Pensare alla pensione? Non è mai troppo presto

Con l’avvento dell’anno nuovo, abbiamo parlato di buoni propositi: il mio era quello di continuare a formare i miei clienti. Oggi ripartiamo così da quello che mi avete suggerito maggiormente nel questionario che vi avevo proposto qualche tempo fa: La Previdenza.

Anche questo Governo, come gli altri che l’hanno preceduto, ha toccato recentemente l’argomento pensioni, apportando delle correzioni alle regole prima in vigore. Ogni nuova variazione evidenzia come il sistema previdenziale italiano non nutra di buona salute. Mi chiedo da tempo come mai- malgrado sia comunemente risaputo che, una volta in pensione, nessuno di noi avrà molto di che gioire – la previdenza complementare non prenda piede come di fatto sarebbe naturale succedesse. 

È probabile che le ragioni siano molteplici: alcune di queste derivano direttamente da comportamenti tipici degli esseri umani, specialmente a fronte delle caratteristiche della società in cui stiamo vivendo. Daniel Kahneman, psicologo e premio Nobel per l’Economia nel 2002, ha introdotto il concetto di bias cioè delle alterazioni comportamentali dettate da esperienze pregresse, ambiente e credenze. Anche l’approccio alla Previdenza sottostà a queste alterazioni. Alcune ricerche hanno evidenziato che gli Italiani sono coscienti che lo Stato non garantirà loro una pensione adeguata, malgrado questo però non prendono la decisione di aderire a una previdenza complementare.

Un investimento che garantisce un minimo dell’8 per cento di guadagno, che tassa i guadagni meno degli altri investimenti, che può essere trasferito agli eredi, è un investimento che può interessare? Posto in questi termini la risposta non può che essere che sì.  Tutto questo è molto razionale, ma come sempre dobbiamo fare i conti con le nostre emozioni. Mio padre ha preso la pensione, mio nonno ha avuto una pensione, perché non dovrei averla anch’io? Da un punto di vista razionale, noi sappiamo che non sarà cosi, ma emotivamente non lo accettiamo: la colpa è da attribuire alle nostre esperienze pregresse. Abbiamo visto le persone che ci hanno preceduto prendere la pensione e ci ancoriamo alla convinzione che questo sarà possibile anche per noi: un alibi a cui ci aggrappiamo per non essere colti dall’ansia.

A vent’anni si pensa sia troppo presto per pensare alla previdenza, a trent’anni si pensa di avere ancora molto tempo per pensare alla pensione, a quaranta si comincia a pensare che è forse è davvero ora, a cinquanta che alla fine siamo ancora in tempo… Cominciamo a pensarci davvero a sessanta, quando ormai è tardi, e a sessantacinque arrivano i rimpianti. Questo è quello chepurtroppo succede, ma sono tutti alibi per non prendere una decisione difficile, perché come sempre cambiare è faticoso.

A vent’anni invece possiamo sfruttare il tempo: abbiamo molti anni per accantonare e per effetto di tempo e capitalizzazione il risultato è assicurato; a trent’anni abbiamo sempre tempo e qualche soldo in più, se non altro perché è più facile che si abbia un lavoro; a quarant’anni il tempo è meno, ma le risorse probabilmente di più; a cinquant’anni il tempo è scarso, ma presumibilmente risorse e possibilità di risparmio fiscale sono più alte; a sessanta il tempo è poco, ma la fiscalità è sicuramente amica.

Tutti gli alibi, insomma, possono essere smontati razionalmente, ma non emotivamente. Cos’è davvero che ci frena, il fatto che a vent’anni è troppo presto per pensare a quando saremo in pensione o il fatto che non potremo usare il denaro accantonato prima di molti anni?

Di questo e di molto altro parlerò nel Webinar sulla Previdenza del prossimo 25 febbraio.

Se hai vent’anni scoprirai perché rimandare equivale a un suicidio finanziario, se ne hai quarantaperché hai ancora tempo, anche se dovrai fare un po’ più di sforzo, se ne hai sessanta che puoiaiutare i tuoi nipoti ad avere una buona integrazione della pensione e magari avere anche un risparmio fiscale.

