Per ora in Germania …e quando da noi?

Leggevo l’altro giorno su un articolo di Wall Street Italia che 200 Banche tedesche hanno deciso di far pagare dei costi sui depositi bancari, cioè sui risparmi lasciati sul conto corrente.

L’aumento vorticoso di denaro in liquidità ha indotto le banche tedesche a far pagare i depositi in conto corrente, una mossa che potrebbe avere una duplice valenza, la prima: aumentare i ricavi della banca, la seconda: invogliare le persone a tornare ad investire nell’economia reale per aiutare la ripresa.

Questi che vengono chiamati in Inghilterra “Pandemic Saving” cioè risparmi pandemici, nascono dall’incertezza del futuro e dalla paura, atteggiamento che l’uomo ha nel suo cervello limbico, cioè la parte di cervello dove sono depositate le informazioni per la conservazione della specie.

La paura di perdere il lavoro, quella che la pandemia continui, quella di ammalarsi e potrei andare avanti, sono sicuramente paure lecite che possono venir fugate solo da una politica Europea che possa ridare fiducia ad investitori spesso lasciati soli ed in preda al panico.

Oltre al danno poi dobbiamo aggiungere la beffa, infatti in un clima sempre più cupo i mercati infilano una settimana sprint facendosi beffa di tutte le notizie negative, dall’incertezza delle  elezioni USA all’aumento dei contagi, alle chiusure in tutta Europa.

In Italia l’amore per la liquidità è molto più ampio che in altri stati, insieme alla casa ed ai BTP. I 3 amori indiscussi degli italiani.

Visco pochi giorni fa ha posto l’accento sul problema depositi bancari che sono improduttivi e che nuocciono sui bilanci bancari.

Non possiamo pensare che le banche italiane, già di per sè in difficoltà, assorbano costi senza riversarli sui correntisti; se aggiungiamo poi che il non metterli nel circuito economico potrebbe ulteriormente indebolire i risparmiatori che oltre a non guadagnare avrebbero dei costi, minando quindi il tessuto sociale del paese capiamo perché anche il presidente della repubblica Mattarella si è detto preoccupato di questo fenomeno.

I risparmiatori sono completamente in balia degli eventi?

Assolutamente no, ci sono alcuni accorgimenti e correttivi che si possono mettere in campo e che mi sento di suggerire.

In primo luogo essere attenti ai costi, leggendo gli estratti conti con più attenzione.  Una ricerca del 2018 dimostra che gli italiani oltre a leggere poco gli estratti conto cartacei di fine anno, ritenuti troppo lunghi, si recano ancora in filiale per avere la lista movimenti. Nel 2018 l’80% utilizzava ancora la filiale come mezzo principale per informarsi, percentuale molto più alta che nel resto d’ Europa.

Gli italiani, già “poco amici” del sistema bancario negli estratti leggono i movimenti ma non entrano nello specifico dei costi dei servizi che danno per scontati, senza fare confronti che potrebbero mettere in evidenza costi eccessivi.

In secondo luogo, valutare la solidità di una banca. Una che ha problemi di liquidità sarà più propensa ad addebitare costi di una ben capitalizzata.

In terzo luogo, pensare che la pandemia passerà non è un’utopia e quindi approfittare delle oscillazioni di questo periodo per avvantaggiarsi nell’acquisto di pezzi di “Economia reale” potrebbe essere intelligente  e strategicamente azzeccato.

Il caro e amato PAC di cui parlo da tempo è il metodo migliore ed è ora di sfoderarlo dalla fondina.

Come?

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