Lo “spread” , cioè “differenziale” in italiano, misura la differenza di rendimento tra due titoli dello stesso tipo.
In questo caso due titoli a tasso fisso emessi da due stati europei cioè Germania e Italia, e quindi il BUND tedesco e il BTP italiano, con durata 10 anni.
Faccio un esempio per spiegarti le dinamiche. Se oggi due stati che chiameremo “Sergio” e “Giorgio” emettessero dei titoli per finanziarsi, della stessa durata e con lo stesso tasso, ed emessi allo stesso prezzo , lo spread tra questi due titoli sarebbe ovviamente zero. A questo punto per effetto degli acquisti e delle vendite sul mercato dei due titoli si creerà una differenza di valore dei loro prezzi, e di conseguenza dei loro rendimenti, cioè lo SPREAD. La regola di cui dobbiamo tener conto, è la stessa che vige in qualsiasi mercato, anche quello rionale. Quando una merce viene comprata in maniera massiccia il suo prezzo sale al contrario se viene venduta il prezzo scende.
La merce più appetibile sul mercato è quella di maggior qualità, nel mondo della finanza la qualità migliore viene identificata nei titoli a minor rischio. Pertanto se “Sergio” viene comprato e “Giorgio” venduto è perché a parità di interessi pagati uno è meno rischioso dell’altro.
Fino a pochi anni fa non avevamo mai sentito parlare di Spread, ora sembra diventato il principale problema italiano. Quello di cui dobbiamo tener conto è che lo spread misura la credibilità di un sistema paese in tutta la sua globalità perciò le tensioni interne, di ogni genere esse siano, economiche o politiche o sociali, minano l’immagine e di conseguenza la stabilità e la sostenibilità futura. Tutto questo si ripercuote sul nostro debito in quanto essendo poco appetibili verremo acquistati in maniera minore e quindi il valore dei nostri titoli scenderà , e ci costerà di più mantenere i nostri impegni nei confronti degli investitori. Di seguito alcuni esempi che ti chiariranno meglio le dinamiche dello spread. Sarà comunque argomento trattato nei prossimi eventi che sto organizzando.