Nell’ultimo periodo si è tornati a parlare in modo prepotente della Cina: qualcuno ha ventilato problemi sistemici che potrebbero toccare il mondo intero, paragonando Evergrande a Lehman Brothers.
Andiamo con ordine. Innanzitutto il mondo ha imparato dai mutui subprime che la logica del “punirne uno per educarne cento” ha come risultato un effetto boomerang: questo è sicuramente il nodo più complicato per il Governo cinese che, se da una parte deve punire Evergrande, dall’altra deve certamente anche tutelare i risparmiatori.
I numeri stessi del debito non danno ragione alla teoria: il debito di Evergrande è infatti high yield, mentre Lehman era una A; avere un rating A vuol dire offrire un’ampia garanzia di restituzione del capitale a fronte di cedole basse e quindi attira molti più investitori prudenti; la possibilità di oscillazione più alta di Evergrande ha invece scoraggiato gli investitori prudenti: restano così lontani molti risparmiatori che non sono disposti a pagare il rischio a fronte di un guadagno più alto.
Se Evergrande può essere uno spauracchio per il breve termine, lo stesso a mio avviso non si può dire per il lungo termine, sul quale il Governo cinese ha le idee ben chiare. Sono infatti molteplici gli obiettivi di Xi Jinping e del suo esecutivo, il più importante dei quali è il raddoppio del PIL entro il 2035. Nei prossimi vent’anni si punta anche a una crescita più bassa: si ipotizza di passare dal 5,5 per cento annuo al 4 per cento, cosa che sembra in antitesi con l’obiettivo raddoppio, ma che ha la sua logica: l’idea è incentivare i consumi interni a scapito delle sole esportazioni, per ottenere un substrato economico sostenibile.
Il Governo cinese punta inoltre alla decarbonizzazione entro il 2060: una transazione che, mio parere, non sarà certo indolore per molti dei settori manifatturieri della Cina, ma che nel lungo termine migliorerà sia la qualità della vita sia l’immagine di questo Paese nel Mondo. Questo nuovo paradigma potrà a questo punto attirare capitali dall’estero, specialmente da parte di chi è attento all’ambiente e che in questo momento non ha particolare interesse a dare i propri denari a una nazione che inquina molto: anche se, per assurdo, l’inquinamento pro capite dei cinesi è inferiore a quello degli statunitensi. È l’elevato numero della popolazione che aumenta la cifra finale.
Oltre che sull’ambiente, la Cina ha posto una forte attenzione sulla ridistribuzione del reddito, cioè la possibilità di aumentare il benessere delle classi meno abbienti grazie alla redistribuzione del gettito fiscale: una situazione, questa, che porterà un livellamento delle diversità tra le varie regioni, con quelle più rurali che al momento soffrono. Anche questa manovra sarà un volano per quegli investitori attenti ai diritti umani, all’inclusione e all’uguaglianza, che in questo momento non investono in Cina perché da questo punto di vista c’è ancora molto da fare. Un’altra battaglia che la Cina sta combattendo è quella anti-monopoli e anti-corruzione: lo dimostrano le manovre dell’ultimo periodo contro i colossi hi-tech. Su questa base il Governo cinese si dovrà muovere anche per quanto riguarda Evergrande.
Un mercato aperto, trasparente e con un sistema di credito più efficace sarà la base per disinnescare i rischi finanziari che la Cina si troverà ad affrontare, e solo una regolamentazione chiara potrà far crescere in modo corretto il sistema-paese. Va letto in un’ottica garantista anche il fatto che la Cina abbia bandito le cripto-valute: la logica è che la moneta debba essere una prerogativa dello Stato sovrano, che ne detta le regole, e non di persone che dall’oggi al domani possano chiamarsi fuori con danni ingenti agli investitori.
Dunque la Cina vuole dare un’immagine nuova di sé e lo fa mettendo regole e cercando di essere più cristallina: magari in un prossimo futuro assisteremo a un allineamento del mercato e a una sempre maggiore trasparenza, cosa che allenterebbe ad esempio le tensioni con gli USA.
Perché sono così positivo? Ritengo che la strada intrapresa dalla Cina non possa che portare al successo: come tutte le strade potrà essere lastricata di insidie, che potranno essere superate solo considerandole piccoli intoppi che non potranno fermare l’incedere, verso la leadership economica mondiale, di una corazzata composta da ben 1,4 miliardi di persone.
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