Non perdere tempo: iscriviti al webinar e invita un amico a farlo, lo aiuteremo a superare i suoi alibi…

PS. Se vuoi approfondire questi e altri temi iscriviti al mio gruppo Facebook e se già sei iscrittoinvita un tuo amico a farlo. E se vuoi leggere il mio libro “La Finanza dei Pomodori”

COSA STA SUCCEDENDO, COSA DOBBIAMO FARE

Questa mattina ho un messaggio importante, che devi leggere anche se è un po’ lungo

Vorrei innanzi tutto tranquillizzare tutti che non ci sono incendi a Piazza Affari e nemmeno a Wall Street.

Stiamo assistendo ad una correzione di mercato e non a pazzi che bruciano Euro o Dollari

Ho usato questi paragoni perché sono quelli che piacciono tanto a giornali e tv ma che sono fuorvianti

Cerchiamo di capire insieme cosa sta succedendo sui mercati portando ad una correzione marcata in così poco tempo

🔸Primo elemento chiave è la crisi Ucraina/Russia, i venti di guerra o comunque di una possibile occupazione malgrado le continue smentite, dell’Ucraina da parte della Russia sono un elemento di tensione.

Non aiutano le notizie che USA e Regno Unito stiano chiedendo ai propri diplomatici di rientrare e contestualmente minacciano di mandare forze militari per evitare che la Russia violi un confine di stato per mettere, come qualche diplomatico ha detto, un governo fantoccio.

Personalmente non sottovaluto la situazione, ma ho come l’impressione che sia un gioco di strategia, lo stesso che abbiamo visto tra USA e Cina non più tardi di 2/3 anni fa.

La Banca centrale Russa nel frattempo propone il divieto di estrazioni minerarie e pagamenti in criptovalute. Conseguenza ne è stata la discesa delle stesse del 50% dai massimi.

Il costo del gas sale del 15%, le materie prime restano alte e il costo della transazione energetica resta alto, questo più che una minaccia di guerra mi fa pensare ad enorme speculazione.

🔸Secondo elemento destabilizzante è l’inflazione. Le banche Centrali l’hanno cercata per anni ed adesso è arrivata, purtroppo più forte di quanto ci si aspettasse.

Ma cosa determina un aumento così marcato dell’inflazione ?

Se un bene ha molta richiesta (domanda), per esempio il gas da riscaldamento, e una offerta bassa il prezzo sale.

Un’inflazione contenuta è auspicabile perché, fondamento della macroeconomia, alla lunga fa alzare anche gli stipendi, i consumi e quant’altro.

🔸Terzo elemento la FED. La banca centrale statunitense deve prendere in questo periodo decisioni importanti su tassi e liquidità da lasciare sul mercato.

La paura di un aumento dei tassi, cioè del costo del denaro, spaventa i mercati: se il denaro costa di più le aziende investono meno e ci sarà di conseguenza meno crescita.

📌 Dopo aver fatto tutta questa disamina facciamo un paio di ragionamenti.

🔹La prima cosa da chiedersi è a chi convenga una guerra?

A mio modesto avviso nessuno ne trarrebbe beneficio ecco perché io propendo a pensare che nelle prossime settimane verrà trovata una soluzione diplomatica.

Qualche vittima sul campo ci sarà comunque ma non al fronte russo bensì quegli investitori che si spaventeranno e venderanno i propri investimenti.

🔹Le criptovalute sappiamo tutti che sono investimenti speculativi e quindi la volatilità deve essere accettata. Farei però una riflessione: dopo la Cina altri Paesi in ordine sparso hanno dichiarato di non gradire le transazioni in criptovalute e la Russia le vuole impedire.

Quanto tempo ci vorrà prima che gli Stati creino la loro moneta virtuale dando una spallata alle crypto cosi come le
abbiamo conosciute fino ad oggi?

📍 Arrivo alle conclusioni

Abbiamo vissuto una situazione simile nel 2016 (post brexit), nel 2018 (tensioni Usa Cina) e allo scoppio del caos Covid nel febbraio- marzo 2020.

Ora, se nel 2021 sembrava che le azioni potessero solo che salire, ora sembra che possano solo scendere.

Sebbene ogni correzione di mercato possa sembrarci la fine del mondo, questi sono i drawdown (discese) più rilevanti registrati dall’indice S&P500 🇺🇸 dal 2009 ad oggi, post bolla del 2008:

-16.0%
-19.4%
-13.3%
-10.2%
-19.8%
-33.9%

Eppure, il mercato americano è in guadagno del 740% da allora, al netto di queste correzioni.

Quindi, sì, il mercato ogni tanto scende.

