Chi ha il pane non ha i denti chi ha i denti non ha il pane.

Leggendo un articolo l’altro giorno sul ruolo del consulente ho fatto un pò di riflessioni che vorrei condividere.

L’articolo rimarcava il fatto che le persone maggiormente bisognose di un consulente finanziario fossero quelle con un reddito basso e quindi con un risparmio altrettanto basso, che deve essere perciò ottimizzato al massimo, non tanto in termini di rendimento, ma in termini di allocazione, cioè di progetto.

Questo sembra un controsenso, ma se ci riflettiamo bene non lo è affatto, infatti quel poco risparmio deve avere un risultato importante, non tanto e solo in termini di rendimenti ma soprattutto in termini di obiettivi.

Una convinzione diffusa è che avere un consulente finanziario serva solo ed unicamente a quelle persone che hanno il denaro.

La definizione di consulente è “Professionista a cui si ricorre per avere consiglio, o chiarimenti su materia inerente la sua professione”.

Il concetto italiano di consulente è “Colui che mi fa guadagnare in borsa, che mi dà le dritte su  qualche titolo”,  la spiegazione più calzante di consulente è “ colui che mi aiuta ad arrivare ai miei obiettivi di vita ottimizzando finanziariamente le mie scelte”.

Come si può notare la visione comune è completamente diversa di quella che dovrebbe essere la realtà.

Altra convinzione diffusa tra le persone è che chi ha molti soldi sia in grado di gestirli da solo, uno studio fatto nel 2019 apparso in un articolo di patrimoni e finanza riporta un dato che identifica che il fai da te rende sino al 3% meno rispetto ad un patrimonio gestito in consulenza.

Gestire da soli i propri i denari ha la stessa logica di un medico che pretende di operarsi da solo, lasciamo stare la preparazione tecnica e prendiamo in considerazione la parte emotiva, quest’ultima gioca sicuramente dei brutti scherzi e ci porta a fare errori di valutazione veramente importanti.

Il Covid 19 ha accentuato questo fenomeno, tanto che i clienti più resilienti che hanno quasi per intero recuperato il calo del marzo 2020 sono quelli gestiti da chi non si fa prendere dal panico e che ha capacità di risposte immediate, come evidenziato in molti articoli negli ultimi tempi.

“Chi ha il pane non ha i denti, chi ha i denti non ha il pane”, questo detto calza perfettamente con gli investitori.

Solo una sana e consapevole pianificazione… ed un consulente aggiungerei, salvano il risparmiatore da errori che possono pesare in modo determinante sulla sua salute finanziaria.

Che denti hai? E il pane?

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Non mi stancherò di parlarne

L’epidemia di questi mesi ha influito sulla crisi economica nel nostro paese e anche il sistema previdenziale già indebolito da incongruenze e squilibri decennali è arrivato al punto di non ritorno.

In questi miei pensieri del sabato, molte volte ho parlato di pensioni e di previdenza, ma qualche settimana fa una notizia secondo me sconvolgente, ha attraversato il cielo finanziario italiano come un meteorite pronto ad impattare il suolo italico del tutto inattesa e soprattutto del tutto inascoltata. Di conseguenza non potevo esimermi dal commentarla. 

Purtroppo il malefico virus di questi mesi non solo ha portato via una stragrande quantità di “nonni”, non solo ha indebolito un’economia già debole e che già non cresceva da diversi anni, ma ha accelerato anche un processo molto temuto ma che si sarebbe dovuto consolidare solo tra diversi anni, intorno al 2030 circa, cioè che il rapporto tra pensionati e lavoratori attivi arrivasse in una posizione di equilibrio. Purtroppo da un rapporto della CGIA di Mestre risulta che nello scorso mese di maggio questo rapporto si è addirittura invertito e il numero di pensioni stimate ha superato il numero dei lavoratori attivi. Il Covid ha fatto calare il numero dei lavoratori in modo sensibile, invece il numero di coloro che hanno lasciato il lavoro perché raggiunti limiti di età o di anzianità lavorativa, accentuati da quota 100, dal gennaio dello scorso anno è aumentato in maniera importante, spostando il piatto della bilancia molto velocemente anziché in modo più graduale come era previsto. Dalla foto possiamo vedere i dati regionali decisamente poco confortanti.

