Il mio professore di Italiano delle scuole superiori diceva sempre: “Le parole pesano più degli incudini”. Se questa affermazione è vera, allora le parole pronunciate nel corso di quest’ultima settimana dal nostro Presidente del Consiglio Mario Draghi in merito al Recovery Plan ci devono far riflettere.
Draghi ha citato Luigi Einaudi, uno dei padri fondatori della nostra Repubblica, ha predicato di onestà e di correttezza da anteporre alla corruzione e alle mire personali e ha parlato innanzitutto del futuro e della possibilità o meno, a seconda di come agiremo, di lasciare in eredità una Nazione in salute ai nostri figli e nipoti.
Il Recovery Plan è a mio avviso paragonabile a quanto avvenne nel primo dopoguerra con il Piano Marshall, il piano di ricostruzione dell’Europa post bellica: quella che abbiamo vissuto, e in parte stiamo ancora vivendo, non può infatti essere considerata una guerra? Come il Piano Marshall portò a un’esplosione di benessere, anche il Recovery potrà avere lo stesso effetto: la speranza è che le premesse siano confermate. A dare credito alle parole dell’ISPI (l’Istituto per lo Studio delle Politiche internazionali) potremmo dire di essere finalmente nelle mani della persona giusta: Mario Draghi, per l’appunto.
Super Mario, insomma, salverà anche l’Europa. Sembra infatti realizzabile, sempre secondo l’ISPI, la previsione che, da ultimi della classe, noi Italiani possiamo diventare studenti modello. La percezione dell’Italia in Europa è infatti radicalmente cambiata grazie alla leadership del nostro Presidente del Consiglio. E a dirlo non è una voce qualunque, ma quella del Financial Times: due settimane fa era stato invece il New York Times a spiegare come Draghi stesse “cambiando l’Italia e salvando l’Europa”.
Pensando all’Italia (e mi piace davvero pensarla così) mi viene in mente uno di quei personaggi da film a cui, dopo aver fatto una montagna di bischerate, è data la fantomatica ultima possibilità: e il nostro personaggio, come per magia, si ravvede e la sfrutta davvero, questa opportunità. Il film si conclude con il trionfo del protagonista, ormai divenuto un eroe all’apice del suo successo.
A questo punto mi sono chiesto quali potrebbero essere i settori o i cosiddetti trend a cui indirizzare i miei clienti per i loro futuri investimenti. Se guardiamo al Recovery Fund emergono, e non solo per l’Italia, una serie di temi ricorrenti:
– la Digitalizzazione e tutto ciò che riguarda i dati (uso e security soprattutto);
– il Green (nello specifico la de-carbonificazione);
– i Giovani e la Disparità di genere.
La Digitalizzazione è ormai entrata nelle nostre vite: ne parla costantemente il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione Renato Brunetta, che ne ha fatto un vero e proprio cavallo di battaglia del suo ministero, tanto da dichiarare che il 70 per cento del nostro Prodotto Interno Lordo (PIL) lo farà in futuro la Pubblica Amministrazione, attraverso semplificazione e digitalizzazione. Diventa ormai impossibile restare fuori da questo circuito: dal semplice acquisto su Amazon, fino alla transazione in bitcoin, i nostri dati sono tracciati, accumulati, lavorati e spesso e volentieri purtroppo anche venduti al migliore offerente. Quindi si capisce che ormai anche il tema della sicurezza informatica sia diventato ineludibile e fondamentale: un investitore avveduto non può assolutamente restar fuori da questa opportunità, perché le società tecnologiche faranno un salto in avanti notevole.
Del tema Green ho già parlato diffusamente qui e altrove: è un processo irreversibile di sopravvivenza. La Cina parla di de-carbonificazione, le imprese plastic free si moltiplicano, il riciclo è un must, le energie alternative sono in ascesa, le macchine sono sempre più ibride (io ad esempio sono alla mia seconda auto ibrida) o elettriche. Questo è un trend fatto da un’infinità di settori da cui non si può star fuori.
Da ultimo bisogna riflettere sul fatto che i Millenials – che direzionano già massivamente le grandi aziende tecnologiche, da Facebook a Google – sono quegli stessi giovani che avranno una fetta importante del Recovery per l’avvio di nuove attività: di conseguenza influenzeranno molto la nostra ripresa. Per non parlare delle donne, vista la tendenza a garantire le pari opportunità non più solo sulla carta ma anche fattivamente, spingendo lo sviluppo dell’imprenditoria femminile.
Queste sono le aree che, a mio parere, potrebbero beneficiare maggiormente del Piano e sono tutti settori e trend da tenere in grande considerazione, non per un investimento una tantum, ma come parte integrante della propria strategia di investimento.
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