Perché è ora di avere un consulente?

Ciclo di vita (Modigliani)

Dedico la prima ora della mia giornata alla lettura, sveglia un’ora prima per poter godere della lettura nel silenzio.
Tra gli articoli di oggi, sto recuperando quelli non ancora letti, me ne sono capitati un paio del professor Crespi, il primo parlava di dovere sociale del consulente finanziario il secondo esordiva con una ricerca Einaudi/Intesa sulla conoscenza della pianificazione.
Riflettevo su come le due cose siano strettamente collegate.
Sino ad oggi il consulente è stato considerato dagli italiani come la persona che ti deve far guadagnare più della banca, altrimenti a cosa mi servi? Infatti la domanda più gettonata di tutte resta sempre : “che tasso mi dai?”. questa aspettativa è sempre talmente forte che quasi lo stesso consulente potrebbe essere tratto in inganno e arrivare ad assecondarla, perchè altrimenti inutile al cliente. 

La posta in gioco in questo momento non sono 1 o 2 punti percentuali, ma è molto più alta: è benessere contro povertà.
Sempre sfogliando i giornali, usare la parola sfogliare sull’iPad è quasi ridicolo, ho trovato un indagine OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), nella quale si evidenziava come il grado di benessere, che non va confuso con la quantità di denaro posseduta, è più alta nei paesi dove la presenza dei consulenti è più massiccia.
L’Enciclopedia Treccani definisce il benessere – benèssere (non com. bèn èssere) s. m. – Stato felice di salute, di forze fisiche e morali: provare un senso di benessere; dare un senso di benessere generale; le fatiche e gli esercizi che giovano al benessere corporale (Leopardi). Come vedete in nessuna affermazione si parla di denaro. 
È vero però che, come si suol dire, il denaro non fa la felicità, ma spesso aiuta.
C’è però una dissonanza tra il possedere denaro ed essere felici. Neanche Paperon De Paperoni era felice malgrado nuotasse nei $.
Possiamo perciò riassumere il rapporto denaro benessere così: un uso oculato del denaro per raggiungere obiettivi e soddisfare esigenze di vita, che ci rendano felici e quindi incrementano il nostro vissuto di benessere. 
A suffragare questa tesi su Financialounge, alla fine dello scorso gennaio, appariva un articolo a firma Chiara Merico che riprendeva il Global Investing Pulse, indagine di BlackRock la quale riportava che solo il 28% degli italiani pensa di avere un benessere finanziario, a fronte di un grande risparmio gli italiani infatti non sono grandi investitori.Ma perché gli italiani sono in questa situazione? Purtroppo la storia e la poca educazione finanziaria ci fregano.
La storia italiana fatta di case, a tal proposito ho scritto https://www.sergiorotaconsulenza.it/2019/06/30/falsi-miti-il-mattone-29-06-19/, certezze che oggi non abbiamo più, ma alle quali restiamo ancorati disperatamente.https://www.sergiorotaconsulenza.it/2020/02/07/non-facciamo-gli-struzzi/

Per quanto riguarda l’educazione solo nell’ultimo anno ho fatto 67 articoli e 8 seminari .
Pertanto il consulente assume un valore sociale poiché è ora di dare una mano a questo paese, il cui miglioramento passa anche da un miglior rapporto con il denaro, è ora di passare da risparmiatori ad investitori e da promotori a consulenti.

Esperienza e memoria

Qualche giorno fa, ascoltavo un’intervista del Professor Ruggero Bertelli, docente di Economia degli intermediari all’Università di Siena. Una sua frase mi ha fatto riflettere e quindi ho pensato di condividere queste riflessioni.

Che differenza passa tra esperienza e memoria?

Esperienza, nell’enciclopedia Treccani viene definita conoscenza diretta, personalmente acquisita con l’osservazione.

Esperienza, va associata con esperimento, specialmente in campo scientifico. Come si può ben capire l’esperienza ha un certo fondamento scientifico, a meno che, come in quella che stiamo vivendo non sia guidata da sentimenti, quali la paura, che ne alterano i risultati.

