A fine 2024 ho inviato un messaggio chiedendo a tutti i miei clienti una breve descrizione del nostro rapporto di consulenza. Sono rimasto profondamente colpito dalle numerose risposte ricevute.
Molti di voi hanno sottolineato qualità come l’empatia, la disponibilità, la chiarezza nelle spiegazioni e la vicinanza nei momenti delicati. Questi valori per me sono fondamentali, e sapere che sono stati riconosciuti mi riempie di soddisfazione.
Come ogni anno, il periodo natalizio, è per me un momento di riflessione, bilanci e progettazione. Dedico anche tempo alla lettura, tra queste c’era anche il rapporto CENSIS-Assogestioni 2024 che mi ha fatto riflettere, soprattutto se messo in relazione con i vostri riscontri.
Dal rapporto emerge che il 77% degli italiani dichiara di mettere da parte qualcosa. Rispetto all’ultima ricerca è emerso inoltre che l’incertezza globale sta alimentando stati d’ansia: il 67,5% teme, infatti, gli eventi sociopolitici mondiali. Questo clima di incertezza ha portato a un crescente bisogno di consulenza e spiegazioni, sempre più risparmiatori dichiarano di voler meglio comprendere la finanza, una percentuale in netto aumento rispetto ai dati della precedente ricerca.
Facciamo un passo alla volta.
Il risparmio, tornato ai livelli pre-Covid (8%), unito all’incertezza, ha spinto molti italiani a preferire investimenti a breve termine. Tra gli strumenti più gettonati, i titoli di Stato italiani, percepiti come più vicini e sicuri. Una scelta comprensibile, ma dettata da un bias comportamentale, come evidenziato anche nella ricerca, una sorta di “moglie e buoi dei paesi tuoi”.
Tuttavia, sarà davvero la scelta più remunerativa?

La tabella dimostra che negli ultimi dieci anni investire in liquidità e breve termine non ha pagato quanto altri investimenti, l’incertezza ha fatto lievitare il valore dell’oro che ha toccato i suoi massimi, ma anche le azioni globali hanno performato meglio dei titoli domestici.
Questo non significa demonizzare i titoli di Stato, ma evidenziare un dato importante: quasi il 50% degli intervistati dichiara di conoscere poco gli strumenti finanziari, in particolare il risparmio gestito, questo porta a scelte più conosciute, una specie di confort zone degli investimenti.
Un mea culpa va fatto da chi come me fa il Consulente finanziario, educare, pianificare è anche, e soprattutto, compito dei consulenti.
Stare vicino ai clienti diventa a questo punto un dovere.
Per me, questo non è solo un dovere professionale, ma una missione.
Chi è con me da oltre dieci anni sa che ho cercato di promuovere la cultura finanziaria attraverso eventi come:
- “Io non ci sto”, con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza finanziaria.
- “Sorsi di Finanza”
- “La finanza dei pomodori”, per rendere i temi economici accessibili.
- Gli incontri con esperti, come l’evento conclusivo del 2024.
Per il nuovo anno ho in programma una serie di iniziative: webinar, eventi e pubblicazioni mirati a diffondere sempre più conoscenza finanziaria. Vi invito a condividere queste opportunità con amici e conoscenti: sapere è benessere. Insieme possiamo costruire un futuro più solido e consapevole.
Buon anno a tutti!