Leggendo il sole 24 ore mi è balzato all’occhio un articolo che parlava del calo delle nascite intorno alle 400 mila unità nel 2021, un dato che si manifesta molto prima rispetto al previsto.
Una diminuzione delle nascite porta inevitabilmente ad un fenomeno, di cui abbiamo già parlato in altri sorsi, cioè l‘invecchiamento della popolazione.
Questa bolla demografica accentua un problema che ci toccherà tutti e specialmente chi, per sua fortuna, è giovane, quello della pensione. https://www.sergiorotaconsulenza.it/2020/02/07/non-facciamo-gli-struzzi/
Non mi importa un fico secco pubblicizzare i fondi pensione per la fiscalità o qualsiasi altro strumento, usa quello che vuoi però: “BISOGNA PENSARCI”.
Una nazione con una popolazione più vecchia vuol dire maggiori costi previdenziali, maggiori costi per l’assistenza agli anziani e di conseguenza pressioni sulle casse INPS.
Le persone più colpite saranno i giovani. Da una parte avranno un taglio maggiore della pensione, perché arrivando meno risorse all’INPS minori saranno le prestazioni che riceveranno in futuro, dall’altra però l’età consentirà loro di fare accantonamenti meno importanti ma per un lasso di tempo maggiore, garantendo quindi un risultato positivo.
Facciamo un esempio: 100 € mese per 30 anni con una rivalutazione del 3%
E se rendesse il 7 come hanno fatto i mercati azionati negli ultimi 50 anni?
Provate a pensare di regalare 20 anni ai vostri figli o nipoti, accantonando per loro sin dalla nascita, e per i genitori ci potrebbe essere la ciliegina sulla torta di un ulteriore guadagno dato dal risparmio fiscale.
Il Covid-19 accentua un problema, e ci impone di risolverlo. La mia funzione sociale è quella di sensibilizzare al problema e dare le soluzioni.
Possiamo obiettare che in un momento come questo pensare ad accantonare per la pensione non sia il problema primario, e potrei anche essere d’accordo, ma al di là di quello che è successo in questo momento nelle RSA poter scegliere in quale struttura essere assistiti in caso di bisogno fa la differenza.
Forse l’ho toccata un po’ troppo forte, ma la posta in gioco è proprio questa.
Al problema della demografia se ne aggiunge un altro, le nostre pensioni sono legate a corda doppia con il PIL nazionale, che già negli ultimi anni cresceva poco. Con il Covid-19 avremo sicuramente un peggioramento, ecco perché un accantonamento fatto sull’economia reale e globale sarebbe decisamente preferibile, tenendo conto che il PIL del mondo è cresciuto 6 volte rispetto al nostro.
Ultimo, ma non ultimo il suicidio fiscale di chi è dipendente, cioè lasciare il TFR in azienda dove la tassazione è molto più alta rispetto a quella dei fondi pensione. Infatti quando il lavoratore andrà in pensione sul TFR accantonato pagherà una tassazione separata calcolata con le aliquote IRPEF mentre con i FP l’aliquota massima sarebbe del 15% con ulteriori possibili riduzioni in base agli anni di permanenza nel fondo, fino ad un minimo del 9%
La pianificazione della rendita da avere nella terza età diventa fondamentale.