Ogni qual volta facciamo un’esperienza in campo finanziario, dalla crisi del 2000 2003, alla crisi 2008, a quella che stiamo vivendo oggi pensiamo che sia diversa, adducendo sempre motivazioni diverse.

Nel 2000/2003: “questa è una guerra adesso ci sarà la terza guerra mondiale, internet è finito etc ”, facevano sembrare quella crisi diversa da tutte le altre, con paura che finisse il mondo, l’estinzione come i dinosauri o che altro ancora.

Nel 2008: “questa volta è diverso, è una crisi di sistema, non ci si riprenderà più, il sistema bancario è finito e i mercati non si riprenderanno più”.

Oggi 2020: “questa volta è diverso, il mondo non aveva mai dovuto affrontare una pandemia come questa e non riuscirà a fermarla, l’economia mondiale esplode, moriremo tutti…”

E mi sono limitato alle ultime che ci ricordiamo meglio. Ma mentre le viviamo, tutte le situazioni sembrano nuove e subentra la paura del cambiamento, dell’impossibilità di gestirle, di capirle e chi più ne ha più ne metta.

Se guardiamo oggi la crisi del 2008 ci limitiamo a verificarne l’impatto economico, rapportiamo i dati con la crisi precedente e analizziamo drawdown e riprese, una volta che la pancia smette di interferire con il cervello, questo razionalizza ed analizza.

Cosa succederà per la crisi attuale? Tra qualche tempo analizzeremo drawdown e ripresa con raziocino e dolori di pancia sempre minori, più la crisi si sarà allontanata.

Questa è la memoria, ricordo di un evento, del suo impatto e delle conseguenze e cosa è successo subito dopo. Oggi possiamo pensare all’11 settembre 2001 in maniera più razionale, sentiamo un dolore completamente diverso da allora perché sappiamo come è finita.

In quel momento però mantenere la barra dritta è stato faticoso, l’esperienza non era ancora diventata memoria.

Chi è addetto a gestire l’esperienza in campo finanziario? La figura del consulente serve a questo, fare in modo che l’esperienza venga superata nel migliore dei modi e diventi memoria per i clienti.

Cosa resterà dopo la crisi? Quale sarà la nuova 600

Ridendo e scherzando sono arrivato ad un anno di Sorsi di finanza, chi l’avrebbe mai detto l’anno scorso che saremmo stati in quarantena da lì ad un anno?

Parlando con un amico sulla crisi e di cosa ci lascerà, mi diceva che a suo cognato quando era in Giappone per lavoro molti anni fa, è capitato di avere in riunione persone con la mascherina, perchè influenzati e quindi non volevano infettare gli altri.

Da noi se si vedeva, prima di febbraio 2020, uno con la mascherina lo si prendeva per come direbbero i toscani, “bischero”, forse invece è un segno di grande civiltà che dobbiamo portarci a casa, e chi lo sa anche nei prossimi anni usarli quando siamo influenzati.

Si è parlato di economia e di E-commerce, mi ha raccontato che sua moglie, amante del lavoro a maglia è rimasta senza lana, ha chiamato la signora del mercato da cui si rifornisce la quale le ha detto che il figlio sta organizzando il sito per le vendite e che le avrebbe consegnato la lana a casa, un nuovo servizio che stava implementando.

Come si dice? La necessità aguzza l’ingegno.

Siamo certi che questa crisi, che ci sta cambiando le abitudini non lascerà strascichi e le persone cambieranno modo di rapportarsi e confrontarsi? certamente sì, ma questa rivoluzione farà nascere nuove esigenze e nuove idee.

Sino ad oggi il sabato era destinato alla spesa, ma in questo momento molti stanno imparando che te la consegnano anche a casa.

Sarà perciò liberato il tempo impiegato per fare la spesa, che potrà essere utilizzato per altro, qualcuno sul divano, ma altri si ingegneranno in qualcosa di nuovo.

Chiuderanno i supermercati? Non credo, per molti il rito della spesa resterà intatto.

Come dicevo prima si apriranno nuove strade e nuove esigenze che andranno soddisfatte, come si evolverà questo mondo?