Ora, chi si sente a proprio agio nel fare acquisti, va bene, nella consapevolezza che il mercato potrebbe scendere ulteriormente.

Chi non se la sente, va bene uguale.

L’importante è non vendere e mantenere la rotta.

E’ in questi momenti che una corretta gestione emotiva e comportamentale permette all’investitore di raggiungere i propri obiettivi di lungo periodo.

Rendimenti dell’indice S&P 500:

1 anno +15%
3 anni +73%
5 anni +111%
10 anni +303%

Rendimenti dell’indice Nasdaq 100:

1 anno +8%
3 anni +117%
5 anni+196%
10 anni +549%

Calma e sangue freddo che i valori torneranno a salire

Troverai altri spunti su https://www.facebook.com/groups/parladifinanzacomemangi

Notizie belle e notizie brutte

Smiling Sphere Balloon in the middle of grey crowd. ( 3d render )

Il grande illusionista è colui che, mentre sposta la nostra attenzione sulla mano destra, con la mano sinistra crea l’illusione che ci farà restare con la bocca aperta. Sui mercati finanziari a volte succede la stessa cosa: mentre siamo intenti su una notizia, dall’altra parte qualcuno ci ha apparecchiato l’inganno. 

Prendiamo ad esempio la notizia della stretta monetaria e del possibile rialzo dei tassi da parte delle Banche Centrali che ha echeggiato durante questa settimana, facendo correggere i mercati. L’investitore poco avveduto oppure poco informato corre a vendere oppure si spaventa: cosa che fa gioco a chi vuol fare speculazione, e che cavalca e fa risuonare in modo pesante la notizia con lo scopo di trovare investitori che si intimoriscono e vendono.

Andiamo in profondità alla notizia. Il fatto che le Banche Centrali diminuiscano la liquidità sul mercato o alzino i tassi che notizia è? Molto semplicemente le banche ritengono che l’economia vada abbastanza bene per cui non ha bisogno di ulteriori incentivi: questa è una notizia buona o cattiva? Se l’economia va bene, la notizia può sicuramente ritenersi positiva. Analizziamo ancora di più e chiediamoci: perché le Banche Centrali immettono liquidità e abbassano i tassi? Quando l’economia non va bene, le banche fanno di tutto per dare incentivi che possano permettere alle aziende di crescere: abbassano i tassi, questo significa cioè che il denaro costa meno. 

Facciamo un esempio. L’azienda A ha bisogno di un milione di euro per creare una nuova linea produttiva che le permetterà di crescere, di assumere nuovo personale e di soddisfare anche l’azionista; se il costo del denaro (cioè il tasso a cui l’azienda paga per il prestito) è il 5 per cento, l’azienda pagherà 50.000,00 € di interessi; se il tasso è il 2 per cento il costo sarà di 20.000,00 €: denaro che l’azienda può investire altrove. Quindi se la Banca Centrale vede che l’economia zoppica, abbassa il costo del denaro per permettere alle aziende di avere prestiti a basso costo; se vede invece che l’economia cresce, alza i tassi per evitare ad esempio un eccessivo indebitamento delle imprese. 

Il Maestro Oogway in Kung Fu Panda diceva: esistono solo le notizie, non sono né belle né brutte. Anche in Finanza vale la stessa cosa. Come ripeto sempre, se abbiamo un obiettivo ben chiaro e una visione limpida di dove vogliamo andare, le notizie che influenzano un giorno, un mese, non ci devono toccare. Viceversa conoscere dove presumibilmente andrà il mondo nel lungo periodo potrebbe essere fondamentale.

Una delle cose, forse la più importante, che mi pongo come obiettivo con i miei clienti è quella di formarli e di renderli consapevoli di quello che fanno. Non pretendo che diventino dei nerd della Finanza, ma almeno che sappiano a grandi linee cosa si fa. Quando andiamo a scuola guida non ci insegnano a cambiare lo spinterogeno o a resettare la centralina elettronica, ma a guidare e a sapere che il motore va acceso, che bisogna fare benzina e così via. Allo stesso modo anche in Finanza devo sapere come si guida, avere cioè ben chiari obiettivi e visione, mentre per quanto riguarda il motore devo lasciare che sia qualcun altro a resettare la centralina.

