Considerare l’Italia, uno dei paesi dove la pressione fiscale è tra le più alte d’Europa, un paradiso fiscale, può sembrare una follia, ma se parliamo di tasse di successione in Italia dobbiamo ritenerci fortunati in quanto abbiamo la tassazione più bassa del vecchio continente.
Sono anni che viene ventilata la possibilità di alzare le aliquote delle tasse di successione ed allinearle alla media Europea, circa il 23%.
Se si confrontano le aliquote europee con la nostra (vedi tabella) possiamo notare che l’incidenza sulle nostre tasche, qualora venissero ritoccate, sarà notevole.
Ho già accennato alle tasse di successione lo scorso anno nel sorso https://www.sergiorotaconsulenza.it/2019/11/23/a-volte-non-bastano-gli-scongiuri/ , ma quello che stiamo vivendo mi impone di tornare sull’argomento.
In questo periodo il Covid-19 la fa da padrone, ma ci sta portando a sforare il 150% del rapporto debito/PIL con chiare ripercussioni su economia, conti pubblici e naturalmente prima o poi sarà plausibile che qualcuno venga a batter cassa per chiederci di onorare i nostri debiti.
Anche se in Europa passasse la mozione franco/italiana dei Coronabond, che non influirebbero sul nostro debito pubblico, si potrebbe scendere dal 155% al 145% ad esempio,” la stessa differenza che c’è tra il correre e scappare” avrebbe detto mio padre.
Chiaramente occorre recuperare denaro per abbassare il debito, alzare le tasse sulla successione è una strada che potrebbe essere percorsa, anche tenendo conto dell’età media molto alta degli italiani e la percentuale di risparmio, e il patrimonio immobiliare annesso.
Se prendiamo in considerazione il parametro età possiamo ipotizzare il trasferimento dei patrimoni da una generazione all’altra nei prossimi 20 anni, questa potrebbe diventare una buona occasione per lo stato per alzare le aliquote e di conseguenza avere più entrate.
Senza abbassare le franchigie, ma tenendo conto della proposta di legge 2830/2005 che prevede di inserire nel calcolo delle successioni gli immobili al valore OMI (osservatorio del mercato immobiliare), il quale valuta gli immobili in base ai prezzi delle compravendite nella zona dove è sito l’immobile.
Questo parametro un valore mediamente doppio del valore catastale, quindi lo stato si troverebbe una base imponibile molto più alta tenuto conto delle proprietà immobiliari che passeranno di mano.
Al valore degli immobili si dovranno sommare i risparmi, e a questo punto le franchigie saranno, in molti casi, azzerate.
Tasse più alte vogliono dire entrate più alte per l’erario.
Lo studio di una pianificazione successoria, parolaccia con cui si identifica il trasferimento del frutto del nostro sudore agli eredi, è fondamentale per non avere un salasso erariale.
Ci sono strumenti che possono difenderci da questa possibilità? Assolutamente si.
Questi strumenti possono essere inseriti all’interno della pianificazione e risolvono, oltre al problema fiscale anche un altro annoso problema quello delle successioni legittime, di cui vi parlerò in un prossimo seminario.
In questo periodo ci siamo resi conto della nostra fragilità.
E’ importante recuperare una certa serenità, un passo per affrontare con il cuore più leggero il nostro futuro e sapere che i nostri sforzi non saranno stati vani, è quello di pianificare il trasferimento del nostro patrimonio.
Se pensi che pianificare il passaggio della tua ricchezza ai tuoi cari sia una cosa da tenere in considerazione non esitare a chiamarmi, studieremo e metteremo in atto la miglior strategia possibile.
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