Intelligenza Artificiale e investimenti, quanto contano le emozioni

L’Intelligenza Artificiale è indicata da alcuni come il mezzo migliore per investire il proprio denaro, proprio perché in quanto “artificiale” non è soggetta a emozioni.

Si pensa che le macchine potranno sostituire il rapporto umano nelle scelte che faremo. Prendiamo ad esempio quello che è successo nello scandalo Cambridge Analytica, la società che ha raccolto milioni di dati dai clienti Facebook analizzando il loro modo di usare i social network, ma con l’obiettivo di conoscerne le preferenze e i gusti.

Le persone hanno inconsciamente concesso i loro dati e indirettamente anche quelli delle persone a loro collegate, attraverso un’indagine psicografica che ha permesso alla società inglese di stilare cinque macro profili e di proporre così contenuti personalizzati.

L’intento era quello di influenzare le persone negli acquisti e manipolare le loro scelte. Si è arrivati a pensare che Cambridge Analytica abbia addirittura influenzato le elezioni di Donald Trump alla presidenza americana nel 2016 e la Brexit in Gran Bretagna: lo sostengono tra gli altri gli autori di Great Hack, un documentario reso disponibile sul catalogo della piattaforma di streaming onlineNetflix. Due scienziati di Stanford hanno effettuato una ricerca per capire quanto una comunicazione a scopo elettorale potesse avere effetto sulle persone: il risultato è stato pressoché zero.

Diverso è invece il ragionamento da fare sulle scelte di acquisto: i like che regolarmente mettiamo sui social denotano effettivamente la nostra preferenza per questo o quel prodotto. Sembra perciò facile condizionare le nostre scelte attraverso un algoritmo che ci presenti, ogni qual volta accediamo a Internet, il banner del prodotto degno di un nostro mi piace.

Per tutte le scelte dobbiamo però tener conto dei valori, del contesto e delle sollecitazioni esterne che ci sono fornite. Un gruppo di consumatori può amare i frollini, ma alcuni li preferiscono con lo zucchero, altri con la farina integrale, altri con il cioccolato e così via. Anche per i nostri soldi vale la stessa cosa: quando impostiamo il portafoglio, dobbiamo tener conto che le nostre scelte sonoattuate in una determinata situazione, che può essere idilliaca o meno.

Facciamo un esempio concreto. Se imposto il mio portafoglio dopo che ho ritirato una grossa vincita al Superenalotto con le endorfine al massimo, creerò molto probabilmente un portafoglio più aggressivo. È provato che diamo meno peso al denaro vinto o trovato a terra rispetto a quello guadagnato. Se la scelta del mio portafoglio la effettuo dopo aver speso una cifra ingente dal dentista, e ho visto il mio conto abbassarsi di molto, la scelta sarà sicuramente diversa e più oculata.

Una volta impostato il mio profilo, sono comunque soggetto alle influenze esterne, che se non filtrate a dovere mi porteranno a fare scelte magari sbagliate. A quel punto non avrò una persona che ragiona con me, ma un pulsante che non mi darà alcun feedback: provate a pensare al mese di marzo 2020, con il mercato a -17 per cento e solo un pulsante da premere davanti agli occhi.

Qualcuno può obiettare che è nella sua natura essere razionale, e quindi essere in grado di compiere le scelte giuste. Gli chiedo: “Pensaci bene: se tu fossi un medico, ti opereresti da solo?”. Anche il più grande guru della finanza, Warren Buffet, si confronta con i suoi collaboratori: e lui è il numero uno in questo campo in assoluto, e avrà sicuramente imparato bene a gestire le proprieemozioni. Ricordo il cardiochirurgo che ha operato mia figlia, e che ha fatto intervenire su suo figlio un altro medico e in un altro istituto, non perché più bravo di lui o dei suoi colleghi, ma semplicemente meno coinvolto.

Ecco perché penso che il calore umano e la conoscenza diretta delle persone possa essere oggi e anche domani il valore aggiunto del consulente finanziario, che dovrà usare l’intelligenza artificiale per ottimizzare i portafogli, non per costruirli.

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