Sono folli questi imprenditori?

Qualche giorno fa, mentre leggevo un articolo apparso sulla rivista specializzata Focus Risparmio, mi sono fermato a riflettere su un dato che mi ha incuriosito molto: per il 2021 il Buy-back è visto in crescita del 35 per cento e il fenomeno sarà perciò molto più elevato rispetto ai due anni precedenti (2019-2020). Il Buy-back è un’operazione di riacquisto di azioni proprie, cioè: se da imprenditore faccio buy-back, significa che procedo al riacquisto di quote della mia azienda.

A questo punto sorge spontanea la mia riflessione: se si acquistano proprie azioni, malgrado la crescita dei Mercati dei mesi scorsi e l’aumento possibile della volatilità dei prezzi sul mercato azionario, i casi sono due, o gli imprenditori sono diventati tutti folli o vedono una crescita.

Già all’inizio del secolo, dopo i crolli del 2001-2003, abbiamo assistito a una serie di buy-back e l’Economia ha fatto alcuni anni di corsa; la stessa cosa è accaduta dopo le crisi Sub-prime e dopo la crisi del Debito Sovrano del 2011. Non voglio fare previsioni che possono essere smentite domani, ma sicuramente ci sono gli indizi che supportano la tesi che un’ondata di buy-back è un segnale di buone prospettive.

Il Sole 24 Ore pubblicava una settimana fa che il Debito (cioè i titoli di Stato e le obbligazioni) è arrivato al 75 per cento del PIL mondiale: una situazione allarmante. Non vige infatti la regola “debiti incrociati, annulliamo il tutto”, perché i Paesi più virtuosi potrebbero passare alla cassa, creando chiaramente problemi a chi i debiti li ha. In questi giorni invece dagli Stati Uniti giungono messaggi contrastanti sul Tapering, cioè sul fatto che la FED possa drenare liquidità: cosa che ha innervosito alquanto i Mercati. È lecito chiedersi se prima o poi le Banche Centrali non cercheranno di ridurre i loro interventi. Tutto questo scenario può avere effetti diversi sulle azioni e sulle obbligazioni, ma come sempre un investitore avveduto ha diversificato, cercando di proteggere il proprio investimento.

Quali sono gli scenari che possiamo perciò attenderci?

Resto personalmente scettico sul Mercato obbligazionario, che continua ad avere tassi bassi; persiste soprattutto un rischio di rialzo dei tassi da parte delle Banche Centrali, che potrebbe essere deleterio per il settore: quindi la ricerca di aree geografiche e settori del mercato obbligazionario diventano fondamentali. Oggi più che mai bisogna essere selettivi nel cercare il mercato obbligazionario. I Mercati emergenti e la Cina soprattutto, come ho già sottolineato in passato, possono essere un mercato da guardare in prospettiva.

Mi stuzzica maggiormente il concetto del Buy-back: è risaputo, anche i più intransigenti devono ammetterlo, che nel lungo periodo il Mercato azionario rende maggiormente di quello obbligazionario. Tutti i dati lo confermano. Il mercato azionario resta di certo estremamente volatile e quindi difficile da digerire per molti.

È sicuramente ora di fare un ulteriore passo come risparmiatori, anche se, a onore del vero, qualcosa si è già fatto: come si può vedere nel grafico qui riprodotto, gli Italiani si sono via via avvicinati al risparmio gestito, lasciando i titoli di debito italiani. Siamo cioè meno “BOT people”, ma per la poca conoscenza abbiamo commesso un errore: abbiamo infatti virato sui depositi, che per assurdo remunerano meno dei BOT.

L’unico modo per far sì che i nostri risparmi crescano in linea con quelli degli altri risparmiatori mondiali è avere consapevolezza delle cose e questa la si ottiene solo attraverso la conoscenza. Nel mio Metodo SFIDE troverete infatti la E di Educazione Finanziaria: ritengo sia questa la strada per avere un maggior benessere, perché, come evidenziato in molte ricerche, il maggior benessere passa dalla maggior cultura. Proprio per questo a breve sul sito ci sarà la sezione dedicata alla Formazione Finanziaria.

Come dice Robert Kiyosaki: “Se l’investitore non è esperto, qualsiasi suo investimento sarà rischioso. Quindi a essere rischioso non è l’investimento − è l’investitore”

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