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La Finanza dei Pomodori

Ho scritto un libro. Si tratta di una raccolta di aneddoti legati soprattutto alla mia infanziapassata a osservare il lavoro di mio padre e di mio nonno, entrambi contadini. Questo libro, che nasce dalla considerazione che il mondo contadino e il mondo della finanza non siano poi così distanti, a dicembre è stato pubblicato per EC Edizioni Biella. La prima volta che l’ho detto a qualcuno, quasi non mi sembrava possibile potesse essere vero.

Quando ho cominciato a scrivere “La Finanza dei Pomodori”, l’idea che mi ha guidato nella sua stesura è stata quella che gli uomini sono uomini e che le emozioni, le abitudini e i valori sono sempre gli stessi, per tutti noi. Non ho mai visto differenze tra lo scegliere un viaggio, un investimento, una casa: tutto ciò che scegliamo, lo scegliamo molto spesso in base alle emozioni prima che con la razionalità.

La Finanza ai più di noi sembra una cosa astrusa: ne è la riprova il fatto che il popolo italiano è tra i meno acculturati dal punto di vista finanziario. Mi sono sempre chiesto se la colpa non fosse anche di chi fa la mia professione, ecco perché ho sempre usato l’espressione “Parla di Finanza come mangi”: smettiamola cioè di fare i fenomeni e iniziamo a utilizzare un linguaggio che tutti possano comprendere. Lo diceva sempre anche mio padre, ed è così che ho voluto scrivere questo libro, in maniera semplice e comprensibile per tutti. 

Bisogna comunque ricordare che semplice non vuol dir banale. Ho sempre pensato che sapere una cosa, ma non saperla trasmettere agli altri è come non saperla e che anche le cose più difficili possono essere trasferite in maniera semplice. Il mio professore di italiano delle scuole superiori, al secolo Cecilio Scalabrini, camminava per la nostra aula con i suoi calzoni di velluto sostenuti da una corda, la sua camicia a scacchi e le sue dita gialle di nicotina. Ci declamava la Divina Commedia, che sapeva a memoria, e ce la spiegava come un amico che racconta della sua gita al mare e lo fa talmente bene, ma talmente bene, che ti sembra di essere stato in gita assieme a lui. Io grazie a lui mi vedevo al fianco di Dante procedere nei gironi. La spiegazione del Prof. Scalabrini era così semplice, così coinvolgente, che anche la Divina Commedia diventava facile da comprendere e da ricordare. 

Parlare in modo troppo complicato allontana le persone. Un medico è bravo non solo perché riconosce la malattia dai sintomi, ma anche perché riesce a spiegare le cose in modo semplice ai propri pazienti, in modo che essi possano comprendere la malattia e anche la cura. La semplicità è una dote tipica del mondo contadino: perché usare venti parole quando ne bastano tre? “La terra l’è basa” è una frase semplice, ma su questa frase sola si potrebbe scrivere un altro libro. Sentire che “la terra è bassa” ci fa immaginare tutto: un uomo curvo dopo aver lavorato tutto il giorno nell’orto, il movimento via via più faticoso che deve fare per raccogliere i frutti della terra, l’ineluttabilità dell’ovvio e insieme il sudore della fronte, perché per raggiungere la terra un uomo si deve sempre piegare verso il basso.

I contadini hanno le stesse reazioni degli investitori. Una grandinata è paragonabile a un calo di mercato: entrambi generano paura. Allora perché non cercare di capire come ha fatto il contadino a essere meno ansioso per rendere meno ansioso anche l’investitore? Un contadino mette la rete antigrandine, l’investitore diversifica: in entrambi i casi il raccolto potrà subire dei danni, ma non andrà completamente perduto. Il contadino poco avveduto continua a fare quello che ha sempre fatto e perde occasioni di migliorare il raccolto: le tradizioni vanno rispettate, ma si deve vivere il presente e fare i giusti cambiamenti. L’investitore poco avveduto continua a investire dove ha sempre investito e non si accorge che il mondo sta cambiando perdendo così occasioni.

Un’altra caratteristica del mondo contadino è il rispetto: per i valori, che sono gli stessi che mio nonno e mio padre mi hanno trasmesso, per le persone che ci circondano e per tutto ciò che ci viene donato dalla vita. Nella mia vita professionale ho sempre tenuto presente questi insegnamenti: perché poco importa che si tratti del mondo contadino o del mondo degli affari, bisogna sempre trattare gli altri come vorresti essere trattato, con rispetto e onestà. 

