Il Sestante e i cambi di rotta

“Sergio, il gestore della banca dove ero prima ogni mese e mezzo mi chiamava per cambiare i titoli in portafoglio. Tu invece lo fai meno: perché?” Questa domanda mi è stata posta da un cliente che seguo da circa due anni.

Caro Cliente, ti voglio raccontare del documentario che ho visto poco tempo fa. Parlava della navigazione, e più precisamente di come sono tracciate le rotte e degli strumenti che erano, e ancora oggi sono, usati per navigare. Non sono un marinaio e non entrerò nello specifico, ma vorrei passarti il concetto.

Prima dei satelliti e di tutte le tecnologie moderne, lo strumento principe per la navigazione era il sestante, uno strumento che attraverso la misurazione dell’altezza di un corpo dall’orizzonte e vari angoli tra i pianeti, stelle e così via e vari calcoli matematici, consente di avere una posizione. La lettura del sestante e i calcoli da fare non sono sicuramente tra i più semplici: molto spesso l’uso del sestante era appannaggio del comandante che ne conosceva l’uso e le rotte; poi è apparsa la figura dell’ufficiale di rotta, che è diventato fondamentale nella navigazione. L’ufficiale di rotta ancora oggi ha il compito di tracciare la rotta che la nave deve tenere; durante una navigazione, però, ci possono essere dei momenti in cui è difficile mantenerla: tempeste, venti, correnti… sono tutti elementi che non possono essere controllati, ma che possono portare la nave fuori rotta. In quel caso l’ufficiale addetto individua lo spostamento dalla rotta originaria e, ove necessario, ridisegna una nuova direzione.

Un piano finanziario è un po’ come una rotta. Se voglio andare da A a B, la retta rappresenta sicuramente il percorso più breve, che mi permette di arrivare in minor tempo, ma nello stilare una rotta devo tenere conto dei banchi di sabbia, degli scogli e chi più ne ha più ne metta; allo stesso modo, quando faccio un portafoglio, devo tener conto di esigenze espresse – gli scogli sommersi -, ma anche delle esigenze non espresse direttamente – i banchi di sabbia e gli scogli nascosti.

Voglio passarti un altro concetto. Se ho più navi avrò più rotte: io farò l’armatore e su ognuna di esse ci sarà un capitano addetto alla navigazione. Riportando il tutto alla tua situazione finanziaria, immagina i tuoi investimenti come tante navi: tu sei l’armatore e io l’ufficiale di rotta. Se ti facessi cambiare ogni tot la rotta di tutte le tue navi, capisci che questo vorrebbe dire non aver tracciato una rotta corretta all’inizio; si potrebbe dire “navigare a vista”, si deve intervenire ove necessario quando gli spostamenti dalla rotta sono molto evidenti.

Un’altra cosa che dobbiamo tenere in considerazione è che lavoriamo principalmente con strumenti del risparmio gestito, perciò a capo di ogni tua nave c’è il gestore che, come i capitani delle navi, mantiene la rotta che noi gli abbiamo dato – i tuoi obiettivi – e corregge durante la navigazione.

Un’ultima cosa, guarda il disegno: tu come armatore saresti contento se la rotta fosse la seconda? Credo proprio di no, per due ordini di motivi. Il primo, che per arrivare al tuo traguardo ci metteresti di più; e il secondo, per te qual è? Consumeresti più carburante? Esatto. Ogni cambio di rotta non necessario potrebbe rappresentare un consumo maggior di carburante, e quindi dei costi.

Quindi tu fai l’armatore e il tuo compito più importante è fornirmi tutte le informazioni necessarie per capire dove vuoi andare. Io ti trovo la nave e traccio la rotta. I gestori mantengono la rotta e, quando necessario, io e te interveniamo per correzioni importanti.

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Metterci il cuore

Mi capita sovente di guardare posizioni che i potenziali clienti hanno nelle altre banche. Questa settimana mi è capitato di monitorare tre posizioni dello stesso istituto: ho scoperto che tre clienti, con età e situazioni diverse, avevano tutti e tre gli stessi prodotti. La cosa che mi ha lasciato molto perplesso è che le tre posizioni che ho analizzato erano la prima di un ragazzo di 27 anni e l’ultima di un signore di 78. O i dipendenti di questa banca amano gli stessi fondi, tutti della casa di investimento dell’istituto, oppure… Potrebbe sembrare una coincidenza ma, come dice un noto personaggio di una serie televisiva, le coincidenze non esistono.

Tutto questo mi ha fatto riflettere su due necessità: la prima, dare a tutti gli Italiani un consulente finanziario, che abbia la possibilità di usare tutti gli strumenti del mondo investibile senza vincoli; la seconda, insegnare a tutti gli investitori cosa voglia dire pianificare. Non è possibile che una persona di 27 anni, con ancora tutta la vita davanti, abbia gli stessi investimenti di un uomo di 78 che vuole – parole sue – “capire come far pagare meno tasse ai figli”. Un ragazzo di 27 anni ha esigenze e obiettivi completamente diversi, e quindi di conseguenza ha bisogno anche di strumenti diversi.

Capisco però che lasciare la strada vecchia per la nuova possa essere difficoltoso. A tal proposito voglio riportare una testimonianza di un mio cliente che durante una chiacchierata mi ha detto: 

“Devo dire che, il giorno che ho deciso di lasciare la banca tradizionale per essere seguito da te, avevo mille dubbi: avevo paura di perdere il contatto con il mio denaro, perché la mia banca non era più sotto casa. Durante il periodo iniziale della nostra collaborazione ho tenuto aperti entrambi i rapporti, per avere una via di fuga. Dopo poco tempo mi sono però reso conto che c’era una differenza sostanziale tra come mi tratti tu e come ero trattato nell’altra banca.

Se dovessi evidenziare le differenze più importanti direi:

1. Le domande: mi hai chiesto più tu della mia famiglia nel primo incontro che l’altra banca in vent’anni, e mi rendo conto che ogni volta che ci vediamo mi chiedi direttamente o indirettamente altre informazioni.

2. Le informazioni: leggo regolarmente i tuoi post e i tuoi articoli, mi è anche capitato di chiamarti perché avevo letto una cosa e tu mi hai dato risposte e chiarimenti. Ho apprezzato molto quando facevi i video in piena pandemia, ti ho chiamato e ti ho ringraziato perché mi hai fatto calare l’ansia.

3. Con te mi sento tranquillo: sai dove voglio arrivare e perché risparmio, infatti me lo ricordi tutte le volte, e ogni tanto mi hai anche bacchettato perché mi facevo attrarre dalle sirene, la storia di Ulisse me l’hai ripetuta un sacco di volte! (ride, N.d.S.)

4. Mi hai aiutato anche nella scelta delle assicurazioni, dandomi consigli anche sulla RC auto nonostante tu non ti occupi di queste assicurazioni: quando ho un problema io ti sfrutto, ovviamente in senso buono, perché stimo molto la tua opinione.

5. Oggi mi sento molto più preparato sugli investimenti, e lo devo a te.”

Queste parole mi hanno fatto molto piacere, come mi hanno fatto particolarmente piacere gli auguri di compleanno di una cliente che pochi giorni fa mi ha scritto: “Un augurio sincero ad un uomo che mette il cuore in quello che fa”.

Non penso di essere il più bravo, ma una cosa è sicura: se hai un problema, un dubbio o una necessità io ci sono. E stai certǝ che ci metterò tutto il cuore di cui dispongo.

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