Continuando la nostra chiacchierata ne è che il digitale la farà sempre più da padrone, specializzazione dei servizi e bisogno di consulenza, evoluzione del Green e attenzione all’ambiente, qui si apriranno nuovi scenari di lavoro.

Altro mondo che si avvantaggerà quello della telefonia, abbiamo scoperto lo Smart working e molto probabilmente sarà il futuro, molte persone vorranno lavorare da casa e migliorare la qualità della vita.

Questa crisi è come la guerra ci hanno detto, e come questa lascia sul campo delle vittime, ma come sempre dopo la guerra si ha la ricostruzione, oggi dobbiamo ricostruire una società e delle certezze, con l’auspicio che come nel secondo dopoguerra si riesca a trovare anche oggi una 600 che possa essere il simbolo della rinascita, io sono convinto che da qualche parte c’è perchè come l’araba fenice anche questa società saprà rinascere dalle sue ceneri.

Chiudo questo pezzo con una frase di auspicio presa dal libro di Francesco Guccini, -Tralummescuro, ballata per un paese al tramonto- che dice “Con la gran voglia di ballare che, nel dopoguerra, faceva risplendere di luce propria l’universo mondo tutto”.

                                                                                                     Sergio Rota

Cinque errori da non commettere con gli investimenti. More information

Quando mi sono seduto a scrivere questo sorso mi è venuta in mente la frase “ti piace vincere facile”, infatti mai come in questo momento siamo inondati di notizie e fake news.

Perché le troppe informazioni sono deleterie? Presto detto, se dispongo di troppe informazioni e non ho la capacità di capire quali sono quelle importanti da quelle meno, e soprattutto le vere dalle false, corro il rischio di fare errori di valutazione.

Dall’avvento dei motori di ricerca e dei social, le notizie a cui abbiamo accesso sono aumentate in maniera esponenziale, purtroppo allo stesso modo anche il numero delle notizie false o non corrette hanno avuto una crescita notevole.

Se leghiamo il numero elevato di informazioni al mondo finanziario ci troviamo di fronte al problema di trovare quelle giuste per fare investimenti in linea con le nostre aspettative, esigenze e obiettivi.

Al di là del fatto che oltre alle fake news, si possono trovare notizie manipolate a dovere, dobbiamo aggiungere che molte informazioni pur essendo vere, hanno logiche di breve periodo e quindi, logicamente, non possono essere utilizzate per strategie di lungo periodo. 

Nel pensare a come recuperare le informazioni corrette l’immagine che mi viene in mente è quella del setaccio, mettere in un setaccio tutto, e usare solo la parte che i buchi lasciano passare è importante, se si vuole usare solo quello che ci serve.

Il setaccio per le informazioni finanziarie è dato dall’esperienza, ecco perché è sempre meglio affidarsi ad un esperto per selezionare le giuste notizie che possono servire nella costruzione di un portafoglio adeguato.

Perché un consulente finanziario si forma giornalmente per il suo lavoro? Proprio per essere in grado di discernere le informazioni ed usarle per il bene del proprio cliente.

Facciamo un esempio, che fra l’altro abbiamo già affrontato in altri Sorsi precedenti. Spesso in economia sentiamo parlare dell’argomento Tassi, perché sono gli indicatori del costo del denaro e quindi influiscono direttamente sull’ economia reale. Una cosa importante della quale non tutti sono a conoscenza però, è il fatto che l’aumento o la diminuzione dei tassi di interesse, influisce direttamente su alcune tipologie di titoli, che poi sono anche quelli più usati in finanza perché considerati i meno rischiosi, cioè quelli obbligazionari. Ogni qualvolta variano i tassi vengono scritti fiumi di parole che evidenziano la bontà o meno per gli investitori di questa situazione, ma bisogna essere in grado di conoscere, in base ai propri investimenti quale notizia ci riguarda, usare l’informazione sbagliata potrebbe perciò avere conseguenze negative.

Cosi come un medico è più adatto a leggere e interpretare un’informazione medica su Google rispetto ad un paziente che cerca di capire i suoi disturbi, anche un consulente finanziario è più adatto a valutare delle informazioni finanziarie in modo critico e costruttivo rispetto ad un cliente, il quale rischia di fare una ricerca meno approfondita e di conseguenza più rischiosa nella costruzione del suo portafoglio personale.

