Riflessioni da “recluso”

In questi giorni da “recluso” per il Corona-virus mi sono trovato a vagare tra i miei pensieri e i miei ricordi.
Mi ricordo quando da piccolo Angelo, mio papà, mi raccontava della sua infanzia, delle serate in casa passate in compagnia dei suoi numerosi fratelli, del lavoro nei campi e dell’aria che si respirava, immagini di un mondo appena uscito da una guerra dove c’era la volontà di ripartire e riscattarsi in tutti i modi.
Con le dovute proporzioni mi sono trovato a pensare cosa fare appena questa mia “reclusione” sarà terminata.
Una sensazione ricorrente è quella di voler fare ed incontrare persone…Sì perchè per uno come me, che ama incontrare tante persone, non è la stessa cosa poterle vedere in videochiamata.

E’ bellissimo pensare che oggi con la tecnologia si possano condividere volti, foto, immagini e persino interi momenti della giornata…però il calore umano è decisamente un’altra cosa e in alcun modo raggiungibile con i mezzi tecnologici. 
Sono convinto che questa situazione ci farà riscoprire, o almeno me lo auguro, alcuni valori che la frenesia ci ha fatto dimenticare, la vicinanza alle altre persone, la condivisione e l’aiuto.

Chi come me ha i capelli bianchi si ricorda quando 50 anni fa ci si aiutava molto di più di adesso e senza tante richieste…Mio padre lavorava un pezzo di terreno e mi ricordo quando si faceva il fieno, nel momento in cui si doveva caricare le balle sul carro, lavoro fatto a mano se il numero non era elevato, spesso trovavi il vicino che ti dava una mano senza che tu glielo chiedessi.
Tante sono le immagini che mi vengono in mente… spesso associate a profumi e sapori, come quella della salsa preparata con cura e attenzione dalle mamme che si ritrovavano per unire le forze e facevano bollire i pomodori per poi imbottigliare il nettare rosso per l’inverno, mentre i bambini chiassosi giocavano in cortile. Anche qui tutte insieme proprio perchè l’unione fa la forza.

 Nel mio pensare romantico di un mondo che forse non c’è più, mi immagino il post corona virus dove tutti hanno voglia di rimettere in piedi questo stanco mondo, dove forse ci aiuteremo a vicenda per ripartire.
Mi piace pensare ad un mondo che ne uscirà più forte, perchè più unito, e come nel dopoguerra un nuovo boom economico, vi prego non svegliatemi voglio continuare a sognare.  

Sergio Rota

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