Bisogna fare il proprio lavoro nel migliore dei modi e con correttezza: “Se entro in un bosco appena pulito e camminando un ramo mi fa cadere il cappello chi ha fatto il lavoro non l’ha fatto bene”, soleva dire mio nonno, perché all’epoca i boschi erano sempre puliti, le foglie erano raccolte per le bestie e i rami tagliati per permettere il passaggio nel sentiero.  Se un investitore riesce a gestire bene le sue emozioni grazie a ciò che gli trasmetto, ho fatto bene il mio lavoro e ho fatto il bene del mio cliente.

Buona lettura!

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Gennaio, mese di buoni propositi e previsioni

New life concept for fresh start, new year resolution, dieting and healthy lifestyle

Così come immancabilmente accade ogni mese di gennaio, anche quest’anno si stanno sprecando i buoni propositi e le previsioni. Perderò dieci chili, camminerò trenta minuti ogni giorno, farò questo, farò quello… Molto spesso i nostri buoni propositi rimangono solo questo: propositi, appunto. Allo stesso modo, nel mese di gennaio siamo tutti più o meno attratti da oroscopi di qualunque tipo. Fa parte della natura umana sperare di anticipare quello che verrà per avvantaggiarsi: come sarebbe bello conoscere il risultato di una partita in anticipo per vincere al totocalcio oppure il meteo di tutto il futuro mese di agosto e organizzarsi per benino i giorni di ferie!

Anche i mercati finanziari, ça va sans dire, non sono immuni da questo gioco: si possono trovare facilmente previsioni su azioni, mercati, aree geografiche e molto altro. La Pandemia ci ha insegnato che basta un virus di pochi micron per sconvolgere e alterare tutte le previsioni, alla stregua di un temporale estivo che rovina una splendida escursione in montagna piuttosto che un giorno di tintarella. Allora perché ci piacciono tanto?

La risposta è che, per natura, cerchiamo di trovare qualcosa che ci permetta di conoscere il futuro: è un’illusione, ma ci rassicura. Sappiamo tutti che l’astrologia non è una scienza nel vero senso della parola, ma una buona notizia di Paolo Fox ci fa pensare che avremo un anno fantastico. Vale lo stesso per il nostro denaro: leggere che il Giappone crescerà più delle altre aree geografiche oppure che questa o quella azione salirà o ancora che un settore si avvantaggerà più di altri ci dà un senso di tranquillità.

La verità è che uno speculatore di breve periodo potrebbe anche guardare con attenzione le previsioni, ma un investitore non dovrebbe esserne così interessato. Come ho ripetuto più volte, un investitore ha una pianificazione dei suoi investimenti, cosa che deve metterlo in condizione di guardare le previsioni con simpatia, ma di non farsi mai influenzare da queste.

Pensiamo a gennaio 2020: si parlava di accordo USA-Cina, delle tensioni USA-Iran (con particolare attenzione al prezzo del greggio che era visto in rialzo), Cente parlava di una tenuta dei conti pubblici italiani, ci si interrogava sulla situazione della Brexit. Nel febbraio-marzo 2020 arriva il Covid-19 e come d’incanto la guerra commerciale USA-Cina passa in secondo piano, il greggio causa lockdown crolla, più della Brexit il Premier inglese si è dovuto preoccupare delle sue condizioni fisiche e del vaccino; e per quanto riguarda l’Italia, più che dei conti a posto ci siamo trovati con il rapporto debito/PIL al 160 per cento. Tutte le previsioni sono state spazzate via in un attimo.

Nel fare i nostri investimenti, le previsioni non sono quindi le cose migliori cui affidarsi, ma possiamo sicuramente interpretare quello che potrebbe succedere: ipotizzare ad esempio che la digitalizzazione sarà argomento dei prossimi anni non è difficile, cercare di trovare l’azienda che si avvantaggerà di più non è così facile; pensare che Cina e India saranno protagoniste nel prossimo decennio è plausibile.

Forse all’inizio dell’anno, anziché fare propositi, dovremmo pianificare un obiettivo: per correre trenta minuti al giorno, potrei partire con una settimana a cinque minuti, poi passare a dieci e così via; anziché leggere le previsioni, dovrei rivedere i miei obiettivi di vita e verificare se quello che sto facendo con gli investimenti sia in linea.

Quest’anno, come ogni anno, ho cominciato l’anno settando degli obiettivi: ho pianificato le ore per vedere i miei clienti, per studiare, le ore per fare informazione scrivendo…

ANCORA BUON 2022!

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