Con questo ho concluso i Sorsi legati agli errori da evitare in campo finanziario. Tornerò sabato prossimo con un nuovo argomento. Ti auguro una buona domenica e ti saluto.

Riflessioni da “recluso”

In questi giorni da “recluso” per il Corona-virus mi sono trovato a vagare tra i miei pensieri e i miei ricordi.
Mi ricordo quando da piccolo Angelo, mio papà, mi raccontava della sua infanzia, delle serate in casa passate in compagnia dei suoi numerosi fratelli, del lavoro nei campi e dell’aria che si respirava, immagini di un mondo appena uscito da una guerra dove c’era la volontà di ripartire e riscattarsi in tutti i modi.
Con le dovute proporzioni mi sono trovato a pensare cosa fare appena questa mia “reclusione” sarà terminata.
Una sensazione ricorrente è quella di voler fare ed incontrare persone…Sì perchè per uno come me, che ama incontrare tante persone, non è la stessa cosa poterle vedere in videochiamata.

E’ bellissimo pensare che oggi con la tecnologia si possano condividere volti, foto, immagini e persino interi momenti della giornata…però il calore umano è decisamente un’altra cosa e in alcun modo raggiungibile con i mezzi tecnologici. 
Sono convinto che questa situazione ci farà riscoprire, o almeno me lo auguro, alcuni valori che la frenesia ci ha fatto dimenticare, la vicinanza alle altre persone, la condivisione e l’aiuto.

Chi come me ha i capelli bianchi si ricorda quando 50 anni fa ci si aiutava molto di più di adesso e senza tante richieste…Mio padre lavorava un pezzo di terreno e mi ricordo quando si faceva il fieno, nel momento in cui si doveva caricare le balle sul carro, lavoro fatto a mano se il numero non era elevato, spesso trovavi il vicino che ti dava una mano senza che tu glielo chiedessi.
Tante sono le immagini che mi vengono in mente… spesso associate a profumi e sapori, come quella della salsa preparata con cura e attenzione dalle mamme che si ritrovavano per unire le forze e facevano bollire i pomodori per poi imbottigliare il nettare rosso per l’inverno, mentre i bambini chiassosi giocavano in cortile. Anche qui tutte insieme proprio perchè l’unione fa la forza.

 Nel mio pensare romantico di un mondo che forse non c’è più, mi immagino il post corona virus dove tutti hanno voglia di rimettere in piedi questo stanco mondo, dove forse ci aiuteremo a vicenda per ripartire.
Mi piace pensare ad un mondo che ne uscirà più forte, perchè più unito, e come nel dopoguerra un nuovo boom economico, vi prego non svegliatemi voglio continuare a sognare.  