Tutto questo non fa bene ad un’economia in difficoltà e ad un sistema previdenziale molto delicato.  Ricordo infatti che il nostro sistema pensionistico non è un sistema a capitalizzazione cioè non è un sistema dove i pensionati vengono sostenuti con i contributi da loro versati durante gli anni di lavoro, ma un sistema a ripartizione, cioè dove le pensioni degli attuali pensionati vengono pagate dai contributi versati dai lavoratori attuali. Questo sistema si basa prima di tutto sul fatto che il numero dei lavoratori sia sufficientemente alto da sostenere chi è in pensione. Se questo numero per qualsiasi motivo diminuisce, il sistema va in sofferenza.

Aggiungiamo il rapporto ISTAT di qualche giorno fa dal quale risulta il minor numero di nascite dall’unità d’Italia, mi pare fosse il 1861.

Il quadro si fa preoccupante non solo per i nostri figli, ma anche per coloro che tra qualche anno dovrebbero raggiungere i limiti per il pensionamento ed invece rischiamo nuove misure restrittive. Non mi stupirei se qualcuno ricominciasse a parlare di riforma del sistema. Staremo a vedere.

Per i nostri giovani le alternative ci sono, alternative che in altri paesi sono obbligatorie da anni ma che da noi faticano a prendere piede per svariati motivi che è inutile stare ancora ad elencare.  Non si può pretendere che siano solo loro a preoccuparsi del loro futuro previdenziale e ad accollarsi l’onere anche solo mentale di pensare a come provvedere alle loro esigenze previdenziali future. In questo momento hanno bisogni e consumi dettati da ben altre motivazioni ed esigenze.

Siamo noi che dobbiamo cambiare la visione delle cose, che con la nostra esperienza in campo lavorativo e sociale dobbiamo incominciare a far nascere in loro l’idea che il futuro previdenziale parte dai loro atteggiamenti attuali. Che la loro sicurezza finanziaria deve incominciare da subito. Non c’è più tempo da perdere. Ogni giorno perso è un mattone in meno nella costruzione delle fondamenta della nostra solidità di domani.

Solo una sana e consapevole pianificazione  salva l’uomo …………

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Come trattare il denaro tra paura e corona virus

Stiamo sicuramente vivendo un periodo particolare e tutt’altro che semplice: Il corona virus ha cambiato le nostre abitudini, ci ha costretto a stare a casa, ha generato difficoltà alle aziende e messo in discussione molte delle nostre certezze. Le emozioni e sensazioni vissute sono sicuramente molte, la principale è probabilmente la paura, che caratterizza questo periodo così particolare e sconosciuto. 
La paura è una normale reazione agli eventi sconosciuti e che presentano una minaccia e, pertanto, fondamentale per la sopravvivenza. è quella spinta che ci porta a stare a casa, a lavarci spesso le mani e a mantenere le distanze.
Differente è la paura incontrollata ed eccessiva, che può generare panico e portare ad assaltare i supermercati, le stazioni,  il pronto soccorso o i centralini appositi che rientrano in comportamenti irrazionali e privi di un fondamento e utilità, anche perché non riducono la sensazione di preoccupazione eccessiva, talvolta alimentandola. 
Quando ci si fa prendere dal panico non si riflettere sui rischi che si corrono comportandosi in un certo modo, a mente fredda nessuno si assembrerebbe in stazione con il rischio di infettarsi, ma l’emozione è talmente forte che prevale sulla razionalità.
Spesso e volentieri anche nella gestione del proprio denaro ci si fa prendere dal panico facendo le scelte sbagliate.
Anche in campo finanziario l’effetto dell’emotività può essere quello di comportamenti non funzionali portando l’investitore e liquidare tutto perchè, anche a causa delle notizie catastrofiche, vede la linea del mercato tendere verso lo zero, vivendo così grande timore. 

