un fondo.
Alla morte di uno dei due coniugi si verificherà la seguente situazione, definita nel testamento.
Teniamo conto la comunione e quindi il calcolo sul 50%.
Abbiamo dato continuità all’azienda e rispettato le legittime, inoltre nel testamento verrà inserito un usufrutto per il coniuge superstite, su tutto.
Alla morte del secondo coniuge, cambia la divisione, disponibile 1/3 e legittima 2/3 di 3.125.000,00 € dati da 2.500.000,00 personali e 625.000,00 ereditati
Mancano due cose, la casa materna e il fondo affitto del capannone.
Entrambi saranno inseriti nei calcoli ed andranno a Laura e Giorgio e serviranno a saldare la differenza per il capannone, possiamo decidere di lasciare un eventuale eccedenza a loro per compensarli della quota disponibile, e nel testamento inseriremo inoltre che Fabio continuerà a pagare ai 2 fratelli l’affitto sino ad esaurimento dell’eventuale debito residuo per il capannone.
Abbiamo risolto i due problemi di prima salvare l’azienda e ridurre drasticamente la possibilità di discussioni tra i fratelli.
Sicuramente non è, anche da un punto di vista emotivo, un passaggio facile, ma peggio potrebbe essere vedere depauperato il patrimonio in interminabili beghe legali.
Sono a disposizione con il mio team di esperti per fare una valutazione.
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