Sergio Rota

Cinque errori da non commetter con gli investimenti. Effetto gregge

Buongiorno e buon sabato. Mai come in questo momento in cui corona virus ci sta cambiando il modo di vivere, questo Sorso capita come si dice a fagiolo.
Oggi infatti parliamo di un comportamento piuttosto diffuso il cosiddetto effetto gregge, che rappresenta la modalità con cui molti investitori approcciano il mercato.
Cerchiamo di essere più chiari con un esempio. Se domani mattina una nota marca di abbigliamento casual per giovani, lanciasse sul mercato un jeans molto particolare, molti ragazzi correrebbero in negozio a comprarlo.
Questo è un tipico esempio di effetto gregge, cioè davanti ad un capo di vestiario che comprano tutti, la massa si adegua al mercato.
Spesso gli investitori si comportano con loro denaro allo stesso modo, ad esempio, in un gruppo di persone si comincia parlare di investimenti , quello che tecnicamente ha maggior conoscenza del mercato propone un titolo da acquistare facendosi forza della propria diciamo qualità di leader.
A questo punto tutti compreranno quel titolo, senza tener conto se l’acquisto e in linea con le proprie esigenze e il proprio grado rischio.
Questa cosa accadde in maniera spropositata verso la fine degli anni 2000. La famosa bolla sui titoli tecnologici. In quei momenti ricordo gli assembramenti di persone davanti alla vetrina di una nota banca a guardare il televideo con i “pizzini” più disparati sui quali avevano appuntato nomi di società che io a malapena avevo sentito nominare e delle quali invece loro volevano acquistarne le azioni o addirittura partecipare alla quotazione in borsa. Chiaramente il nome glielo aveva fornito il cugino “che ne sapeva” oppure lo zio “pratico di televideo”. Quando poi la bolla è scoppiata sappiamo tutti come è andata a finire.
Adesso guardiamo anche l’altra faccia della medaglia. Prendiamo per esempio il momento che stiamo vivendo, molti investitori seguendo le indicazioni del mercato reagiscono in maniera impulsiva e si pongono nella condizione di vendere, ma il risultato che ottengono è una perdita certa.
Anche in questo caso possiamo parlare di un effetto gregge, in quanto gli investitori non tengono conto del proprio orizzonte temporale e dei propri obiettivi, ma sull’onda di un movimento in questo caso emotivo, si allineano alla situazione del momento senza mettere in discussione la scelta, perché la logica è quella “se lo fanno tutti sicuramente è la scelta giusta”.
Per chiudere questo Sorso settimanale, voglio ribadire un concetto che ormai vado predicando da tempo. Investire i propri risparmi non è una scelta fatta a caso di un qualcosa che ha una resa più o meno importante, non si tratta di comprare a casaccio quello strumento piuttosto di un altro. E non è neanche il consiglio di un guru finanziario piuttosto che un altro. Investire significa destinare le proprie risorse ad obiettivi di vita più o meno lunghi che ci consentano di realizzare i nostri desideri e di proteggere il nostro futuro.

Conosciamo il prezzo di tutto e il valore di nulla

Oscar Wilde diceva “Oggi la gente conosce il prezzo di tutto e il valore di nulla”.
Questa citazione ha generato una riflessione: “Che valore hanno gli euro?” “Quanto valgono 100 euro?”  
Alla domanda quanto valgono 100 € la risposta più logica è, naturalmente, 100 €.

Tuttavia, la vera domanda da porsi è se il valore di 100 € accantonati per lo studio di un figlio, hanno lo stesso valore di 100 € spesi per acquistare le sigarette, oppure una pizza o un maglione? Probabilmente la risposta cambierebbe.
Il rapporto con il denaro da parte dei risparmiatori, cioè di tutti noi, ha portato due psicologi a vincere il premio Nobel per l’economia.
La finanza comportamentale, oggetto dei loro studi per il Nobel, deve insegnare a dare un valore alle cose e agli euro in particolare.
Nell’ultimo periodo si sente spesso parlare del Gold Basic Investment, cioè della pianificazione finanziaria fatta su obiettivi ben precisi. Nell’ambiente finanziario si fa un gran discutere di come ormai questa modalità di consulenza sia il futuro.
Oggi più che mai è attuale il fatto che non si possa più restare ancorati al vecchio concetto di investimento basato sui rendimenti, ma bisogna rivedere gli investimenti in una logica di pianificazione.

