Un’esperienza bellissima: garantire un futuro migliore

Da due settimane ho cominciato attivamente la mia esperienza in Economic@mente – Metti in Conto il tuo Futuro, un progetto di ANASF, l’Associazione Nazionale Consulenti Finanziari, che prevede l’erogazione di lezioni ai ragazzi di 4° e 5° superiori per renderli consapevoli del mondo economico e di alcuni concetti base che un investitore deve conoscere. I consulenti mettono gratuitamente le loro conoscenze al servizio degli studenti. 

È un’esperienza bellissima. Temevo di trovarmi di fronte dei ragazzi disinteressati, che mi avrebbero accolto con sufficienza cellulare alla mano, come spesso accade di sentirli descrivere etichettandoli in maniera negativa; ho invece incontrato persone che vogliono sapere, ma deluse da un sistema che non le sta aiutando in tal senso. 

Perché ho voluto condividere questa mia esperienza? È uscito in questi giorni Il Rapporto CONSOB 2022 sulle Scelte di investimento delle Famiglie italiane, da cui si evince che abbiamo una bassa conoscenza in tutto quello che riguarda la finanza e specialmente del mondo della consulenza. La cosa positiva è che da questa ricerca si evince che i clienti dei consulenti hanno per lo meno due caratteristiche che li distingue dagli altri: la prima è la diversificazione maggiore del portafogli, una condizione che, come dico da sempre, è fondamentale. Anche nel mio libro La Finanza dei Pomodori parlo di come sia importante pensare come i contadini: piantare più qualità di ortaggi e verdure per garantirsi un raccolto sicuro. La seconda caratteristica dei clienti dei consulenti è che mediamente hanno una cultura finanziaria maggiore: se è vero come è vero che maggior cultura è uguale a maggior benessere, allora abbiamo fatto bingo. 

Il benessere di cui si parla non deve essere inteso solo come quantità di denaro, anche se comunque è stato dimostrato che chi si avvale di un consulente ha mediamente un portafoglio più performante; parliamo della qualità di vita. Un cliente mi ha detto recentemente: “Ho deciso di far gestire tutti i miei soldi da te per due motivi: primo perché ci sei sempre quando ho bisogno di te, secondo perché quando ci sono dei problemi sei sempre pronto a darmi chiavi di lettura e pillole di saggezza che mi rendono più tranquillo”.

Ecco perché ho deciso di partecipare a Economic@mente: per aiutare nel mio piccolo questa nazione a essere meno ignorante in materia economico-finanziaria. I ragazzi sono il futuro di questo Paese e non possiamo pensare di lasciarli in balia dei social o chissà che altro: se sono coinvolti, sono come spugne che assorbono e non sono diversi da noi adulti; sono le opportunità ad essere diverse e noi dobbiamo dar loro quelle giuste.

Ho sempre pensato che chi ha di più, in termini non soltanto economici, abbia il dovere morale di aiutare chi ha di meno a migliorare: alla fine ne trarremo un beneficio tutti. Il mio è anche il modo, sicuramente un po’ egoista, di lasciare ai miei figli e ai miei nipoti un mondo migliore o per lo meno la speranza che lo possa essere.

Ci saranno novità nei prossimi mesi per quanto riguarda la formazione e l’Educazione finanziaria: mi farò promotore di alcune iniziative che rivolgerò sia ai miei clienti sia a chi non lo è. Molti nel corso del tempo mi hanno presentato amici che sono diventati lettori di queste pagine e alcuni sono diventati addirittura clienti a loro volta. Chiedo anche a voi di aiutarmi ad allargare la nostra comunità di persone che leggono e si informano di Economia e di Finanza, per essere più consapevoli di ciò che ci circonda: una nazione più colta è una nazione più benestante. Aiutiamoci a lasciare ai nostri figli e nipoti un mondo migliore.

PS. Se vuoi approfondire questi e altri temi iscriviti al mio gruppo Facebook e se già sei iscritto invita un tuo amico a farlo. E se vuoi leggere il mio libro “La Finanza dei Pomodori”

Perché anche io faccio la mia parte

La scorsa settimana mi sono trovato a chiacchierare con alcuni ragazzi e tra loro c’era chi mi ventilava la possibilità di fare trading, e quindi guadagnare subito, con transazioni veloci e frequenti. Ho chiesto se secondo loro questo fosse il modo corretto di investire e la risposta è stata: “Mordi e fuggi. Con il mondo che ci aspetta, meglio l’uovo oggi”. Mi sono sembrati ragazzi senza sogni e senza visione del futuro e una perfetta immagine del cliché che molto spesso ci propinano i media, cioè dei giovani che pensano che investire voglia dire guadagno facile e veloce.