Ma cosa bisognerebbe fare in questi momenti?
Cerchiamo di fare chiarezza. Innanzitutto sarebbe il caso di non fare le scelte da soli, ma farsi aiutare da qualcuno del settore che ci aiuta ad osservare la realtà con maggiore oggettività oltre che competenza. Agire da soli quando si è in balia delle emozioni può infatti condurre a scelte irrazionali e sbagliate o ad ascoltare qualche parente o conoscente che a sua volta potrebbe agire “di pancia” o dare consigli che vanno bene per sè ma non per voi. Solo per fare un esempio: lo strumento che va bene per un settantenne in pensione non è detto che sia utile per un venticinquenne all’inizio della sua carriera lavorativa, ma questo lo si capisce solo lavorando con un consulente. 

Da professionista del settore ho cercato di dare il mio contributo e durante la crisi Corona Virus sul mio canale YouTube – Sergio Rota consulente finanziario – ho pubblicato un video ogni 2 giorni proprio per aiutare le persone a non farsi prendere dal panico nel campo degli investimenti e capire cosa sta succedendo. 
Tuttavia, tornando alla domanda precedente, importante sarebbe anche capire come si sono evolute le crisi precedenti. Ogni crisi di mercato sembra diversa, ma alla fine si risolve allo stesso modo.
La tabella che segue, elaborata da Andrea Rocco di Kaidan, ci mostra come le crisi di questi anni abbiano intaccato il mercato e come poi nel periodo successivo esso abbia recuperato dalle perdite subite.

Come potete vedere dal 2010 ad oggi le correzioni di mercato sono state molteplici e tutte recuperate nel periodo successivo.
Gli drawdown di mercato, pur facendoci male, sono, oserei dire, quasi salutari per il mercato stesso.
Immaginiamo di avere una molla, se ogni tanto non la lasciamo andare finiremo per sfibrarla e quindi perderà la sua elasticità. Il mercato è lo stesso, se continua a tirare prima o poi spaccherà e perderà la capacità di estendersi e fare un balzo più alto del precedente.
Cosa fare allora?
Per chi già ha investito sicuramente è importante ri-bilanciare il portafoglio, per chi non ha investimenti è il momento giusto per partire ad accumulare. https://www.sergiorotaconsulenza.it/2019/05/04/investimento-anti-stress-4-5-2019/

Io sono a disposizione per analizzare la tua posizione se lo desideri contattami.

Ma voi lo sapete prima….

Beati voi che lavorate in banca e che sapete tutto dei titoli, ma vi tenete per voi le notizie”.

Spesso mi è capitato di sentire questa frase, la cosa mi fa sorridere e rispondere in questo modo: “secondo te se sapessi veramente come vanno e cose lavorerei ancora?”

Al di là delle battute e del retaggio culturale italiano, dobbiamo tener conto che quello di cui molti investitori parlano si chiama Insider Trading, ed è un reato.

Avere informazioni privilegiate su un titolo ed avvalersene in prima persona, o per mezzo di altri, è in finanza un reato molto grave.

Negli anni abbiamo visto alcuni manager che hanno manipolato il mercato grazie alle loro notizie finire poi regolarmente tra le braccia della giustizia.

È notizia di questi giorni che una nota azienda tedesca sta passando i suoi guai, o per lo meno i suoi manager, proprio perché si connota un reato di questo genere.

Non è possibile prevedere i movimenti del mercato in maniera esatta soprattutto nel breve periodo, ma è normale analizzare le tendenze dei mercati negli anni e scoprire che la variabile più importante, quella che aggiusta qualunque crisi è il tempo.

Sicuramente nei prossimi anni l’economia sarà diversa da quella che stiamo vivendo oggi, e aziende saranno più Green, più tecnologiche ed avremo più E-commerce.

Come faccio ad esserne sicuro? Economia Green, di cui ho più volte parlato e che quindi non ribadisco, (Voglio sciare a Copenaghen ) e Tecnologica la faranno da padrone, basti pensare quello che sta succedendo nelle città, con la crescita esponenziale delle Smart City dove tecnologia e sostenibilità sono alla base della crescita e dello sviluppo, dove si troverà parcheggio con un APP, si avranno trasporti eco intelligenti e tanto altro ancora.