Quando si organizza un viaggio si pianificano orari, escursioni, spostamenti, facendosi aiutare di solito da un tour operator, cioè persona esperta che ci può aiutare nella scelta del “pacchetto vacanze”.
Tuttavia, questo non avviene per la pianificazione e l’organizzazione del proprio denaro, per cui spesso si usa il fai da te, anche se i risparmi sono oggettivamente più importanti di un viaggio.
Possiamo parlare per ore e trovare mille motivazioni psicologiche, abitudini, e tanto altro.
Si sono riempite pagine di giornali cercando la risposta, ma forse la cosa più importante è capire cosa vogliamo dai nostri soldi (la destinazione del viaggio), e poi affidarci a chi ci può aiutarci a costruire il nostro “pacchetto risparmio”.
Ogni euro, già accantonato, o ancora da accantonare deve avere una collocazione ben precisa, dallo studio dei figli sino alla pensione, che può essere più rosea, se abbiamo fatto una buona pianificazione.
È facile pianificare?
Assolutamente no! Abbiamo purtroppo un nemico agguerritissimo, che siamo noi, con le nostre esperienze, credenze ed emozioni che ci fanno tremare le gambe, ecco perché, in un mondo sempre più complesso, ci vuole un facilitatore, cioè chi per lavoro pianifica: un consulente a cui dovrei rivolgermi, non per il tasso che mi può dare, quello è parte del viaggio, non  per la meta, ma per i passi da fare.
Sempre usando il parallelismo con il viaggio, il tour operator ha l’impegno di portarvi a destinazione e farvi vivere nel migliore dei modi l’esperienza, ma non può certamente prevedere un temporale o altro, ma lo deve gestire nei migliore dei modi.
Allo stesso modo un consulente deve portarvi al vostro obiettivo cioè vi deve far raggiungere il vostro traguardo facendovi vivere nei migliore dei modi il viaggio, non può prevedere Corona Virus o altro, però deve saperlo affrontare.
Purtroppo sempre più spesso assistiamo a correzioni spesso insensate del mercato, per cui muoversi da soli è sempre più complesso, perciò è ormai indispensabile avere chi ci aiuta per arrivare a vivere in serenità la terza età che oggi non è più un sogno.

Come il 1973…….

Oggi sono uscito a fare una passeggiata intorno alle 13, il paesaggio abbastanza surreale, la strada vuota mi ricordava il 1973 che per chi ha qualche capello bianco come me evoca uscite con bicicletta e pattini per strada.

Mentre camminavo è arrivata una chiamata di mio figlio che lavora nel bar di un supermercato, mi dice: “papà ci hanno fatto chiudere alle 11,30 e lasciano entrare nel supermercato solo 20 persone alla volta e fuori c’è una fila lunga di gente che come 2 settimane fa esce con i carrelli stracolmi”.

Se la strada mi ricorda il 1973 questo mi ricorda il 2001 Twin Towers.

Cerchiamo di mettere tutto sotto la giusta luce, nel 2001 abbiamo assistito ad un attacco violento che ha fatto molti morti e si poteva pensare ad una escalation di guerra, oggi il panico da acquisto compulsivo mi sembra eccessivo.

Se ci mettiamo che nella serata di sabato la fuga dalla Lombardia ha dato prova dello scarso senso civico del popolo italico, e la zuppa è servita.

Corona Virus, sicuramente non va sottovalutato, ma sicuramente sarà debellato, come tutte le epidemie finirà e tra qualche anno si leggeranno solo dei numeri e delle statistiche, ma oggi sicuramente parlare di numeri con chi fugge per il panico non serve.

Scappare da una misura che potrebbe portare ad avere lo stesso dato apparso stamattina delle guarigioni in Cina aumentate del 70%, non serve ad altro se non ad aumentare i rischi di contagio.

Parlando di finanza, in settimana le principali testate sancivano il ritorno al livello pre-crisi delle borse cinesi, questo, anche grazie al fatto che i contagi diminuiscono ogni giorno per merito alle misure restrittive seguite dai cinesi.

Come affrontare questo periodo di volatilità, “calma e sangue freddo” avrebbe detto mio papà, io aggiungerei accantonamenti costanti e non rifugiarsi in liquidità perché si perde un’occasione.

Vi ho parlato dell’11 settembre 2001, quella sera feci fare ad un cliente un piano di accumulo che per i più appariva contro qualsiasi logica, ma lui ci ha creduto ed ha continuato ad accantonare anche se le borse sino al 9 marzo del 2003 sono scese, quando nel 2007 ha venduto il tutto per comprare casa piangeva dalla contentezza, aveva molto di più di quanto si aspettasse, faccio questo lavoro per quelle lacrime, e quindi quando vedo i mercati scendere vado a cercare i clienti per farli piangere di gioia.

Il mondo si riprenderà perché da questa esperienza si imparerà che la globalizzazione fa sviluppare l’epidemia in fretta, ma allo stesso modo fa sì che tutti si impegnino per trovare una soluzione, avremo un mondo più coeso che sarà più pronto a reagire nell’eventualità si presentasse un altro virus.