Questa settimana invece sono stato a fare lezione in una scuola con il progetto Economic@mente – Metti in Conto il tuo Futuro, di cui sono formatore; ho trovato ragazzi desiderosi di capire, a cui nessuno ha mai spiegato cosa voglia dire investire, risparmiare e soprattutto pianificare. Una delle domande che mi è stata posta dagli studenti è stata: “Perché venire a tenere questo corso in una scuola, tra l’altro gratuitamente?” “Ragazzi – ho spiegato –, lo faccio perché ho dei figli e anche un nipote: le nazioni con maggiore benessere sono quelle con una cultura finanziaria più elevata e se voglio lasciare un mondo con maggior benessere ai miei cari devo dare il mio contributo per migliorare la cultura finanziaria in Italia”.

Agenda 2030

Sono un sostenitore, come ho più volte evidenziato in quello che scrivo, dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile: 17 obiettivi che potranno migliorare il benessere delle persone. Credo che sia un dovere di tutti fare la propria parte, a partire del servirsi meno dell’automobile per ridurre l’inquinamento fino a progettare un pannello solare ultra efficiente. Ogni persona deve dare il contributo per quello che può. Quello che io posso fare è trasferire la mia conoscenza agli altri, per permettere loro di arrivare ai loro obiettivi e quindi a contribuire al loro benessere attraverso la pianificazione. Oltre a questo posso fare in modo che i portafogli dei miei clienti siano in linea con i 17 obiettivi dell’Agenda 2030.

Da inizio anno ho cominciato a migliorare i portafogli dei miei clienti per portarli ad essere sostenibili. Una volta che avrò terminato la conversione, otterremo due risultati: il primo è che i miei clienti ne avranno un beneficio, perché se è vero che la maggior parte degli aiuti pubblici vanno verso la sostenibilità, e che chi si occupa di selezionare le aziende in cui investire nelle società di gestione guardano sempre più spesso ai bilanci di sostenibilità, a lungo andare i portafogli ne avranno un vantaggio. Il secondo risultato sarà quello che gli investimenti aiuteranno il mondo ad essere un posto migliore: non è forse l’obiettivo di ogni genitore lasciare ai propri figli un mondo migliore?

Sempre restando nell’Agenda 2030, tra gli obiettivi c’è anche quello di permettere l’accesso ai servizi bancari a un numero sempre maggiore di persone, ma per poter accedere a questi servizi bisogna avere la consapevolezza di quello che si sta facendo. Sempre più spesso è evidenziato il valore sociale dei Consulenti finanziari: molte figure di spicco della finanza italiana, e non solo, lo hanno rimarcato più e più volte. 

I giovani sono il futuro di questa Nazione, e quindi è giusto che abbiano consapevolezza di quello che fanno: per averla l’unico modo possibile è che qualcuno li aiuti. Se facendo questo egoisticamente ne avrò un vantaggio anche per la mia famiglia e per i miei clienti, credo che si possa dire chiuso il famoso cerchio.

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L’evoluzione è servita

“Il nostro settore è in continua evoluzione: ho quarant’anni di lavoro alle spalle eppure ancora provo esaltazione nel sentir parlare di apparecchi a idrogeno piuttosto che completamente elettrici”. Questo è quanto mi ha detto di recente una cliente in riferimento all’utilizzo delle pompe di calore, settore energia quindi, un settore che per gli investitori ha significato gioia in tanti momenti, ma anche dolore in molti altri. Oggi invece il settore energetico come si sta muovendo? Facciamo un po’ di riflessioni.

Tra il 1900 e il 1910 il passaggio dal cavallo alle automobili ha subito un’accelerazione, modificando per sempre il modo di effettuare gli spostamenti. Oggi siamo probabilmente di fronte a un altro cambiamento epocale, che trasformerà il modo di muoversi: l’idrogeno. L’idrogeno resta centrale nel concetto di decarbonizzazione: costituisce l’alternativa ai combustibili fossili che hanno sino ad ora rappresentato la fonte energetica centrale. L’altro giorno ricordavo come nel 2003 lessi un articolo che diceva che nel 2020 il 30 per cento delle automobili vendute sarebbe stato elettrico o ibrido: mi sembrava una percentuale alta; e sbagliavo, perché invece era bassa.