Notizia di questi giorni che in Lombardia ci sono due nuove richieste per l’avvio di Start Up (nuove attività) ogni giorno e di queste il 75% si occupa di tecnologia.

Merita un discorso a parte l’E-commerce, il corona virus ci ha reso molto più americani.

Mi ha sempre fatto sorridere vedere i telefilm americani con i protagonisti che mangiavano cibo cinese in cartoncini colorati di rosso, oggi anche noi prendiamo cibo d’asporto, mi piace il termine “italiano”, dai nostri ristoranti.

L’economia che varia ed anche gli investimenti che di conseguenza varieranno. Dobbiamo essere pronti a cogliere le opportunità che i cambiamenti dei prossimi anni ci offriranno.

Come sempre visione, strategia e pianificazione fanno la differenza, altro che …. “Se me lo dicevi prima”.

“Solo una sana e consapevole pianificazione salva l’uomo ……..”

Contattami senza esitazione, il tempo stringe.

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Nonostante tutto…….

Il mercato del lavoro americano ha fatto un saldo come non succedeva dal 1939. Il segnale che tutto il mondo aspettava. Nonostante tutto,  il Covid 19 fa meno paura.

Questa settimana ha vissuto momenti belli e momenti brutti sia da un punto di vista sanitario sia da un punto di vista economico finanziario. Purtroppo spaventa ancora molto il livello di contagi in molte parti del mondo e soprattutto negli Stati Uniti dove molti governatori di stati importanti come la California hanno ricominciato a parlare di lock down perché i malati e i morti non accennano a diminuire. Forse lo stesso modo di vivere degli americani, un po’ sopra le righe, li sta mettendo in difficoltà. Certamente però questo loro modo di interpretare la situazione sta portando anche dei buoni risultati, soprattutto relativamente al secondo dei due aspetti sopra citati. Due notizie sopra tutte le altre, la prima che uno dei principali colossi farmaceutici USA, cioè Pfizer ha reso noto che i risultati sulla sperimentazione di un vaccino anti Covid 19 hanno dato risultati positivi, la seconda che gli occupati sono aumentati di 4,8 milioni di unità decisamente sopra le aspettative degli esperti, facendo scendere il tasso di disoccupazione di oltre il 2% dall’ultima rilevazione di poche settimane fa.

Dobbiamo leggere questo dato tenendo conto che i risparmiatori americani hanno continuato ad investire nelle aziende del loro paese facendo ripartire sia i mercati finanziari ma di conseguenza anche il mercato del lavoro, i consumi, gli investimenti privati, insomma facendo ripartire il volano della crescita.

Possiamo notare che l’approccio è completamente diverso dal nostro, che per finanziare la ripresa emettiamo nuovo debito https://bit.ly/Btpfutura vedi il mio sorso “Tafazzi”di qualche settimana fa.  Un modello, quello americano da cui dovremmo imparare, una struttura dove qualsiasi forma di risparmio privato va ad aiutare direttamente il mondo produttivo che poi fa da traino a tutto il resto. La vostra domanda a questo punto potrebbe essere: Ma come facciamo in Italia a fare direttamente questa cosa ? Qualche anno fa il ministero del Tesoro e il governo crearono un nuovo strumento finanziario chiamato PIR che va a convogliare parte dei fondi raccolti, direttamente sulle PMI cioè le medie e piccole imprese private del nostro paese. Incentivare gli investimenti privati dei risparmiatori direttamente su chi la ricchezza la crea e non continuamente sul debito fine a se stesso, può essere da una parte carburante per le nostre imprese e dall’altra un aiuto per il lavoro. Esistono svariate forme di strumenti su cui si possono destinare diversificando i propri risparmi, e proprio perché la scelta non è delle più semplici dovremmo imparare sempre dai risparmiatori americani che come è evidenziato da un articolo apparso qualche giorno fa su Wall Street Italia per quasi l’80% si affida a dei professionisti del settore con fiducia e soddisfazione https://www.wallstreetitalia.com/consulenza-finanziaria-cerulli/

E come sempre, solo una sana e consapevole pianificazione finanziaria può fare la differenza.

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