Il titolo di oggi rievoca un celebre film degli anni 80, e sicuramente vi farà pensare subito al paese di cui il Dragone è il simbolo, analizziamo alcuni dati che contraddistinguono l’economia di questo paese e ci chiederemo se e perché investire in Cina.
Nei miei “Sorsi” ho parlato diverse volte della Cina, ma quasi sempre ho trattato i contrasti politici con gli USA e dei tanti litigi che in questi anni hanno portato a ripicche reciproche sotto forma di dazi.
Quello di oggi invece è una riflessione che nasce da un articolo che mi è passato tra le mani in questi giorni, di una società di investimenti svizzera, Pictet per l’esattezza, che mi ha fatto riflettere un po’.
In Cina vive un quinto della popolazione mondiale, il 39% delle aziende produttive sono di alta qualità, e in Cina si produce un sesto del PIL mondiale.
Se non fosse sufficiente le previsioni di crescita del FMI per questo nefasto e bisesto 2020 in Cina sono del 1%, certamente molto meno del 6/7% a cui ci aveva abituato negli ultimi anni ma decisamente meglio di quanto previsto per il PIL mondiale del – 5% circa e addirittura del nostro poco gratificante -10% e forse più.
Certamente la Cina che già oggi è la seconda potenza economica mondiale è destinata a raggiungere presto il più alto gradino del podio.
Con i programmi di sviluppo già in essere, primo tra tutti “Made in China 2025”, è destinata a lasciare il posto di eterna manifattura a basso costo per diventare in futuro una delle zone del mondo dove sviluppo tecnologico e sostenibilità la proietteranno ad essere protagonista assoluta dei prossimi decenni.
Già oggi la Cina è il paese dove si investe di più per le energie pulite e rinnovabili, più di USA e Giappone, e già oggi la Cina è da considerare tra i protagonisti tecnologici, pensate al 5 G o al recente lancio della navicella spaziale su Marte.
Sul mondo obbligazionario, malgrado la commercializzazione dei titoli in valuta locale (Remimbi) sia iniziata solo nel 2017 sono già stati collocati quasi il 3% agli investitori stranieri con un aumento stimato al 10-15% nei prossimi anni con flusso di 300 miliardi su quello che è il secondo mercato obbligazionario e sicuramente destinato a diventare il primo.
E’ impensabile oggi pensare al mondo degli investimenti e della finanza e non tener conto della Cina e di tutto quello che la accompagna.
Di come la ricchezza che verrà prodotta nei prossimi decenni debba nella giusta percentuale far parte anche dei risparmi degli italiani perché che ci piaccia o no, è la crescita della ricchezza che crea benessere, sta a noi cogliere le opportunità che il mondo finanziario ci mette a disposizione.
Se vuoi approfondire il tema Cina, sai come rintracciarmi. Ciao.
Nei miei “Sorsi” ho parlato diverse volte della Cina, ma quasi sempre ho trattato i contrasti politici con gli USA e dei tanti litigi che in questi anni hanno portato a ripicche reciproche sotto forma di dazi.
Quello di oggi invece è una riflessione che nasce da un articolo che mi è passato tra le mani in questi giorni, di una società di investimenti svizzera, Pictet per l’esattezza, che mi ha fatto riflettere un po’.
In Cina vive un quinto della popolazione mondiale, il 39% delle aziende produttive sono di alta qualità, e in Cina si produce un sesto del PIL mondiale.
Se non fosse sufficiente le previsioni di crescita del FMI per questo nefasto e bisesto 2020 in Cina sono del 1%, certamente molto meno del 6/7% a cui ci aveva abituato negli ultimi anni ma decisamente meglio di quanto previsto per il PIL mondiale del – 5% circa e addirittura del nostro poco gratificante -10% e forse più.
Certamente la Cina che già oggi è la seconda potenza economica mondiale è destinata a raggiungere presto il più alto gradino del podio.
Con i programmi di sviluppo già in essere, primo tra tutti “Made in China 2025”, è destinata a lasciare il posto di eterna manifattura a basso costo per diventare in futuro una delle zone del mondo dove sviluppo tecnologico e sostenibilità la proietteranno ad essere protagonista assoluta dei prossimi decenni.
Già oggi la Cina è il paese dove si investe di più per le energie pulite e rinnovabili, più di USA e Giappone, e già oggi la Cina è da considerare tra i protagonisti tecnologici, pensate al 5 G o al recente lancio della navicella spaziale su Marte.
Sul mondo obbligazionario, malgrado la commercializzazione dei titoli in valuta locale (Remimbi) sia iniziata solo nel 2017 sono già stati collocati quasi il 3% agli investitori stranieri con un aumento stimato al 10-15% nei prossimi anni con flusso di 300 miliardi su quello che è il secondo mercato obbligazionario e sicuramente destinato a diventare il primo.
E’ impensabile oggi pensare al mondo degli investimenti e della finanza e non tener conto della Cina e di tutto quello che la accompagna.
Di come la ricchezza che verrà prodotta nei prossimi decenni debba nella giusta percentuale far parte anche dei risparmi degli italiani perché che ci piaccia o no, è la crescita della ricchezza che crea benessere, sta a noi cogliere le opportunità che il mondo finanziario ci mette a disposizione.
Se vuoi approfondire il tema Cina, sai come rintracciarmi. Ciao.
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