Il cambiamento ci passa davanti e bisogna essere bravi a cogliere le occasioni. Il cambiamento non avviene in modalità on/off, ma ci vuole tempo, prove, errori: parliamo proprio dell’idrogeno, tanto per fare un esempio. La produzione di idrogeno avviene attualmente attraverso l’energia rinnovabile, usata per il 70 per cento nell’elettrolisi: questo abbatte di parecchio l’impatto sull’ambiente, perché quando arriveremo al 100 per cento di energia rinnovabile, avremo un impatto carbon pari a zero; però significa anche costi molto elevati.  Dunque è facile intuire che l’acquisizione dell’idrogeno è stata sino ad ora frenata da un lato dai prezzi onerosi di produzione e dall’altro dall’impatto ambientale non proprio conveniente; possiamo anche aggiungere che le attuali energie pulite, eolico e fotovoltaico in primis, non bastano a dare energia sufficiente per il suo processo produttivo. Tuttavia la diminuzione del costo delle energie rinnovabili oggi in atto rende ancora più appetibile puntare sull’idrogeno: si parla di energia rinnovabile a basso costo per favorire la transazione all’idrogeno verde e anche di una maggiore quantità della stessa.

Si stima che nel 2030 gli investimenti in idrogeno verde saranno di 300 miliardi di dollari, cifra che è destinata a diventare 15 mila miliardi di dollari entro il 2050 secondo la Energy Transitions Commission. Del resto basta pensare che da dicembre 2020 a giugno 2021 gli investimenti sull’idrogeno sono triplicati: le iniziative in tal senso sono ben 359. L’Europa sta facendo da apripista, ma anche il Colosso Cinese e gli Stati Uniti si stanno muovendo in questa direzione. L’idrogeno verde sta prendendo sempre più piede e se ne parla sempre di più: ha ormai raggiunto il livello mediatico del 5G e della Blockchain.  Siamo comunque ancora lontani da avere l’idrogeno come fonte di energia: si dovranno superare i problemi energetici per attivare l’elettrolisi, processo che – lo ricordiamo – ha dalla sua la possibilità di essere attivo 24 ore su 24, diminuire i costi e avere una legislazione in linea.  Siamo lontani dall’acquisizione in larga scala dell’idrogeno, come carburante per automobili ad esempio: al momento pare che sia possibile impiegarlo in tal senso, ma non sappiamo ancora quando giungeranno a completare il loro ciclo gli esperimenti su cui si sta lavorando e che cambieranno il paradigma.

Un’altra strada che si sta percorrendo è quella del riscaldamento civile. Fotovoltaico è una parola entrata ormai prepotentemente nelle nostre case: appaiono nuovi pannelli solari sui tetti delle nostre abitazioni ogni giorno e la crisi energetica degli ultimi tempi ha accelerato la transazione Green. Si tratterà di un fenomeno momentaneo? Non credo. Lo scorso anno ho assistito a diverse conferenze sulle comunità energetiche, una politica che vuole rendere i piccoli paesi, i borghi o interi quartieri delle città indipendenti energeticamente attraverso una mutualità (chiamiamola così) tra i soggetti dell’energia. Siamo già arrivati, i pannelli sono già super performanti? Assolutamente no. Vero però che non si torna indietro: il petrolio e il carbone daranno ancora spallate, ma non potranno essere il futuro; probabilmente non scompariranno mai del tutto, ma ridurranno moltissimo il loro appeal.

Gli investimenti in energie rinnovabili ormai stanno diventando un asset importante, non è più una nicchia come lo era solo fino a poco tempo fa. L’obiettivo che mi sono posto quest’anno è portare i portafogli dei miei clienti minimo al 70 per cento con investimenti sostenibili, perché le aziende Green sono quelle che nel medio periodo avranno maggior redditività. Alcune ricerche hanno evidenziato che le aziende che hanno fatto o che stanno facendo transazione energetica sono quelle che hanno i bilanci migliori e che quindi a tendere remunereranno meglio gli investitori.

Gli investitori però trovano come sempre allo stesso modo opportunità e rischi: solo pianificando in modo chiaro gli investimenti una parte di essi può essere destinata all’idrogeno oppure all’eolico, tanto per fare un altro esempio. Resta sempre, per chi non vuole mettere tutto il capitale subito, il vecchio e caro piano d’accumulo, che abbassa la volatilità emotiva degli investitori. Del resto, solo una sana e consapevole pianificazione libera l’investitore dalle ansie del mercato.

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